Il Lazio entra in allarme rosso per la siccità. A lanciare l’allarme è Massimo Gargano direttore generale dell’ANBI, l’Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane.
Secondo il report dell’ANBI, il Lazio è in allarme siccità. A preoccupare il calo delle falde acquifere. Il lago di Nemi si è abbassato ulteriormente di 4 cm e la riduzione della portata dei fiumi Velino e Fiora.
Nella provincia di Roma, il bilancio dell’anno idrologico è il peggiore degli ultimi 25 anni.
“Dopo l’emergenza di pochi anni fa, – afferma Massimo Gargano – Roma si è attrezzata per rispondere alle esigenze idriche umane, articolando le fonti di approvvigionamento. Ciò che è meno percepito, però, è che la Capitale sia il più grande comune agricolo d’Europa, con tutte le implicazioni anche irrigue che questo comporta per l’economia della città, senza considerare il rischio incendi in ambienti estremamente inariditi“.
Secondo il direttore dell’ANBI, il Roma il Tevere si mantiene sotto gli 80 metri cubi al secondo contro una media di oltre 130, favorendo l’intrusione salina alla foce, con il pericolo di condizionare i prelievi irrigui in una zona a forte propensione agricola.
Nella provincia di Frosinone le precipitazioni medie nell’anno idrologico sono state addirittura inferiori al 2017 negli scorsi mesi di Giugno, Aprile, Gennaio, ma anche ad Ottobre e Settembre 2023, con la conseguenza che quasi la metà delle principali fonti di approvvigionamento sono in crisi idrica.
Scatta quindi l’allarme rosso in Regione “Anche se fino ad ora non è stato necessario intervenire sulle erogazioni – prosegue Gargano – il rischio che il perdurare del clima arido possa avere ripercussioni anche sulla distribuzione d’acqua ad uso potabile non è più una lontana ipotesi.”