Il Tribunale di Velletri ha condannato a due anni di reclusione ed ad una ammenda di 12 mila euro, Don Maurizio Verlezza, arrestato lo scorso maggio dagli agenti della polizia penitenziaria di Velletri, in servizio presso il carcere di Velletri.
Il salesiano, per il tramite dei suoi legali, ha chiesto il rito abbreviato patteggiando la pena e venerdì scorso presso il tribunale di Velletri si è svolta l’udienza di primo grado con rito abbreviato.
La condanna è stata sospesa dal giudice del Tribunale di Velletri, su richiesta dei legali del salesiano, accolta dal Tribunale, con le attenuanti della condizionale in libertà.
Ciò significa che se il salesiano dovesse nuovamente incappare in analoghe situazioni, la condizionale verrebbe meno e dovrà scontare il reato in carcere.
Si chiude in questo modo la vicenda giudiziaria che ha destato una vasta eco nella vicina Genzano di Roma, dove il sacerdote è molto conosciuto e nei comuni limitrofi dei Castelli Romani.
Nella ricostruzione della vicenda è emerso che il salesiano, arrivato presso il carcere di Lazzaria, aveva eluso il primo controllo approfittando della sua posizione di sacerdote del carcere, arrivato alle celle è stato, però, fermato dai due agenti di custodia i quali hanno chiesto al salesiano se era stato già controllato.
Nonostante la risposta affermativa, forse insospettiti da qualche atteggiamento, gli agenti hanno provveduto ad ispezionare il borsone che il salesiano portava appresso.
Occultati dentro alle confezioni delle bottiglie di bagnoschiuma e shampoo, gli agenti hanno rinvenuto un chilo e mezzo di haschish, 60 grammi di cocaina e due smartphone con le schede.
Immediatamente fermato, il magistrato di turno lo ha fatto trarre in arresto direttamente nel carcere di Velletri.
Il materiale trovato all’interno del borsone era destinato ad un detenuto di origini napoletane, ristretto nel carcere di Velletri.
Su richiesta degli avvocati del salesiano, dopo una settimana agli arresti in carcere, gli sono stati concessi gli arresti domiciliari presso la sua abitazione romana e venerdì scorso a Velletri si è tenuto il processo con rito abbreviato nel quale è stata patteggiata la pena.
La pena non sarà eseguita, ma è stata sospesa con la condizionale. L’aver scelto il rito abbreviato col patteggiamento, prevede la sola possibilità di ricorrere in cassazione e non in appello.
In questo modo, e con la pena sospesa in via condizionale, il sacerdote è stato rimesso in libertà.