All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato che ha visto prevalere le ragioni della F R Z contro la CSA di Castelforte parla a laspunta.it l’A.D. della Formia Rifiuti Zero, il dr Raffaele Rizzo. Una conferma delle buone scelte operate dalla società formiana, già per altro ribadite dal Tar di Latina lo scorso novembre.
Dr Rizzo cosa significa per lei e per il Comune di Formia questa sentenza del Consiglio di Stato che ha dato ragione alla FRZ e al Comune?
“Innanzitutto mi corre l’obbligo di ringraziare il Sindaco e l’amministrazione comunale, che è stata illuminata, di esserci stati da subito vicino, per avermi sostenuto e aver sposato le mie tesi che si sono dimostrate fondate ed avvalorate e l’avvocato Vittorina Teofilatto per l’ottimo lavoro svolto, meticoloso e puntuale nella ricostruzione dei fatti e delle questioni di diritto sia al Tar che al Consiglio di Stato. Per noi adesso si prosegue sulla strada già tracciata. Alla luce delle sentenze è acclarato che l’impianto di Castelforte non poteva trattare in nessun modo i nostri rifiuti. Avevamo ed abbiamo avuto ragione delle nostre scelte.”
“Quando nel 2023 ricevetti la lettera dell’aumento del costo di conferimento di 52 euro/t per il conferimento fuori regione dei rifiuti, addirittura in Olanda, ero appena arrivato alla FRZ e così ho preso visione dei documenti e riscontrato l’assenza di un contratto essendovi solo un’offerta tacitamente rinnovata dal 2016 che impegnava la società a portare tutte le tipologie dei rifiuti alla CSA. Verificando il tutto ci siamo resi conto che la CSA non era abilitata come centro TMB ma solo come TM al solo trattamento meccanico per la sola riduzione volumetrica dei rifiuti, con una percentuale residuale dell’umido a condizione che la percentuale della differenziata fosse superiore al 65%. I rifiuti di Formia e Ventotene non avevano nessuno di questi requisiti. Per questo motivo ci siamo adoperati per trovare l’impianto adeguato al trattamento dei nostri rifiuti. Come lei saprà a Formia non abbiamo solo i rifiuti della città ma anche quelli che arrivano dalle navi e traghetti e dalla stazione ferroviaria oltre che dal mercato. Tutti rifiuti per la maggiorparte non differenziati.”
Ma anche prima del suo arrivo la situazione era uguale. Come è stato possibile che nessuno dall’amministrazione e da chi l’ha preceduta nella gestione della società se ne sia mai accorto?
“Non ho elementi per rispondere a questa domanda. Posso solo dire quello che ho fatto io. Evidentemente si, perché non possono esserci conferimenti senza contratto. Certamente, come lei mi ha chiesto, il conferimento alla CSA dei rifiuti di Formia e Ventotene è sempre avvenuto in questo modo, tra l’altro senza nessuna analisi merceologica dei rifiuti. Quelle le ho fatte io, presso i laboratori abilitati e certificati per legge, per verificare la composizione percentuale dei nostri rifiuti. Così mi sono adoperato per cercare il sito adeguato dove conferire i rifiuti, individuando nella SAF di Colfelice il sito idoneo dove portare i nostri rifiuti.”
Nell’impianto del CSA venivano quindi smaltiti rifiuti con una percentuale di organico molto superiore al 15%.
“Da quanto mi risulta solo nel Lazio vengono utilizzati impianti di solo Trattamento Meccanico per i rifiuti urbani indifferenziati nonostante la sentenza della corte di giustizia europea del 2014 che condannò l’Italia. Il 15% consentito non è una norma della Corte di Giustizia europea, che vieta l’utilizzo degli impianti TM, ma una norma nazionale (dlgs36/03 n.d.r.) relativa allo smaltimento in discarica che la regione Lazio ha erroneamente adeguato e utilizzato per gli impianti di trattamento meccanico considerandoli quindi come se fossero discariche. Io azienda produttrice di Formia e Ventotene sono invece obbligato a portare questi rifiuti in un impianto che prevede il trattamento della parte organica come ben specificato dalla normativa europea e ripreso nella citata sentenza di condanna della corte europea. Tra l’altro i rifiuti trattati solo meccanicamente non possono essere trasportati fuori regione e fuori nazione poiché come citato in altre sentenze della corte europea e come esplicitato dallo stesso ministero dell’ambiente con il solo trattamento meccanico non cambiano le caratteristiche qualitative del rifiuto con EER 200301 che restano quindi le stesse.”
Ma allora se anche CSA sapeva queste cosa per quale motivo vi han fatto causa? Solo per un aspetto economico?
“Francamente anche io sono rimasto sorpreso. Al loro posto non avrei fatto causa, visto poi come è andata a finire. Avrei provveduto a rimettere a posto l’impianto in modo da poter trattare il sottovaglio contenente l’organico e poter quindi ricevere il rifiuto indifferenziato proveniente dai comuni come il nostro. Poi durante questa vicenda a maggio è uscita una sentenza del Tar riguardante la RIDA di Aprilia contro CSA che revocava le autorizzazioni alla CSA e per due mesi CSA, come ha evidenziato il TAR di Latina ha continuato a ricevere rifiuti dai Comuni non potendoli ricevere.”
