Le elezioni in Sudafrica hanno del clamoroso. Il partito che fu di Nelson Mandela, African National Congress (ANC), per la prima volta dalla fine dell’Apartheid non avrà la maggioranza assoluta e dovrà quindi allearsi per creare una maggioranza. Ma chi sono le altre forze in campo con cui l’ANC potrà tentare un accordo? La Spunta ha analizzato lo scenario delle principali forze in campo di opposizione che potrebbero entrare nel nuovo governo del Sudafrica.
L’ex Presidente Zuma e il suo “Umkhonto we sizwe”
Le elezioni sono state stravolte dalla discesa in campo dell’ex Presidente suadafricano Zuma, 82 anni, che solo a dicembre ha creato una nuova formazione “La Lancia della Nazione” (Umkhonto we sizwe), nome ispirato al braccio armato dell’ANC durante il regime di Apartheid.
Zuma fu accusato di corruzione e costretto alle dimissioni nel 2018, ma ha sempre negato coinvolgimento nella vicenda giudiziaria. Allontanato dall’ANC ha quindi messo in piedi la sua formazione creando un vero terremoto politico, è infatti accreditato di oltre il 14%, con picchi del 50% in alcune zone, tra cui il Natan dove è nato e cresciuto. Il suo programma si articola su nazionalizzazioni delle banche ed espropriazione delle terre senza compenso.
Il leader carismatico Malema con l’Economic Freedom Fighters
Altro risultato clamoroso quello del Economic Freedom Fighters (EFF) fondato nel 2013 da Julius Malema, che da giovane era un leader dell’ANC. Malema famoso per la sua arte oratoria e per il berretto rosso con la stella, diventato un simbolo di tutti i militanti del EFF. Il partito è chiaramente di stampo marxista e mette al centro le nazionalizzazioni di tutti gli asset strategici del paese. Malema è famoso per le sue dichiarazione molto dure e le manifestazioni partecipate, le critiche più incisive sono quelle in cui afferma che l’Apartheid non è mai finita in Sudafrica.
John Steenhuisen guida l’opposizione liberale.
Poi c’è Alleanza Democratica ( DA) la storica forza di opposizione guidata dal bianco John Steenhuisen che, accreditata del circa il 22%, spinge per un’economia più liberale, una riduzione drastica della disoccupazione e che apre alle privatizzazioni. Steenhuisen in campagna elettorale ha accusato duramente l’ANC di affossare il Paese.
ANC e il mito di Nelson Mandela
La clamorosa debacle dell’ANC è legata però soprattutto all’enorme disoccupazione ( ben oltre il 335), ormai cronicizzata, ma anche alla cattiva gestione dell’energia, con i continui blackout, e alle infrastrutture fatiscenti.
La fascia più povera del paese vive in strutture fatiscenti e pericolanti, spendendo circa il 37% del proprio reddito per i trasporti. Una situazione davvero drammatica e di difficile soluzione.
Nelson Mandela resta ancora un mito per la Nazione Arcobaleno, il suo insegnamento resta vivo nella mente e nei cuori di tutti i cittadini, ma è evidente come, parafrasando il suo libro autobiografico, è ancora “lungo il cammino verso la libertà.”