Un migliaio di persone sono scese in piazza per dire no all’inceneritore che il comune di Roma vuole costruire a Santa Palomba.
Comitati, cittadini, Sindaci (pochi per la verità) hanno sfilato per le vie di Albano per giungere fino alla vicina Ariccia, dove il corteo si è poi concluso.
Un corteo composto nel quale spiccavano le presenza di Ignazio Marino e Filiberto Zaratti il primo eurodeputato e l’altro parlamentare che sostengono i motivi della manifestazione, ma soprattutto sostengono la battaglia che l’Unione dei comitati sta facendo per impedire che il mostro mangia rifiuti venga realizzato.
Un inceneritore con un camino alto 85 metri e che brucerà 600 Mila tonnellate di rifiuti della capitale per i prossimi 33 anni. Quanti il progetto di Gualtieri che sarà realizzato da Acea, unica azienda ad aver partecipato e vinto il bando pubblicato dal Comune di Roma.
“Bruciare 600 mila tonnellate di rifiuti equivale ad emettere 600 mila tonnellate di co2 ogni anno” ha detto Ignazio Marino che ha aggiunto “Abbiamo fatto una interrogazione alla Commissione europea che dovrà rispondere entro 30 giorni. Abbiamo sollevato le criticità di questo progetto che va nella direzione opposta da quella tracciata dall’Unione Europea in fatto di smaltimento di rifiuti“.
Come a dire a chiacchiere tutti parlano di riciclo, di riuso, nei fatti l’amministrazione Gualtieri pensa solo all’unico modo possibile per sbarazzarsi dei rifiuti, bruciarli.
Tra l’inceneritore di Santa Palomba, la Bretella Cisterna Valmontone, l’impianto della Fassa e Bortolo che il suo camino alto quanto quello dell’inceneritore, il mega impianto di fotovoltaico d da 60 mila pannelli tra Velletri e Aprilia, il progetto della Biogas tra Artena e Lariano, questo territorio sembra proprio destinato ad un futuro per nulla allegro, anzi con un possibile cambio del microclima, con polveri sottili e un sovraccarico di co2 che di sicuro cambierà l’ambiente dei Castelli Romani.
Senza dilungarci troppo su quelle che possono essere malattie derivanti, soprattutto cardiorespiratorie, dalla continua esposizione a polveri sottili e co2.
E’ questo scenario che i cittadini e i comitati stanno combattendo, nonostante siano stati persi i ricorsi fino al Consiglio di Stato.
I cittadini e i comitati non ci stanno a questo intervento invasivo che andrebbe a compromettere il territorio dei Castelli Romani e continueranno una battaglia anche per le future generazioni.
La manifestazione è un punto di partenza, un rilancio delle iniziative contro questi progetti.
Nel mentre la Regione Lazio dovrà pure svolgere un ruolo, e dovrà esprimersi anche sulla mancata VAS che riguarda l’impatto dell’inceneritore sul territorio dei Castelli.
Come si comporterà la regione? Cosa farà per evitare che questo progetto diventi realtà? Pur consapevoli che i rifiuti vanno gestiti, non è certamente questa la soluzione che risolve i problemi dei rifiuti della Capitale, e non è sufficiente per Gualtieri, sbandierare il Giubileo del 2025, perché l’impianto, se sarà fatto, non vedrà la luce prima del 2028.
Resta la posizione della politica. Ieri in piazza solo 5 rappresentanti dei comuni castellani. Troppo pochi. La Politica, in questo caso non deve guardare agli interessi di bottega o alle correnti, deve rappresentare gli interessi dei territori, ma in troppi, forse, se ne sono dimenticati.
Ed anche i cittadini, quelli presi dallo shopping del sabato pomeriggio, quelli che pensano che questo problema non li riguardi, dovrebbero invece avere uno scatto d’orgoglio per loro e per i loro figli. Manifestare a tutela della propria qualità della vita dovrebbe essere un imperativo, non basta essere ideologicamente vicini a chi invece in piazza è sceso.