Cosa ci hanno insegnato queste elezioni? Che una alternativa al governo di centro destra è possibile, nonostante il dato che arriva dalle europee.
L’indicazione parte dai Comuni, dove il centro sinistra è andato meglio e ha vinto la sfida elettorale. Proprio dai comuni si può ripartire e anche da alcuni dati che arrivano dai territori sul voto europeo.
Quello che non si riesce a fare a livello nazionale, lo si può ricercare a livello locale, partendo dal basso, come usano dire i politici navigati, disattendendo poi nella pratica.
Nella provincia di Roma e di Frosinone il PD, che è il partito guida nel centrosinistra ha cominciato a muoversi, questo forse perché si sta ricominciando a dialogare con i cittadini, e laddove con i cittadini si instaura un rapporto solido i risultati sono sorprendenti.
Sarà in grado il PD di ricostruire il consenso popolare intorno a se? Sarà in grado il PD di ricostruirsi e riorganizzarsi anche su territori importanti come il litorale laziale?
Ad Anzio manca il segretario del partito da 1 anno, questo significa che il partito è inesistente e nonostante ciò, il consenso rispetto alle politiche è salito di 4 punti percentuali.
Ora in un territorio difficile come quello di Anzio, è mai possibile che il PD non abbia sentito l’esigenza di strutturarsi? Non abbia sentito la necessità di rappresentare a pieno titolo la parte onesta della città? Non abbia sentito la necessità di essere punto di riferimento per il territorio provando a proporre un altro modo di intendere la politica?
Ecco questi, penso, siano esempi da non seguire, e bene fanno i militanti del PD a vario titolo a chiedere la sua riorganizzazione sul territorio.
Come un altro esempio è Velletri, con un PD che sembra sempre di più alla deriva, navigare in mare aperto senza timone e timoniere.
Riuscirà quindi il PD a cambiare marcia a diventare agente di cambiamento politico proponendo un progetto aggregante ed inclusivo delle forze di centrosinistra?
Si tornerà a parlare concretamente ai cittadini, ai lavoratori, ai disoccupati, ai precari?
Sarà possibile declinare la parola Pace senza il timore di essere tacciati filo putiniani o filo palestinesi? La pace non è verso qualcosa o qualcuno è un valore universale è va ricercato attraverso atti concreti, come per esempio non votare per l’invio di armi e proporre tavoli di negoziato internazionale.
Sarà possibile mettere da parte correnti e correntine a vantaggio di un progetto politico che renda i cittadini protagonisti?
Sarà possibile fare un fronte comune contro l’aumento di espressioni e atteggiamenti violenti che arrivano dal centrodestra che, ormai, avendo superato il limite della soglia della decenza, si esibisce in atteggiamenti muscolosi, inneggianti ad un funesto passato fatto di dittature ed angherie, minacciando parlamentari, giornalisti, persone comuni?
Sarà possibile restituire un sogno di un Paese migliore? Se il Pd ripartirà da questo, recuperando la centralità del rapporto col territorio, proponendo un progetto politico inclusivo, allora forse… c’è ancora domani.