Oltre 50 persone hanno sfidato il caldo torrido e si sono dati appuntamento in piazza Trento e Trieste a Ciampino per dire no al taglio degli alberi in centro storico.
I Comitati e le associazioni hanno chiamato a raccolta i residenti per protestare contro i lavori che la giunta di Ciampino intende realizzare nel centro cittadino, che prevedono la realizzazione di una ciclabile e l’abbattimento di alcuni tigli che oggi offrono ombra e refrigerio.
Sarà modificata anche piazza Trento e Triste con una diversa allocazione delle panchine che invece di guardarsi, saranno messe di spalle, impedendo così alle persone che le frequento di poter socializzare come avviene oggi.
Per la cittadinanza non c’è motivo di tagliare alberi decennali di alto fusto nelle vie del centro di Ciampino. Dopo gli abbattimenti a viale Marino e a Via II Giugno ora tocca agli alberi di viale Roma e via Trento.
L’amministrazione comunale vuole tagliare una quindicina di Platani di venti e trent’anni per rifare i marciapiedi e fare posto a parcheggi. Saranno sostituiti da qualche pero del Giappone secondo i progetti del PNNR. Tutti interventi che l’amministrazione non ha condiviso con la comunità, che chiede ora una modifica dei progetti per salvare gli alberi, dove ancora è possibile.
OfficineCiviche , Diritti in Comune, Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani, Ciampino Bene Comune, Italia Nostra sez. Castelli Romani hanno così deciso di scendere in piazza con un sit-in. Cartelloni, sono stati esposti e a turno gli esponenti dei comitati e i cittadini hanno detto la loro rispetto a questo progetto, che sembrerebbe pecchi del coinvolgimento della cittadinanza.
“Serve un serio confronto con la popolazione anche se questi sono interventi finanziati coi fondi del PNNR” hanno detto in piazza, proprio a dimostrazione che la cittadinanza subirà questo processo di riorganizzazione urbana.
E’ anche vero che gli alberi tagliati dovrebbero essere sostituiti con altri più giovani, ma di certo si perderanno alberi che hanno ormai più di trenta anni a favore di altri più giovani e che impiegheranno molti anni prima di sostituire, nelle funzioni, quelli già esistenti.
“Siamo proprio noi abitanti i primi beneficiari del patrimonio arboreo pubblico e dei servizi ecosistemici che i nostri alberi garantiscono. I quartieri senza alberi risentono maggiormente degli effetti della crisi climatica, per questo i tagli possono diventare vere e proprie politiche di “zonizzazione” che vanno a creare quartieri di serie B.” Hanno sottolineato i comitati
“Le aree densamente popolate, private degli alberi trentennali che garantivano ombra, ossigeno e bellezza, rischiano di subire mutazioni demografiche in tempi assai più rapidi della crescita dei nuovi alberelli, sempre a discapito delle fasce più deboli, come testimoniano studi e rilevazioni nelle città italiane più colpite.“