Il dollaro USA, pur rimanendo una valuta dominante, sta vedendo una riduzione graduale nella sua quota delle riserve internazionali. Negli ultimi vent’anni, questa riduzione non è stata compensata dall’aumento delle altre grandi valute come euro, yen e sterlina, ma da valute di riserva non tradizionali come il Renminbi cinese, il dollaro australiano, il dollaro canadese e altre.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale il Dollaro conta meno di un tempo
Le valute non tradizionali sono diventate più attraenti grazie alla diversificazione, buoni rendimenti e alla facilità d’uso permessa dalle nuove tecnologie finanziarie digitali. Nonostante la forza del dollaro, le banche centrali globali stanno gradualmente diversificando le loro riserve, spostandosi da valute tradizionali a quelle non tradizionali.
Le sanzioni finanziarie imposte dagli Stati Uniti hanno influenzato alcune banche centrali a spostare le riserve verso l’oro, visto come un bene più sicuro in situazioni di incertezza geopolitica.
Il panorama economico globale sta evolvendo, con una diminuzione graduale della dominanza del dollaro e un crescente ruolo per le valute non tradizionali, facilitato dall’innovazione tecnologica e dalle mutevoli dinamiche geopolitiche.
Un mese fa FMI avvertiva sui rischi di sanzioni unilaterali
Solo un mese fa il Fondo Monetario internazionale sottolineava come fosse necessario “mantenere aperte le linee di comunicazione tra Stati Uniti e Cina per prevenire risultati disastrosi e favorire la cooperazione su interessi comuni, in particolare sul clima e il commercio digitale.”
Il Fondo Monetario ha anche evidenziato il ruolo dei paesi non allineati nel mantenere l’integrazione globale attraverso il loro peso economico e diplomatico.
Nella relazione di maggio il FMI consigliava di lavorare insieme su aree di interesse comune, come il commercio di beni e servizi di energia rinnovabile e la creazione di regole comuni per il commercio digitale, coinvolgendo paesi che rappresentano oltre il 90% del commercio globale.
L’importanza di limitare le azioni politiche unilaterali dannose, come le politiche industriali, che possono portare a ritorsioni e approfondire la frammentazione economica. La storia mostra che tali politiche possono avere elevati costi fiscali e ricadute negative su altri paesi.
Un punto cruciale per il FMI è l’adesione ai quadri giuridici esistenti per mantenere la fiducia tra i paesi e nel sistema monetario internazionale. In particolare, il FMI esprimeva perplessità sul congelamento dei beni russi per sostenere l’Ucraina, sottolineando che qualsiasi azione deve avere solide basi legali per non minare il funzionamento del sistema monetario internazionale.
Per il Fondo Monetario Internazionale il dialogo, la cooperazione su interessi comuni e la limitazione delle politiche unilaterali sono fondamentali per preservare l’integrazione economica e la prosperità globale.
La direzione è giusta?
Resta evidente che le scelte politiche stanno andando nella direzione opposta. I dazi sulle auto cinesi, i mancati inviti a tavoli per la pace, le sanzioni unilaterali, stanno indebolendo i rapporti tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti con il resto dei paesi emergenti.
Alcune misura stanno producendo l’effetto opposto.
Il rafforzamento finanziario della Cina è la prima causa di una possibile guerra con gli Stati Uniti.