E’ stata aperta la busta dei documenti amministrativi relativi alla partecipazione del bando pubblico per la realizzazione del termovalorizzatore di Roma, i cui termini erano scaduti sabato scorso.
L’unica offerta arrivata vede Acea Ambiente come capogruppo di un Raggruppamento temporaneo d’impresa che comprende anche Suez Italia, Vianini Lavori, Hitachi e Rmb.
Roma Capitale ha già dato inizio alla procedura di valutazione di completezza della documentazione presentata, completata la quale verrà nominata la Commissione per la valutazione degli aspetti economico-finanziari e di quelli tecnici.
Tale commissione sarà presieduta da un Dirigente di Roma Capitale e composta da due autorevoli esperti del settore.
L’obiettivo è quello di arrivare all’aggiudicazione definitiva entro il prossimo luglio per poi passare alla fase che prevede la predisposizione del progetto esecutivo e delle ulteriori verifiche, insieme alla conferenza dei servizi e alla procedura di VIA; il tutto dovrebbe completarsi entro la fine dell’anno.
Comincia una nuova fase operativa con l’obiettivo di arrivare all’aggiudicazione definitiva prima dell’estate. Roma vuole trattare i rifiuti in proprio e costruire un’autonomia impiantistica, come tutte le altre capitali europee.
Di certo è quanto meno strano, che ad una gara così importante, con un investimento notevole abbia partecipato una sola azienda, l’Acea che è l’azienda partecipata dal Comune stesso. Una gara che vale 7.432.700.000 euro. Si avete letto bene: sette miliardi e quattrocentotrenta milioni di euro.
Il vero problema è che vuole farlo, nell’area di Santa Palomba, già antropizzata. Con tutto il territorio che ha il Comune di Roma, il termovalorizzatore lo vuole fare a ridosso dei Castelli, la monnezza e tutto quello che uscirà fuori dalla combustione dei rifiuti, la respireranno i cittadini castellani e del litorale, non certo Gualtieri. La canna fumaria di 85 metri di altezza farà arrivare il fumo dovunque nei comuni intorno al termovalorizzatore.
Un termovalorizzatore contestatissimo dagli abitanti del territorio, che hanno promosso raccolte di firme, mozioni nei vari consigli comunali, ed hanno portato in parlamento le 12 mila firme raccolte ed un’altra raccolta di firme è stata già organizzata da inviare alla regione Lazio.
Dalla parte loro i sindaci che si sono sempre schierati a fianco dei comitati, che non lasceranno nulla di intentato per bloccare questo progetto.