Il report di Federconsumatori è impietoso. 2 anni e 5 giorni per un ecodoppler cardiaco. Il record negativo è dell’Emilia Romagna, regione che per anni è risultata essere efficiente ed efficace nei servizi sanitari pubblici.
Ma come va nel Lazio? Di sicuro non meglio dell’Emilia Romagna.
Infatti a leggere i dati sia sul portale regionale che quelli resi pubblici dall’enorme lavoro di screening e monitoraggio da parte di Federconsumatori, il Lazio torna a brillare negativamente per le liste d’attesa.
Si è passati, infatti da un 76,7% come percentuale di tempi d’attesa nel 2023, al 62,9% ad aprile del 2024.
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In poco più di un anno di gestione del centro destra della sanità regionale, i tempi di attesa si sono allungati di ben 14,61 punti percentuali, scendendo quindi dal 76,7% al 62,9%.
Non sono bastati quindi i milioni di euro spesi per le prestazioni in convenzione alle cliniche private di Angelucci e partners, non sono bastati gli interventi sulle assunzioni del personale.
Soldi che dovevano migliorare l’efficienza pubblica e a ridurre i tempi di attesa per Pronto Soccorso, per le visite e gli accertamenti diagnostici.
Invece questi soldi, dalla lettura dei dati, sarebbero stati spesi male, visto che i tempi delle liste di attesa per le prestazioni ambulatoriali e di pronto soccorso, si sono allungati.
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La peggiore ASL del Lazio per i tempi d’attesa è la ASL Rm4 con una performance del 46,5%, seguita da Viterbo con il 51,3%.
In queste realtà i cittadini devono necessariamente rivolgersi altrove e per i cittadini di Viterbo o si spostano verso Rieti o verso Roma, per cui oltre al disagio dei tempi di attesa, devono sommare anche viaggi di diverse ore, tra andata e ritorno.
Nella Asl Rm 6 terzultima nella graduatoria, i tempi si sono dilatati in quanto la performance dei tempi di attesa è al 59,7%, addirittura ben 3 punti percentuali meno della media regionale, ben 17 punti in meno rispetto al dato del 2023.
Questo significa che la ASL RM 6 ha grossi ed evidenti problemi nel fornire servizi ambulatoriali e di pronto soccorso ai cittadini e che le roboanti dichiarazioni della politica del centrodestra, svaniscono contro la realtà dei fatti.
E questa volta c’è poco da additare all’altra parte politica, visto che la regione Lazio è guidata dal centro destra da ormai un anno e mezzo.
Il nuovo decreto legge e il disegno di legge, elaborato dal ministro Schillaci, cerca di superare questo atavico problema delle liste di attesa, aprendo alle convenzioni con i privati.
Un ulteriore business per le aziende private che nel Lazio, ormai fanno capo a pochi gruppi imprenditoriali, Angelucci tra tutti, il cui peso politico nel Lazio è molto forte.
Il piano anti liste d’attesa prevede anche altri investimenti nel settore pubblico, sulle cui coperture economiche, però, non è stato chiarito da dove si andranno a prendere.