Hezbollah ha lanciato una serie di droni verso Israele, colpendo diverse zone e provocando l’attivazione delle sirene antiaeree. Il pericolo che l’Iran entri a tutti gli effetti in guerra è un’eventualità tutt’altro che remota.
Il capo di Hezbollah, Nasrallah, ha dichiarato che sia loro che l’Iran sono “obbligati a rispondere” a Israele “qualunque siano le conseguenze” dopo gli omicidi di Shukr e Haniyeh. L’Iran “si trova obbligato a rispondere e il nemico sta aspettando in un grande stato di terrore.” Nasrallah ha anche affermato che l’attacco ad Israele avverrà “da solo o nel contesto di una risposta unificata da parte di tutti gli alleati sostenuti dall’Iran nella regione.”
Yahya Sinwar nuovo capo di Hamas
Mentre sale la tensione nell’area, nella Cisgiordania occupata le forze israeliane hanno compiuto diverse incursioni che hanno causato la morte di almeno 12 palestinesi in varie località. Questo aumento della violenza è avvenuto in concomitanza con l’assassinio di Ismail Haniyeh a Teheran e la successiva nomina di Yahya Sinwar come nuovo capo di Hamas.
Secondo Osama Hamdan, funzionario di Hamas intervistato da Al Jazeera, la nomina di Sinwar è stata unanime e riflette la volontà del movimento di affrontare la situazione attuale con fermezza.
Tensione anche nello Yemen
A livello internazionale, il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) ha confermato con successo la distruzione di un veicolo aereo senza equipaggio e due missili balistici antinave lanciati da zone controllate dagli Houthi nello Yemen, nel Mar Rosso. Gli Houthi hanno intensificato i loro attacchi contro navi internazionali collegate ad Israele in segno di solidarietà con i palestinesi durante il conflitto in corso a Gaza.
A Gaza non si fermano i massacri
Il Ministero della Salute di Gaza ha riportato che almeno 40 persone sono state uccise e 71 ferite in un recente attacco israeliano, evidenziando la tragica perdita di vite umane e il continuo deterioramento delle condizioni nella Striscia di Gaza. Dal momento dell’inizio dei recenti scontri, si stima che oltre 39.653 persone siano state uccise e 91.535 ferite nella guerra in corso a Gaza, mentre in Israele almeno 1.139 persone sono state uccise durante gli attacchi guidati da Hamas dal 7 ottobre, con più di 200 persone prese prigioniere.
La situazione umanitaria nella Striscia di Gaza continua a deteriorarsi, come riportato dal Norwegian Refugee Council (NRC), che ha evidenziato una crescente incertezza tra la popolazione locale riguardo a possibili nuovi spostamenti e ad una potenziale escalation della situazione regionale. Secondo Hassan Morajea, consulente regionale per l’accesso del NRC, le recenti disposizioni di trasferimento hanno ridotto le “zone umanitarie” designate unilateralmente da Israele dal 20% al 14,5%, costringendo oltre 200.000 persone ad abbandonare le loro case tra il 22 e il 28 luglio.
Gli attacchi aerei israeliani continuano a martellare la parte centrale di Gaza e l’est di Khan Younis in quelli che sembrano essere attacchi concentrati. Nonostante l’esercito israeliano descriva queste incursioni come “uccisioni mirate”, il tipo di bersagli colpiti e il numero di feriti che arrivano negli ospedali suggeriscono il contrario. Nel campo profughi di Bureij, ad esempio, quattro fratelli della stessa famiglia sono stati uccisi in attacchi notturni. Solo al mattino i soccorritori sono riusciti ad accedere alla loro casa bombardata e a rimuovere i corpi dalle macerie. Testimoni oculari hanno descritto i bombardamenti come estremamente intensi, con esplosioni massicce che hanno distrutto non solo la casa bersaglio, ma anche la maggior parte delle proprietà residenziali e delle infrastrutture circostanti.