“Vogliamo capire perché il reparto nascite degli Ospedali Riuniti non sia attivo” Lo dice senza troppi giri di parole il dr. Sergio Mangili già dirigente della formazione della Asl Rm6.
“In nessun atto aziendale è stato scritto che il reparto nascite dell’ospedale di Anzio è stato chiuso, se non in un tabella dove è indicato il punto nascite a Velletri e nessun riferimento su Anzio“
“La scorsa settimana ho partecipato alla riunione nella quale i sindaci hanno approvato l’atto aziendale e il commissario prefettizio di Nettuno ha posto la domanda sul punto nascite di Anzio. Il dr. Marchitelli non ha proferito parola, mentre il direttore sanitario La Regina ha espressamente detto <se la Regione deciderà in tale senso noi obbediremo>. Sono sconcertato – aggiunge Mangili – perché l’atto aziendale è un atto autonomo che viene redatto sulla base delle necessità territoriali e non dettato da logiche politiche“
Sarà pur vero quello che sostiene il dr Mangili, ma va da sé che i piani aziendali delle Asl subiscono l’incidenza delle giunte regionali che nominano i vertici delle Asl che, anche se indirettamente, debbono rispondere alla politica, soprattutto sui “desiderata” di turno che sia il Presidente della Regione o l’assessore più in vista sul territorio.
Sergio Mangili però non ne fa una questione campanilistica “Non ho nulla contro i cittadini di Velletri, sia ben chiaro, ma è evidente che il territorio di Anzio e Nettuno rappresenta un bacino di utenza di 120 mila persone che d’estate si raddoppia, mentre a Velletri il bacino di utente è circa la metà ed ha a disposizione a circa 15 km il Noc come punto di riferimento.”
“Ne faccio una questione di dimensionamento strutturale di servizi sul territorio. Non è pensabile non riattivare il servizio del punto nascite ad Anzio che è già pronto, non ha bisogno di investimenti in strutture e attrezzature, manca solo il personale, mentre a Velletri c’è bisogno di tutto, dalle strutture, alle attrezzature al personale.” Aggiunge Mangili che prosegue
“Il reparto ha subito un ridimensionamento con il covid e con tutto quello che ne è scaturito. Non sono stati spesi dei soldi che erano già preventivati e non si capisce che fine abbiano fatto, e gradualmente si è depauperato. Quanto sta accadendo non ha una spiegazione logica, ne epidemiologica, ne scientifica, non se ne capisce la ragione di una decisione simile. Afferma Mangili che su questa battaglia sta impegnandosi a fondo insieme al comitato spontaneo e ai cittadini, molti medici, che stanno sostenendo questa azione.
“Non c’è nessuna equità sanitaria, nelle delibere regionali c’è scritto che sono state ascoltate le istituzioni locali. Quali? Sarebbe interessante con chi e cosa hanno detto queste istituzioni locali“.
Sulla riattivazione del Colombo, che il direttore sanitario La Regina ha detto essere pronto alla riapertura, entro l’anno corrente, Sergio Mangili mette in risalto una questione.
“L’attivazione del punto nascite di Velletri era subordinato ad un progetto che doveva prevedere la disponibilità delle strutture assistenziali, sulla effettiva operatività, sulla capienza del personale. Ma questo progetto è stato fatto? E laddove non sia stato fatto come è possibile avviare l’apertura di un punto nascite senza questo atto?” Una domanda legittima ma Mangili aggiunge un altro particolare
“Il Comitato percorso nascite regionale (CPNr) formato dai pediatri, ha dato il suo parere alla apertura del punto nascite di Velletri? Io penso di no – chiosa Mangili – diversamente rendessero pubblici questi documenti. Ma soprattutto questi lavori con quali risorse sono finanziati? Voglio aggiungere, rispetto alla funzionalità di Anzio che non molto tempo fa è stato eseguito un parto gemellare.”
Il Comitato quindi darà battaglia. “Certamente – afferma Mangili – perché il reparto nascite non è mai stato chiuso, può essere riattivato, implementando il personale. Andremo in Regione per conoscere le ragioni di queste motivazioni, così come invito il direttore sanitario della Asl Rm6, La Regina, ad un confronto pubblico sul tema. I territori vanno ascoltati e le decisioni sui servizi sanitari devono essere prese verificando le reali necessità e le giuste compatibilità”
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