Non si placa l’eco della vicenda politico-mafiosa-affaristica che ha scosso nelle fondamenta il Comune di Aprilia.
Ieri pomeriggio Reti di Giustizia, l’associazione che già nel 2019 aveva chiesto al comune di costituirsi parte civile contro i Gangemi, richiesta osteggiata dall’allora assessore Lanfranco Principi, come risulta dalle intercettazioni agli atti dell’indagine, ha chiamato a raccolta i cittadini nella centralissima piazza Roma.
La piazza ha risposto e Reti di Giustizia ha così commentato l’iniziativa “la responsabilità politica e morale e questa non può essere offuscata o minimizzata“
L’associazione si batte da anni contro le mafie e il malaffare sul territorio ed ha sempre incalzato le amministrazione a metterci la faccia, così come fanno i militanti dell’associazione rischaindo anche in prima persona.
Intanto sempre ieri è stata la volta degli interrogatori. Sergio Gangemi, già agli arresti nel carcere di Frosinone si è avvalso della facoltà di non rispondere. Gangemi di fatto possiede un impero, tra negozi, società e locali sparsi tra Aprilia e Latina e gli inquirenti lo indentificano come un uomo molto vicino al clan Gallace, tristemente noto.
Secondo gli investigatori dell’Antimafia, che lo accusano di associazione a delinquere di stampo mafioso, avrebbe “favorito e agevolato il gruppo criminale capeggiato da Forniti mettendo a disposizione capacità economiche, risorse organizzative e logistiche, l’influenza e il potere derivante dalla sua storica fìgura di imprenditore espressione delle consorteria di ‘ndrangheta garantendo il rafforzamento e la conservazione dell’associazione medesima.“
“E’ significativo che pur essendo stata destinataria di numerosi provvedimenti giudiziari di natura patrimoniale – scrive il gip nell’ordinanza – quali il sequestro di beni per oltre 30 milioni di euro disposto dal Tribunale di Latina , non è mai stata realmente scalfita né ha ridotto la sua operatività. Risulta accertato che i Gangemi, attraverso società controllate e prestanome e contando sulla disponibilità di alcuni professionisti quali commercialisti e notai con studi prevalentemente a Latina hanno acquistato negli ultimi anni numerosi immobili ad Aprilia“
L’impero di Gangemi
L’autosalone Speed 2, l’Old Wilde West gestito da persone di sua fiducia, la Monaco Motors di Cisterna. Finanziatore occulto di alcune attività quali lo spaccio ASi di borgo San Michele e AW Lab e ancora la W&GA Costruzioni e la New Royal Trade, e diversi immobili acquisti tra Aprilia e Latina.
“E’ ragionevole ipotizzare uno stretto legame con la cosca dei Gallace. L’ampia operatività del gruppo Gangemi – scrive ancora il gip – induce a ritenere che il controllo del territorio e l’approvvigionamento di capitali siano il frutto del traffico di stupefacenti nel quale il ruolo principale è ricoperto da Patrizio Forniti“
Forniti Latitante
Patrizio Forniti e sua moglie Monica Montenero sono invece irreperibili, di fatto latitanti. Con loro irreperibile anche Jasmail Singh. I carabinieri li stanno ricercando in lungo e largo.
Patrizio Forniti è considerato il “capo indiscusso delle due organizzazioni tanto da essere chiamato ‘il Capo dei Capi’ dall’attuale ex sindaco di Aprilia, Principi.
Risulta condannato con sentenza passate in giudicato per reati contro il patrimonio e per detenzione illecita di armi e munizioni e per detenzione illegale di armi da sparo. Secondo la Procura “Forniti è colui che tiene i contatti, a livello paritario, con i capi delle più importanti famiglie mafiose calabresi e che non esita a prendere posizione al cospetto di rappresentanti di famiglie camorristiche a difesa dei territori in mano alla propria associazione”. “Da oltre un ventennio nel settore del traffico di stupefacenti, nonostante i periodi di detenzione carceraria e domiciliari”. Come si legge ancora nell’ordinanza “gestisce le due associazioni attraverso la forza del vincolo familiare e della potenza derivante da stretti legami con altre consorterie di tipo mafioso“
Il ruolo di Lanfranco Principi
Dal sostengo alla cena dei grandi elettori. Ricostruisce così il PM Patrone l’ascesa di Lanfranco Principi nella politica apriliana definendolo l’uomo di garanzia nel Comune di Aprilia.
Tutto accade nel corso delle elezioni del 2018, quando la sua elezione “diventa così, in ragione dello straordinario risultato elettorale, il simbolo della potenza del sodalizio e il suo riferimento nell’amministrazione“, sostiene la Procura.
Nel corso della campagna elettorale del 2018 gli investigatori documentano i ripetuti contatti tra Principi, con alcuni degli indagati finiti agli arresti. Sono loro, secondo l’indagine, a fornire un pacchetto di voti. “Come si chiama la persona che dobbiamo aiutare?” chiede Ivan Casentini a Marco Antolini, entrambi destinatari di misure cautelari in carcere e collaboratori di Patrizio Forniti. “Lanfranco Principi”, è la risposta.
Contatti telefonici, appuntamenti, incontri, per avviare quella che il gip definisce “la campagna elettorale sommersa” volta a garantire al candidato del gruppo voti per essere eletto”.
Sempre secondo la Procura una cena a giugno del 2018 suggella questo patto, definita la cena dei grandi elettori, tra Forniti, Principi, Terra (all’epoca dei fatti sindaco di Aprilia ndr) che si svolse il 4 giugno organizzata da due imprenditori a cui partecipò anche Antolini, indagato anch’esso.
Principi diventa vice sindaco e acquisisce deleghe importanti, così ha la possibilità di aiutare dall’interno l’associazione “a raggiungere i suoi scopi illeciti nel settore degli appalti – scrive il gip – degli incarichi, delle autorizzazioni, dell’assunzione di personale“.
Nella sua attività amministrativa passata, Principi secondo il gip è più mosso da interessi privati, suoi e dei suoi grandi elettori, che dall’interesse pubblico. “A me servono i soldi – dice ancora ad Antolini – per finanziare la campagna elettorale“, riferendosi alla tornata del 2023.
Il vice sindaco si adopera, di volta in volta, per l’assunzione del figlio di uno degli indagati, per concedere l’autorizzazione a dei video-wall pubblicitari, per l’installazione di dispenser dell’acqua negli edifici pubblici, attraverso società riconducibili a personaggi del gruppo.
C’è poi la sanatoria della casa abusiva di Morra, un altro degli arrestati, per la destinazione dell’immobile “ex farmaceutica” di Campoverde ad altri attuali indagati, l’affidamento dei lavori dei parcheggi di Aprilia a ditte riconducibili ad Antolini e Casentini, fino ai tentativi per impedire la costituzione di parte civile del Comune nel processo a carico di Forniti e Cangemi.