La leggenda del cinema francese Alain Delon, protagonista di film come
Delitto in pieno sole (Plein Soleil) e Frank Costello faccia d’angelo ( “Le Samourai” nella versione originale), è scomparso all’età di 88 anni. La notizia è stata confermata dai suoi figli.
“Alain Fabien, Anouchka, Anthony, e il fedele Loubo, sono profondamente addolorati nell’annunciare la scomparsa del padre. È venuto a mancare serenamente nella sua residenza di Douchy, circondato dall’affetto della famiglia”, recita il comunicato diffuso, con una richiesta di rispetto della privacy.
Delon è stato uno degli attori simbolo della rinascita del cinema francese negli anni ’60, interpretando ruoli memorabili in pellicole dirette da registi come Jean-Pierre Melville, René Clément e Jacques Deray. Ha lavorato anche con maestri come Luchino Visconti, Louis Malle, Michelangelo Antonioni e Jean-Luc Godard, anche se non ha mai trovato il successo sperato a Hollywood.
Nato a Sceaux nel 1935, Delon ha avuto un’infanzia turbolenta, culminata nell’abbandono scolastico a 14 anni per lavorare come macellaio. Dopo un periodo nella marina francese, dove partecipò alla guerra del Vietnam, si dedicò alla recitazione. Fu notato a Cannes da un produttore di Hollywood, ma Delon scelse di iniziare la sua carriera in Francia, debuttando nel thriller del 1957 Send a Woman When the Devil Fails di Yves Allégret.
La sua bellezza e l’intensità dei suoi sguardi lo catapultarono rapidamente al ruolo di protagonista. Nel 1958 recitò accanto a Romy Schneider in “L’amante pura” (Christine), dando inizio a una celebre relazione che consolidò la sua fama di sex symbol.
Nel 1960, due film cambiarono la sua carriera: Plein Soleil, tratto dal romanzo di Patricia Highsmith, e Rocco e i suoi fratelli. Quest’ultimo lo avvicinò a Luchino Visconti, con cui lavorò nuovamente ne Il Gattopardo, uno dei film italiani più importanti.
Il successo internazionale lo spinse a tentare la fortuna in produzioni anglofone, ma nessuno dei suoi film ebbe un impatto tale da garantirgli un posto fisso a Hollywood. Tornò quindi in Francia, dove girò pellicole iconiche come Le Samouraï di Melville, che lo consacrò definitivamente come uno degli attori più affascinanti del cinema francese.
La Piscina del 1969 fu un altro punto culminante, anche se segnato dal controverso “caso Markovic”, un omicidio che scosse l’opinione pubblica e lo coinvolse indirettamente. L’assassinio del suo bodyguard Stefan Markovic, e le conseguenti speculazioni sui legami con l’élite francese, misero Delon al centro di uno dei più grandi scandali dell’epoca.
Nonostante ciò, Delon continuò a lavorare, sebbene il ritmo rallentasse negli anni ’70. Nel 1977 vinse il César per Mr. Klein (Monsieur Klein), mentre nel 1985 ottenne il César come miglior attore per Notre Histoire di Bertrand Blier. Nel tempo, si è dedicato anche alla produzione cinematografica, alla regia e ad altre attività imprenditoriali.
Negli anni ’90 Delon ridusse la sua attività, annunciando il ritiro nel 1997, salvo poi tornare nel 2008 per interpretare Giulio Cesare in Asterix alle Olimpiadi. La sua vita privata è stata altrettanto movimentata, con relazioni celebri e controversie che hanno alimentato il mito dell’attore.
Oltre al suo percorso artistico, Delon si è distinto anche per le sue posizioni politiche. Da sempre vicino al gollismo, negli ultimi anni ha espresso pubblicamente il suo sostegno al Front National, il partito di estrema destra francese guidato da Marine Le Pen, suscitando non poche polemiche. La sua adesione a queste idee ha segnato una fase controversa della sua vita pubblica, aggiungendo ulteriori sfumature a una figura già complessa e sfaccettata.