Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto. Con questo slogan si è aperta la manifestazione dei metalmeccanici Stellantis e dell’indotto. 20 mila persone sono scese in piazza per protestare contro le politiche industriali del colosso automotive italo francese che da mesi soffre di una crisi senza precedenti.
Da tutti i siti industriali, i lavoratori, gli impiegati, questa volta tutti uniti, i tecnici, i sindaco con le fasce tricolori, quelli di Cassino e Piedimonte San Germano con i gonfaloni, si sono dati appuntamento a Roma.
Nonostante il tempo incerto e la pioggia, i lavoratori hanno risposto presente, alla chiamata dei sindacati nazionali di categoria, Fim, Fiom, Uilm.
Insieme a loro i Segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, alcuni esponenti della politica nazionale dalla Segretaria del Pd, Schlein, del Movimento 5 stelle, Conte, Avs Fratoianni e Bonelli. Dal palco parole dure da parte del sindacato contro Tavares e contro Stellantis che di fatto sta mettendo a rischio 25 mila posti di lavoro.
“La nostra è una manifestazione unitaria e abbiamo rispettato la parola data ai lavoratori di Torino. Noi vogliamo unire tutti lavoratori e le lavoratrici“, ha detto il segretario della Fiom, Di Palma.
Come tutti gli altri segretari dei sindacati dei metalmeccanici, anche Di Palma è convinto della necessità di convocare Tavares a Chigi. “Stellantis e il governo hanno un ruolo centrale e devono proteggere i lavoratori perché è una cosa vergognosa“, ha detto il segretario Fim, Iuliano. “Abbiamo tutti gli stabilimenti in cassa integrazione e stanno per finire gli ammortizzatori sociali, altro che missione produttiva“, ha rimarcato il segretario Uilm Palombella.
Frustrazione e rabbia, questo il sentimento comune dei manifestanti, perché la crisi di Stellantis è la crisi di un intero settore e il Governo invece di intervenire, come dovrebbe fare, se ne sta in disparte non si sa bene a fare cosa.
Anche i tre segretari confederali, Landini, Sbarra e Bombardieri hanno richiamato le parti alle loro responsabilità. “L’automotive è un settore strategico, ma è a rischio. Le prospettive – dai livelli di produzione all’occupazione – non sono chiare, non c’è un piano industriale che definisca un futuro. E noi non vogliamo stare a guardare. Serve un rilancio delle politiche industriali. Il governo convochi le parti sociali, Stellantis e le aziende della componentistica a palazzo Chigi perché c’è bisogno di un piano strategico complessivo in Italia, e in Europa” ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini che questo settore conosce bene. “In Italia stiamo producendo 300mila auto quando avremmo la capacità produttiva per 1,5 milioni di auto”, ha aggiunto Landini che si è rivolto al governo “palazzo Chigi, la premier Meloni deve convocare Stellantis con l’ad Tavares, le aziende della componentistica e i sindacati per un vero piano industriale di rilancio. Non possiamo più aspettare. Paghiamo errori e ritardi, anche sull’auto elettrica. Serve insieme una discussione a livello europeo“.
Dello stesso tenore le parole di Luigi Sbarra Segretario Generale della Cisl “Negli stabilimenti italiani c’è una situazione drammatica, molta incertezza sul presente e paura soprattutto sul futuro. E poi chiediamo rispetto verso decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori che pretendono di avere il sacrosanto diritto alla certezza dell’occupazione”, ha detto Luigi Sbarra. “Ci aspettiamo maggiore responsabilità sociale, quindi Stellantis presenti subito un piano industriale che indichi impegni certi per il rilancio dell’automotive e il governo accompagni, con una forte iniziativa politica, l’impegno di Stellantis a realizzare investimenti, maggiore capacità produttiva e salvaguardia dei posti di lavoro“.
Anche per Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale della Uil, il Governo deve svolgere un ruolo attivo in questa vertenza “Il governo deve convocare Tavares insieme ai sindacati e chiedere di mantenere gli impegni presi da Stellantis in questi anni, in cui prendeva i contributi di questo Paese, e deve intervenire per abbassare i costi dell’energia che sono troppo altri. E chiarire qual è la linea di politica industriale. La piazza chiede di fare presto“, ha aggiunto Pierpaolo Bombardieri.
Il Ministro Urso ha deciso che è arrivato il momento di convocare Stellantis “Rispetto i sindacati e i lavoratori e loro lo sanno, per questo domani faremo partire la convocazione di Stellantis al Ministero”. Ma convocare Stellantis per fare cosa? Il ministro deve pretendere impegni veri da parte del colosso dell’automotive e soprattutto deve costruire un provvedimento straordinario per sostenere il reddito dei lavoratori che sono e andranno, in cassa integrazione, visto che gli ammortizzatori sociali sono ormai esauriti e lo spauracchio dei licenziamenti, fa perdere il sonno di migliaia di uomini e donne che lavorano per Stellantis.
Senza dimenticare l’indotto che è fondamentale per la produzione delle autovetture. Un tavolo che veda tutte le parti in, causa, Stellantis, le aziende dell’indotto, le Organizzazioni Sindacali con la regia del Governo per avere un piano di rilancio in grado di salvare l’occupazione e soprattutto la stessa Stellantis, che questa volta invece di chiedere soldi allo Stato, dovrà mettere mano al portafogli.