Ma la deroga della Regione per le biocelle data ad agosto del 2023, come se lo spiega?
“Anticipa la realizzazione che dovevano essere fatte antro giugno del 2024 e comunque non poteva riceverli nella misura dell’organico superiore al 15% e lo scarto andava trattato in impianto idoneo. Un’altra cosa che ha evidenziato il Consiglio di Stato è che le analisi erano inattendibili, quelle analisi venivano fatte come prassi. Una cosa che non mi spiego è come potessero i rifiuti del sottovaglio prodotti da CSA andare alla discarica di Viterbo”
Quindi a Viterbo sono arrivati rifiuti non conformi…
“Non spetta a me dirlo anche perché non ho contezza delle carte e dei documenti relativi a quell’attività. Gli atti sono stati trasferiti alla Procura, e questo dovranno stabilirlo loro.”
Formia ora ha avuto giustizia e adesso come si procede, è possibile mettere in atto la differenziata e avere un ottimo riscontro?
“Stiamo crescendo e negli ultimi mesi abbiamo superato il 70%. Un bel risultato nonostante le problematiche giornaliere che non mancano mai e siamo stati premiati come comune riciclone. Stiamo programmando anche altri interventi per migliorare il servizio e siamo tra i primi in Italia ad aver avviato la miniera urbana, vogliamo aprire un centro per il riuso e vorremo aprire una serie di impianti da mettere a servizio per la Provincia a sud di Latina e Frosinone, vista la carenza di impiantistica pubblica sul territorio. Aspettiamo anche che la Regione indichi, nel nuovo piano dei rifiuti, come dovranno essere gestiti e in che modo i rifiuti, con quali strutture e impiantistiche. Ad oggi non c’è un piano regionale ragionato, speriamo che ne arrivi uno che indichi come le Provincie dovranno muoversi, evitando che tutto giri intorno a Roma. Non possiamo continuare ad assistere all’aumento delle tariffe e dei problemi sul territorio per colpa della disorganizzazione del Comune di Roma.”
Che idea si è fatta di come dovremmo gestire i rifiuti nella nostra regione, atteso che nessuno vuole gli impianti sotto casa…
“L’idea è affidarsi ad una programmazione seria e smetterla di lavorare in emergenza. La sentenza della Corte Europea è del 2014 e non è cambiato nulla. Bisogna fare una pianificazione regionale seria e ragionata, da un lato la situazione Roma e romana e dall’altro lato il resto delle provincie. Gli impianti debbono essere funzionali ed i territori autosufficienti, solo così possiamo abbattere la tariffa dei rifiuti sui quali gravano i costi per portare i rifiuti in giro da una provincia all’altra se non fuori Regione e va sicuramente riveduta la norma con cui la Regione Lazio impone la tariffazione e la cifra da pagare agli impianti sulla scorta di richieste fatte dagli impianti stessi. Su questo sta intervenendo ARERA ma non basta, serve un calmiere e una razionalizzazione uscendo da un’emergenza che dal 2014 ancora è presente.“
La differenziata ma conviene veramente? Funziona? Perché tutti si vantano dei risultati, dovrebbero anche introitare dei soldi per abbattere la tariffa che invece dappertutto cresce, ma come mai?
“I territori non sono autosufficienti. E la programmazione territoriale non è mai stata chiusa e portata a termine e di esempi ne abbiamo tanti a riguardo. La raccolta porta a porta è un sistema progettato proprio per la carenza impiantistica e i cittadini devono fare procedimenti virtuosi per sostituire quello che dovrebbero fare gli impianti. Ci sono i consorzi che sono privati e che gestiscono con l’Anci questi accordi sul riciclo. Questo sistema dovrebbe creare un meccanismo di autosufficienza, però per alcune tipologie non ci sono ritorni economici. Secondo il mio parere posso dire solamente che i consorzi di filiera andrebbero gestiti in maniera differente.”
Alla fine guadagnano i consorzi invece che i cittadini… Come è migliorata la raccolta a Formia?
“Abbiamo dovuto reimpostare alcuni servizi come la gestione dell’isola ecologica e anche qui stiamo avendo dei riscontri positivi. Con la miniera urbana e la raccolta dell’olio esausto abbiamo avuto degli ottimi risultati e non solo per aver regalato 1 litro di olio di frittura ogni dieci litri esausti conferiti. Stiamo sperimentando la Tarip che partirà nei prossimi mesi. Anche qui molto dipenderà anche dai cittadini dai loro comportamenti, sarà importante la formazione, l’informazione ma anche il controllo con i vigili urbani e con ispettori ambientali in modo da punire coloro che remano contro per inciviltà e mancanza di senso di appartenenza e di rispetto per il territorio e l’ambiente. Per fortuna la maggioranza dei cittadini ha cura e rispetto dell’ambiente.”