Sondaggi, super sondaggi, media dei sondaggi, analisi di tutte le rilevazione, sondaggio sui sondaggi. Siamo davvero all’assurdo. Mentre il 50% degli elettori non si reca più alle urne, la politica istituzionale prova a condizionare il voto attraverso la diffusione dei sondaggi, alcuni dei quali senza il benché minimo criterio scientifico.
A cosa serve più andare a votare, lasciamo che siano i sondaggi a decidere il nostro futuro. Siamo alla sondaggicrazia! Ma i conti non tornano quasi mai. Le previsioni sono quasi sempre sballate. Ma perché?
A leggere i sondaggi si nota subito qualcosa di strano.
Come può un campione di mille persone dar vita ad un risultato preciso? Se un sondaggio ha un margine di errore del 3,5/4,5% e di quel campione rispondono solo all’80% come si può pensare di essere di fronte ad una rilevazione attendibile? Per intenderci su un campione di mille persone rispondono in ottocento e molti degli intervistati neanche dicendo le reali intenzioni di voto.
Eppure questi risultati vengono spacciati per buoni, diffusi ovunque ed utilizzabili per decidere chi deve o non deve partecipare agli appuntamenti televisivi più rilevanti.
Un corto circuito totale utile per mantenere lo status quo, per avvantaggiare i partiti esistenti.
Una par condicio stravolta totalmente.
l confronto, per fortuna annullato, tra Meloni e Schlein è solo l’ultimo atto. Ricapitoliamo per i meno attenti.
Bruno Vespa propone un confronto tra il Presidente del Consiglio e la capa del Pd. Secondo lui i due partiti rappresentano più del 50% dei votanti e quindi ritiene giusto per la democrazia un confronto.
Ma qui casca l’ asino. Prima di tutto alle europee si vota con proporzionale puro, quindi non vi sono schieramenti contrapposti ma liste che corrono in solitario.
Secondo aspetto, quel 50% a cui fa riferimento Vespa si riduce al 25% se si tiene conto della forte astensione.
Terzo punto, il regolamento Rai vieta di stravolgere i contenitori esistenti per creare un palinsesto ad hoc, per altro in spregio alla legge sulla par condicio.
Vespa ha due contenitori, uno di 5 minuti dopo il TG1 e Porta a Porta. Lui avrebbe ospitato le due leader nel suo appuntamento post TG, ma allungando di mezz’ora ( occupando lo spazio di “Affati tuoi”) per far duellare le due leader.
Vespa sapeva bene che il confronto non poteva avvenire per legge in quella modalità, quindi lo aveva trasformato in approfondimento. Siamo di fronte alla deformazione più palese della democrazia.
I maggiori partiti godono già di un trattamento di grande favore, sono presenti in tutti i Tg e vengono intervistati sulle questioni più o meno importanti.
Di fronte a tutto ciò la maggioranza dei partiti esistenti e la totalità dei media italiani, continuano strenuamente a difendere questo tipo di informazione, definedendola come fondamentale per la democrazia.
La maggioranza degli italiani però non la pensa allo stesso modo. Vorrebbero sapere dai partiti quali programmi hanno per l’Europa. Il problema è che sulle questioni più importanti la pensano allo stesso modo. Sulla guerra, per esempio, la differenza tra Meloni e Schlein è impercettibile.
In ultima analisi, la Schlein ritiene, che il mancato confronto con la Meloni sia una sconfitta per la democrazia. Ma come, da una parte si grida al fascismo e dall’altra c’è rammarico per non essersi confrontata con la Meloni? Allora dobbiamo pensare che o si sbaglia a gridare al fascismo oppure che sia tutto dannatamente compromesso.