La cordialità espressa al telefono dalla Presidente del consiglio Meloni alla Segretaria del PD, Schlein è durata pochi minuti.
Alla Camera dei deputati è andata in scena una gazzarra degna dei peggiori ultras da stadio.
Una rissa indegna, anzi, una vera e propria aggressione ai danni del deputato 5 stelle Leonardo Donno, che meriterebbe provvedimenti forti da parte della presidenza della Camera, nei confronti dei protagonisti di questa pagina tristissima della Legislatura.
Bene farebbe il Presidente Mattarella a richiamare i deputati e i presidenti di Camera e Senato al rispetto istituzionale, che un manipolo di parlamentari retrogradi non sanno nemmeno dove stia di casa.
In discussione il provvedimento sull’autonomia differenziata. I deputati dell’opposizione espongono tutti la bandiera tricolore. Il parlamentare dei 5 stelle, Leonardo Donno scende dagli scranni e prova a metterla sulle spalle del Ministro Calderoli, il quale, si sposta e di fatto rifiuta il tricolore.
Già questo basterebbe per interrompere la seduta, sia per la provocazione di Donno, ma soprattutto per il rifiuto di un ministro di prendere la bandiera tricolore.
Apriti cielo. Gli “ultras” del centrodestra, si precipitano nell’emiciclo e cercano di aggredire fisicamente Donno, protetto dal personale della Camera.
Scendono anche quelli dell’opposizione, la rissa è totale. Igor Iezzi della Lega è il parlamentare più violento che cerca di colpire ripetutamente Donno, provando a superare lo sbarramento dei commessi parlamentari. Donno finisce a terra colpito, forse da un pugno e da alcuni calci.
I commessi faticano a dividere i parlamentari urlanti. Dai banchi del centro destra braccia e dite incrociate ad indicare la vergognosa Decima Mas, dall’opposizione il grido vergogna e poi il coro Bella Ciao.
A questo punto seduta interrotta e rinviata a domani. Immediate le reazioni dei partiti dell’opposizione. “Siamo passati ad atti di squadrismo parlamentare” chiosa Alleanza Verdi Sinistra.
“Siamo arrivati alle violenze dai banchi della maggioranza Meloni” commenta Giuseppe Conte. “Hanno aggredito il nostro Leonardo Donno perché ha portato il tricolore al ministro Calderoli – scrive sui social -, perché diciamo no alla secessione dell’Italia firmata Meloni, Salvini e Tajani. È uscito in barella dalla Camera dei Deputati. Giù le mani da noi, giù le mani dal nostro tricolore. Non passerete. Vergogna”
Per la segretaria del Pd, Schlein “In questo clima di intimidazione e violenza fisica non è possibile riprendere serenamente i lavori”.
Il centrodestra invece cerca di minimizzare l’accaduto, parlando di provocazione da parte dell’opposizione.
Fatto sta che questo modo di fare non aiuta i cittadini a capire cosa sta accadendo, e ne hanno il sacrosanto diritto. Cosa sarà questo disegno di legge sull’autonomia differenziata, quali saranno le ricadute.
Certo poi che nel centenario dell’eccidio di Matteotti, vedere queste scene alla Camera dei Deputati è a dir poco sconcertante, neanche nei peggiori bar di Caracas.
Ma è lo specchio di questa società, sempre più aggressiva, violenta, non rispettosa del pensiero altrui. Forse è arrivato proprio il momento di rimettere al centro il valore della res pubblica, ma soprattutto, per molti parlamentari sarebbe giunta l’ora di studiare e di capire cosa stiano facendo dentro quei palazzi.