Dopo l’atroce morte di Satnam Singh sembra essersi mosso qualcosa nei controlli. Da ieri infatti molte aziende del territorio nazionale sono state oggetto di controlli e in alcuni casi sono state trovate condizioni disumane.
Operazione “Iron Rod” a Cuneo
È il caso di Cuneo dove, l’operazione “Iron rod” ha fatto emergere con ferocia una situazione di sfruttamento totale. 16 ore al giorno di lavoro con uno stipendi di circa 500 euro, al quale veniva detratta la spesa di alloggio e vitto.
Dall’indagine, iniziata un anno fa, emergono anche inquietanti casi di violenza sui braccianti agricoli, in gran parte africani, che lavoravano nelle zone agricole di altissimo pregio come le Langhe.
Guardia di Finanza all’opera nell’Agro Pontino
Anche in Provincia di Latina si lavora senza sosta per provare a dare una dura risposta dopo i fatti tristemente noti. Neanche il caos mediatico ha portato alcune aziende ad allentare la presa dello sfruttamento.
In 8 aziende agricole, tra Terracina e Sabaudia, sono stati fatti degli accertamenti sia nella sedi legali, per l’acquisizione dei documenti, che nei campi di lavoro. Ed è proprio lì che hanno trovato delle situazioni che andavano ben oltre l’illegalità. Circa 50 lavoratori avevano documenti non in regola, alcuni addirittura sprovvisti del permesso di soggiorno. I lavoratori erano chiaramente tutti stranieri.
Non sembrano fermarsi per ora i controlli, vista la situazione sempre al limite della legalità.
Non basterà però solo un lavoro di accertamento e vigilanza. Per ora questi accertamenti stanno portando diverse imprese a rinunciare alla manodopera in nero i braccianti. Piuttosto che regolarizzare è meglio rinunciare alle loro braccia. Ulteriore segno del corto circuito.
Servono ben altre misure per debellare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento. La politica è ora che faccia la sua parte.