Negli ultimi giorni, il conflitto in Medio Oriente ha visto una drammatica escalation con attacchi israeliani che hanno causato pesanti vittime a Gaza e nello Yemen.
Secondo il Ministero della Salute palestinese, almeno 64 persone sono state uccise e 105 ferite negli ultimi raid a Gaza, con numerosi corpi ancora sotto le macerie e nelle strade, mentre le squadre di soccorso faticano a raggiungere le aree colpite.
Sentenza Corte internazionale di giustizia
Gli attacchi hanno sollevato gravi preoccupazioni internazionali, specialmente dopo che la Corte Internazionale di Giustizia ha emesso un parere consultivo dichiarando l’occupazione israeliana nei territori palestinesi illegale e chiedendo la sua cessazione immediata.
La recente sentenza della Corte Internazionale di Giustizia ha sollevato ulteriori preoccupazioni. Il presidente Nawaf Salam ha dichiarato che gli insediamenti israeliani in Cisgiordania e Gerusalemme Est sono una violazione del diritto internazionale. La sentenza, richiesta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2022, ha esortato Israele a porre fine alla sua presenza nei territori occupati, definendo le sue azioni come un abuso del suo status di potenza occupante.
L’escalation nello Yemen
Parallelamente, lo Yemen è stato scosso da attacchi aerei israeliani su Hodeidah, che hanno colpito un deposito di petrolio e una centrale elettrica, causando la morte di almeno tre persone e il ferimento di 87.
Questi raid hanno avuto ripercussioni anche nel Libano meridionale, aumentando le tensioni regionali. Secondo l’Istituto israeliano per la ricerca sulla sicurezza nazionale, l’attacco a Hodeidah è destinato a provocare una reazione violenta degli Houthi, con il rischio di un’escalation regionale quasi certa. L’istituto sottolinea che tali attacchi potrebbero non solo fallire nel fermare il contrabbando di armi, ma potrebbero anche intensificare la risposta degli Houthi.
Il bilancio delle vittime sale senza sosta
Il conflitto ha un bilancio tragico: oltre 38.983 persone sono state uccise e 89.727 ferite a Gaza, mentre Israele conta 1.139 vittime a seguito degli attacchi di Hamas del 7 ottobre, con decine di ostaggi ancora tenuti prigionieri a Gaza. L’analisi dell’Istituto israeliano suggerisce che l’attacco a Hodeidah non solo non spezzerà la rotta del contrabbando ma potrebbe anche intensificare gli scontri, spingendo Israele a cercare supporto tra i paesi arabi moderati e l’Occidente, pur temendo la reazione dell’Iran e dei suoi delegati.
L’Europa che fa?
Cosa fa l’Europa di fronte ad un possibile allargamento del conflitto? Farà come in Ucraina?
Le domande sono d’obbligo perché senza un ruolo fondamentale dell’Europa il rischio di una guerra su vasta scala sarà sempre più una possibilità concreta. Fino ad ora abbiamo però vissuto un’Europa passiva, subalterna agli Stati Uniti, non in grado di svolgere un ruolo diplomatico forte.