E’ allarme idrico al lago di Nemi. Un allarme lanciato già diversi mesi fa dalle associazioni ambientaliste, dai Comitati, dai singoli cittadini allarmati del continuo abbassamento del livello del lago.
Ma a loro nessuno ha dato retta, nessuna delle due amministrazioni che si affacciano sul lago, quella di Genzano, ma soprattutto quella di Nemi che dovrebbe tenere sotto controllo questo fenomeno e che ha la maggior parte della responsabilità.
Non sono valsi a nulla le azioni per bloccarne l’edificazioni di porticcioli e di strutture ricettive, con il Comitato protezione Boschi dei Colli Albani in prima linea.
Il Parco dei Castelli, ente essente, pensa alle festicciole in giro per il territorio, piuttosto che preoccuparsi dello stato di abbandono dei laghi e del patrimonio boschivo castellano.
Nei giorni scorsi un cittadino, il professore Fabio Cappelli, aveva realizzato un reportage fotografico, visibile sul suo profilo facebook, per evidenziare lo stato di abbandono e di trascuratezza del lago sul quale si specchia il Tempio di Diana, altro insediamento archeologico lasciato a se stesso.
Oggi l’arrivo delle telecamere della Rai, che hanno evidenziato quanto da tempo cittadini ed associazioni stanno gridando ai quattro venti.
Negli ultimi tre anni il livello del lago di Nemi è sceso di ben 2 metri e si sono persi ben 9 milioni di metri cubi di acqua.
E se non pioverà nei prossimi mesi e se, soprattutto, non verranno presi provvedimenti per la salvaguardia della falda acquifera, il rischio vero è che il lago di Nemi rischierà di diventare un acquitrino.
Evidenti le immagini e il grido di allarme lanciato tramite il tg regionale. E la risposta del Sindaco di Nemi?
Secondo Bertucci il problema è legato al fatto che il lago di Nemi ha rifornito di acqua potabile i comuni dei Castelli e che quindi ora non sarà più possibile farlo. “Il problema è legato all’abbassamento della falda del nostro lago. Per secoli abbiamo rifornito di acqua potabile la metà dei comuni dei Castelli Romani – ha detto il Sindaco Bertucci alle telecamere della Rai – è ora che questo servizio venga restituito al nostro lago“.
Ma la domanda è: che cosa ha fatto in tutti questi anni il Comune di Nemi per salvaguardare la falda acquifera e preservare il lago?
Il sindaco ha aggiunto che a settembre convocherà un vertice con Acea e l’Autorità di bacino per prendere delle decisioni efficaci per garantire il futuro del lago di Nemi.
Intanto il Sindaco potrebbe sospendere le autorizzazioni edilizie per la realizzazione del chiosco e per il molto turistico. Già di per se questi due insediamenti potranno portare, altri visitatori e turisti, che già frequentano il lago, con il rischio di un’ulteriore antropizzazione.
Soprattutto facesse anche ripulire il lago dalle carcasse delle barche.
Ma va da se che per fare ciò, bisognerebbe avere a cuore soprattutto il patrimonio ambientale di cui il Comune di Nemi ne è custode.
Le Associazioni sono sul piede di guerra e il Comitato protezione boschi dei Colli Albani, attentissimo a questi fenomeni e sentinella dell’ecosistema dei Castelli Romani ha indetto immediatamente una assemblea pubblica per il prossimo 22 agosto alle ore 18,30 in via del Perino, di fronte all’ex fiocina.
“Salviamo il lago di Nemi” lo slogan della manifestazione, alla quale, auspichiamo vengano tanti cittadini e anche gli amministratori del Comune di Nemi e, se ne avessero la contezza del problema, anche i vertici del Parco dei Castelli, che invece di feste e festicciole o di negare l’accesso agli atti ai comitati, magari decidessero una volta di schierarsi a favore dei cittadini, che vogliono si godersi il lago di Nemi, senza vederne il suo impoverimento.
Va dato atto che la situazione climatica e la quasi assenza di piogge non aiuta certo la falda acquifera e i continui emungimenti idrici contribuiscono al decalage del livello del lago.
Ma di certo adesso non si può più restare inermi.
La denuncia del Comitato Protezione boschi Colli Albani
“Le amministrazioni comunali di Nemi e di Genzano hanno deciso di avviare numerosi progetti con ingenti finanziamenti pubblici per attrarre turisti (e soldi) al nostro lago. Si tratta della creazione di strutture ricettive per un turismo di massa e di consumo, di quello che porta profitti come hanno già fatto al lago di Castel Gandolfo.” Affermano del Comitato protezione Boschi dei Colli Albani.”
“Invece di puntare a preservare questo gioiello dagli appetiti economici, si promuove un turismo che più di ogni altra cosa danneggia il delicato ecosistema lacustre lasciando rifiuti, portando macchine, sciogliendo in acqua creme solari, nutrendo di scarti gli animali selvatici, creando eventi e serate con musica fino a tarda notte.” prosegue la nota del Comitato.
“Apertura del centro canoe: una grande struttura realizzata in cemento armato che poi centro sportivo non è, ma un bello stabilimento con tanto di feste serali e aperitivi sulla spiaggia. Non ci sono corsi di sport, solo possibilità di fare lezioni private di canoa o di noleggiare le stesse a prezzi davvero alti.”
“Le attività principalmente promosse sembrano essere la balneazione e la ristorazione. Un posto pagato con fondi pubblici 300mila euro, e che doveva quindi risultare un luogo di importanza sportiva e sociale a vantaggio della cittadinanza tutta. Qui invece chi si arricchisce è solo chi ha vinto il bando, e parecchio. Bando che in realtà prevedeva la promozione di sport tra i giovani e gli anziani ma soprattutto per i disabili, che non hanno nemmeno la pedana per arrivare in spiaggia nel caso di sedia a rotelle, ma anche la promozione di uno stile di vita sano, open day per le scuole e corsi di altri sport oltre la canoa. Nessuno dei requisiti viene oggi portato avanti dall’attuale gestione. Insomma un centro sportivo comunale a beneficio di tutti che invece è diventata un’attività commerciale a profitto di pochi e a discapito, come sempre, della natura.” Prosegue il Comitato protezione boschi dei Colli Albani
Oltre a ciò sono previsti la messa in sicurezza di via Diana per 7 milioni di euro, un impianto di sport lineare sul tratto di via del Perino da Genzano al Lago che ad oggi ha prodotto solo l’abbattimento del lecceto secolare.
Il recupero dell’edificio di Acea su via del Perino che deve diventare una struttura di ricezione turistica, punto ristoro, noleggio bici.
Per finire la creazione di passerelle bordo lago per ammirare lo specchio d’acqua.
“Tutto questo mentre il lago si sta prosciugando senza che nessuno intervenga – affermano i responsabili del Comitato – I progetti pubblici comportano l’investimento di circa 13 milioni di euro. Investimenti su un lago che ogni anno vede l’abbassamento visto del suo livello.” Aggiunge il Comitato ambientalista.
“Le cause dell’abbassamento sono molteplici: la diminuzione delle piogge, la cementificazione del territorio, che non fa filtrare l’acqua nel suolo, il taglio dei boschi che riduce l’umidita e non fa scorrere l’acqua in falda acquifera, il prelievo sempre in crescita di acqua dalla stessa falda per consumi umani sempre più alti. Tutto nell’indifferenza delle istituzioni. Chiediamo alle amministrazioni di ritirare i finanziamenti e di investire questi soldi per salvare il lago di Nemi dal suo prosciugamento.” Conclude il Comitato che invita tutti alla assemblea pubblica di giovedì 22 agosto.