Dall’Anpi Provinciale di Latina abbiamo estratto una parte del lunghissimo documento che l’Associazione ha redatto in occasione della giornata della memoria
80 anni fa, il 27 gennaio 1945, le truppe sovietiche dell’Armata Rossa entrarono nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, dove oltre un milione di deportati avevano trovato la morte.
Quello di Auschwitz è solo uno degli oltre 15.000 campi di concentramento installati in Europa dal regime nazista durante la guerra (anche l’Italia aveva partecipato fedelmente a questo disumano universo concentrazionario) in cui furono rinchiusi e uccisi 6 milioni di ebrei.
Ma gli ebrei non furono le uniche vittime di Hitler e del suo progetto politico e razziale. Vanno ricordati anche alle altre vittime della guerra di Hitler: politici, zingari, testimoni di Geova, “asociali” e persone omosessuali. Tutto ciò che rientrava nell’etichetta della “diversità” finiva nei lager tedeschi nell’indifferente complicità di molti, troppi. È l’orrore del genocidio nazista e fascista.
A eterna memoria di tutto ciò gli Stati membri dell’ONU, con risoluzione 60/7 del 1° novembre 2005, istituirono il Giorno della Memoria, adottando come data proprio quella dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz.
Ma già prima l’Italia, grazie soprattutto alla caparbietà del senatore Furio Colombo, recentemente scomparso, con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 aveva scelto il 27 gennaio quale giornata commemorativa, “al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” (art.1).
La Legge, ricordandoci il dovere della memoria, ci invita infatti ogni anno alla riflessione su questo “tragico e oscuro periodo della Storia affinché simili eventi non possano mai più accadere” (art.2). È una chiara esortazione a “fare memoria” nell’archivio dell’anima di ognuno di noi, a “ricordare” ogni anno quello che è stato per dare significato “propositivo” alla ricorrenza, per guardarci intorno e per guardare avanti, fino a che questa attenzione diventi una definitiva acquisizione di “valore civile” da spendere nel comportamento quotidiano ogni qualvolta, nel mondo, sentiamo in pericolo la Libertà, la Giustizia, la Dignità umana; al fine di evitare, se Dio vuole, la retorica delle celebrazioni rituali che è l’anticamera della pigrizia intellettuale, della indifferenza, della assuefazione.
“Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo” è la frase incisa, in tutte le lingue conosciute nel mondo, sul monumento all’ingresso del campo di concentramento di Dachau.
Ecco perché il ricordo delle leggi razziali, la negazione della dignità umana, la privazione dei diritti, il ricordo dello sterminio di bambini, donne e anziani nei campi di concentramento deve restare ben saldo nella memoria di noi tutti.
Ciò che è successo nella “civile e colta” Europa nel secolo scorso appartiene a tutti, non solo agli ebrei. Auschwitz è solo geograficamente nel territorio della Polonia, ma l’orrore che rappresenta pesa come un macigno nel cuore del mondo, e affinché tutto resti vivo nella memoria di ogni generazione futura, è necessario vigilare che quanto accaduto non abbia mai più a ripetersi.
Abbiamo dunque il dovere di parlarne, parlarne e parlarne…soprattutto alle nuove generazioni, e di indignarci quando e in qualunque parte del mondo accade.
“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.” Liliana Segre.
Come possiamo usare oggi, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, il ricordo di quelle terribili immagini che rivedremo sicuramente, come ogni anno, più orribili che mai, appressandoci alla Giornata della Memoria?
“Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici” è l’incipit, una poesia, del celebre libro-testimonianza di Primo Levi: “Se questo è un uomo”.
Lo scrittore, sopravvissuto all’olocausto, non abbellisce l’orrore, obbliga il lettore ad ascoltare, si rivolge direttamente ad ognuno, scandisce con spietata lucidità le forme oscene della bestialità umana, invita a educare i figli a tramandarne il ricordo e si scaglia, con una forte ed energica condanna, quasi una maledizione biblica, con immenso dolore e angoscia, contro un’umanità che tende a dimenticare, che già semina indifferenza: “O vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.”
Lo diciamo con chiarezza, subito e senza equivoci: paragonare l’Olocausto e qualsiasi altro evento della Storia, seppure di enormi proporzioni, è una forzatura inammissibile, sempre strumentale.
Non solo per l’enormità dei numeri quanto per il carattere di sterminio programmato su base razziale da parte della Germania nazista e dei suoi alleati, per il suo sorgere imprevisto, appunto, nel cuore dell’Europa, per l’essere stato colpevolmente sostenuto dalla complicità dei “buoni e rispettosi” cittadini. Proprio per questo la sua memoria è fondamentale, perché parla a tutti noi, uomini e donne normali di questo secolo.
Ci interroga sui nostri rapporti con gli altri, i meno fortunati e, in un mondo sempre più fatto di muri, fisici o mentali, ci consiglia sul da farsi, ci obbliga a prendere posizione, a schierarci e, finanche, a coltivare un futuro in forza del quale si possa dire, con Martin Luther King: “Fino a che tutti non sono liberi, nessuno è libero.” I have a dream.
E comprendiamo Levi, il suo pessimismo sulla natura umana e il suo accorato appello alla vigilanza. Ma aveva ragione.
