Nel giorno dell’anniversario del massacro perpetrato da Hamas, che un anno fa ha causato la morte di 1.139 persone e il rapimento di oltre 200, la tensione nella regione non accenna a diminuire. Oggi, Hamas ha lanciato una raffica di razzi contro Israele. Secondo l’esercito israeliano, cinque razzi sono stati lanciati da Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, con l’obiettivo di colpire Tel Aviv.
I razzi sono stati intercettati dal sistema di difesa israeliano. L’ala armata di Hamas, le Brigate Qassam, ha rivendicato l’attacco, dichiarando su Telegram di aver utilizzato razzi Maqadmeh M-90. Il gruppo ha motivato l’azione come parte di una “battaglia di logoramento in corso”, giustificata dai “massacri contro i civili e dallo sfollamento deliberato” da parte dell’esercito israeliano.
Il lancio di razzi contro una grande città israeliana come Tel Aviv è significativo e dimostra che, nonostante un anno di intense operazioni militari, Hamas è ancora in grado di organizzare attacchi di questo tipo. Questo solleva interrogativi sulla strategia israeliana, che negli ultimi dodici mesi ha devastato gran parte delle infrastrutture di Gaza, uccidendo circa 42.000 palestinesi e frammentando ulteriormente il territorio.
L’esercito israeliano ha attivato gli allarmi aerei nella regione, consigliando ai cittadini di seguire le direttive del Comando del Fronte Interno. L’attacco odierno, sebbene sventato, sottolinea come la questione non possa essere risolta solo con azioni militari: è necessario trovare una soluzione politica per interrompere un ciclo di violenza che, nonostante i numerosi interventi, sembra non avere fine. Tuttavia, il governo israeliano ha ribadito la sua posizione, escludendo al momento qualsiasi negoziato per cessare il fuoco.
L’attacco delle Brigate Qassam conferma che, nonostante un anno di durissimi colpi, Hamas resta un attore presente sul campo, capace di colpire in maniera significativa e mettere in discussione la sicurezza israeliana.
La Situazione in Libano
Continua la guerra in Libano, dove gli scontri tra Israele e Hezbollah si intensificano, aggiungendosi al conflitto già in corso con Hamas a Gaza. In un raid aereo israeliano nella città di Qaliya, nella valle occidentale della Bekaa, due persone sono state uccise. L’attacco, condotto alle prime ore del mattino, ha colpito una casa, causando una nuova onda di sfollamenti dal Libano meridionale, già devastato dai bombardamenti israeliani delle ultime due settimane. La violenza ha provocato più di 1.000 vittime e ha costretto oltre un milione di persone a lasciare le loro abitazioni.
Dall’altra parte del confine, il gruppo armato libanese Hezbollah ha rivendicato un attacco contro veicoli militari israeliani presso il sito di Jal al-Allam. L’operazione è parte di un’offensiva più ampia che coinvolge anche il coinvolgimento delle forze israeliane nel Libano meridionale, con l’impiego di truppe della 91ª divisione, comprese forze di riserva, impegnate in una campagna di terra.
Il conflitto si estende ben oltre il Libano e Gaza: Israele ha minacciato di colpire l’Iran, accusato di aver lanciato un attacco missilistico balistico contro il territorio israeliano la scorsa settimana.
La situazione a Gaza
Intanto, nella Striscia di Gaza, la situazione continua ad essere tragica. In un attacco nel campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia, 17 persone, tra cui almeno nove bambini palestinesi, sono rimasti uccisi dopo che l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione immediata dei civili e ha iniziato a bombardare l’area. Questa offensiva giunge a una settimana dall’inizio delle operazioni terrestri israeliane nel Libano meridionale e mentre proseguono i raid aerei, inclusi quelli sui sobborghi meridionali di Beirut.
L’inasprimento della guerra su più fronti solleva preoccupazioni crescenti per la stabilità regionale e per l’impatto umanitario sui civili coinvolti.
La guerra di Israele a Gaza finora ha portato all’uccisione di 41.870 persone e 97.166 feriti.