Se ci guardiamo intorno, infatti, non vediamo che macerie, morali e materiali: un mondo dove l’odio, la sopraffazione del forte contro il debole, la violenza armata, la violazione dei diritti e della dignità umana nei campi di detenzione (o di concentramento?) vengono sopportati, giustificati, addirittura proposti, come soluzione dei problemi nazionali, nell’Europa nata libera e solidale come voleva il Manifesto di Ventotene.
Nel tepore del nostro presunto benessere siamo diventati semplicemente spettatori di tragedie di popoli e minoranze in ogni parte del mondo e non mancano vicino a noi, guerre combattute come quella fratricida tra la Russia e Ucraina, a causa, certo, della volontà di potenza della prima ma non senza il cinico e violento contributo della NATO che ancora ci “protegge” (non si sa bene da cosa) nell’afonia completa e succube dell’UE e nell’interesse dei mercanti di armi. Morte e distruzione. Mentre crescono allegramente nei bilanci nazionali le spese militari sottraendo risorse al welfare dei cittadini.
Il giorno della memoria viene così ricordato nei Comuni del circondario. Ecco alcune delle cerimonie previste in questa giornata.
Grottaferrata
L’Amministrazione Di Bernardo e l’Associazione “Va Culture”, lunedì 27 gennaio 2025, in occasione della Giornata della Memoria, presentano a Villa Abbamer una serie di contributi video, che metteranno in evidenza un aspetto meno noto qual’ è la storia dei militari italiani internati nei campi di concentramento.
Il programma della giornata prevede:
alle ore 11:00, la proiezione della conferenza: Storia e memoria di un’ingiustizia nazista, trasmessa per la prima volta in live streaming il 7 settembre 2023;
alle ore 15:30, la proiezione del documentario di Amedeo Cavalca: L’Altra resistenza. Internati militari italiani;
alle ore 16:00, il documentario di Danilo Mercanti: I campi di concentramento.
alle ore 16:30, la video-intervista a Dino Comandini, ex IMI, a cura e introduzione di Angelo Gregori;
alle ore 17:00, il prof. Carlo Corsetti parlerà dei Massacri etnici nel mondo contemporaneo.
Ciampino
Il Comune di Ciampino celebra la Giornata internazionale della Memoria, in ricordo di tutte le vittime dell’Olocausto. Per l’occasione l’Amministrazione comunale, grazie alla collaborazione del cinema Il Piccolissimo, ha organizzato per lunedì 27 gennaio per le classi terze degli istituti secondari di I grado del territorio la proiezione cinematografica della pellicola “Storia di una ladra di libri”, per raccontare uno dei momenti più bui della nostra storia. In apertura un momento di riflessione sul tema, alla presenza della Sindaca Emanuela Colella, dell’Assessore alla Pubblica istruzione, Roberto Mantua, del Cittadino delegato alla Pace Michele Concilio e del partigiano Angelo Nazio.
Le celebrazioni della Giornata proseguiranno con l’evento “Unici canti per la verità”: reading teatrale di parole e musica liberamente ispirato a “L’istruttoria” di Peter Weiss in programma alle ore 17.00 nella sala consiliare P. Nenni, a cura dell’associazione Libero Sé.
Albano
Conferenza dal titolo “A OTTANTA ANNI DALL’APERTURA DEI CANCELLI DI AUSCHWITZ”, organizzata dall’Associazione Storia e Memoria Castelli Romani.
L’evento verrà realizzato il 28 gennaio 2025 ore 10:30, presso la sala consiliare, in occasione della Giornata della Memoria.
Lariano
Giornata della MEMORIA 27 Gennaio 2025
“Se Dio esiste dovrà chiedermi scusa” (scritta su un muro di Auschwitz)
Ore 9,00: Inizio cerimonia con deposizione corona di alloro presso la targa in memoria di Rina Calò e benedizione
ore 09:15 Intervento del Sindaco Francesco Montecuollo
ore 09:30 Intervento dell’Assessore alla Cultura Sabrina Verri
ore 09:45 Intervento della Dirigente scolastica Patrizia Fiaschetti
ore 10:00 Intervento dell’Assessore Francesca Proietti
ore 10:15 Lettura poesie studenti
ore 10:30 Svelamento stele commemorativa per 80° anniversario dell’apertura dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz
Velletri
Ore 09,15 Raduno del gonfalone, dei labari delle associazioni militari e delle
rappresentanze presso i giardini pubblici di via Metabo.
Ore 09,30 Deposizione corona di alloro e discorsi commemorativi.
Genzano di Roma
Ore 11 parco Giulio Amati. Commemorazione con la partecipazione delle associazioni del territorio, delle scuole e della famiglia Amati.
Artena
Il 31 gennaio Artena non dimentica. Ale 10 al granaio Borghese iniziativa con le scuole sul bombardamento di Santa Maria delle Letizie.
Alle 16 presso la chiesa di Santa Maria delle Letizie cerimonia di commemorazione delle vittime del bombardamento.
Cassino
Ore 9,00 commemorazione istituzionale presso il Giardino della Memoria in via Toti.
Ore 18 presso Museo Historiale di Cassino con una donazione di un’opera d’arte, riflessioni e musica