Lunedì mattina alle ore 8 riapre il punto nascite presso l’ospedale Paolo Colombo di Velletri.
Lo aveva promesso il Direttore Sanitario, Salvatore La Regina qualche mese fa, “Stiamo lavorando per riaprire il punto nascite entro la fine dell’anno“, aveva detto a noi de La Spunta e la promessa è stata mantenuta con un paio di mesi di anticipo.
Sulla riapertura del punto nascite si è giocata la campagna elettorale del centro destra, alle scorse elezioni amministrative e ora, dopo tanti annunci, è arrivata l’ufficialità.
Verranno attivati 4 posti letto di Neonatologia, 6 posti letto di Pediatria e l’estensione del reparto di Ginecologia e Ostetricia a 20 posti letto.
Questo è quanto previsto nell’atto aziendale inviato a tutti i vertici della Asl Rm6, alla Regione Lazio, all’Ares 118, al Comune di Velletri e a tutte le strutture tecniche dell’ospedale di Velletri.
Sembrerebbe che sia già stato programmato per lunedì mattina il primo taglio cesareo che dovrà sancire la riapertura del centro nascite, che vedrà anche una cerimonia di apertura prevista per le 10 del mattino.
Ma come sarà organizzato questo punto nascite? Al di là della soddisfazione, bisognerà fare i conti con l’operatività della struttura, per la quale non c’è nulla nell’atto aziendale diramato a tutte le strutture. Anche perché la comunicazione è stata fatta nella giornata di ieri.
È tutto pronto? Il personale ci sarà tutto? Risolto il problema degli anestesisti in turno? Ci saranno infermieri a sufficienza?
Se ci dovesse essere un problema è pronta una sala di rianimazione neonatale?
Tutto questo lo si scoprirà solo lunedì mattina, forse. Ma stando a voci molto informate sia interne al nosocomio veliterno, sia da Borgo Garibaldi, sia da altre strutture del territorio della Asl, parrebbe che tutto non sia pronto al cento per cento.
Il condizionale è d’obbligo in questi casi. Intanto si apprende che questo reparto sarà a gestione ostetrica, quindi si potrebbe verificare un problema di compresenza degli infermieri. Se ciò fosse confermato, comporterebbe un gap di competenze, appunto quelle infermieristiche, che potrebbero non essere garantite.
Per comprendere meglio questo tipo di criticità facciamo un esempio. Essendo un reparto a gestione ostetrica, l’ostetrica di turno durante il servizio è alla strumentazione e all’assistenza. Se dovesse verificarsi una contemporaneità di urgenze, chi dovrebbe intervenire? Dovrebbe farlo l’infermiere se presente, perché gli OSS non sono formati per poterlo fare.
Così come, per far fronte alla carenza di anestesisti, la Asl avrebbe fatto ricorso a dei tirocinanti.
Anche per la presenza dei pediatri invece si sarebbe fatto ricorso ad una convenzione con una cooperativa e se confermato sarebbe una esternalizzazione del servizio a privati.
Il problema tra l’altro sarebbe anche emerso in alcuni incontri aziendali, ma le Organizzazioni Sindacali, interpellate al riguardo, non avrebbero proferito parola, forse perché in attesa di verificare l’evoluzione della situazione o forse perché presi dalla definizione della mappatura degli incarichi, che non è altro che la distribuzione di alcuni incarichi e posizioni organizzative che vengono attribuiti dalla Asl Rm6 e che sarebbero negoziati con le Organizzazioni Sindacali.
Proprio il fatto che sia un reparto a gestione ostetrica lascia, quindi, qualche perplessità sull’organico.
Ma, al di là di ciò, lunedì mattina sarà il grande giorno, anche perché ci sarà il primo parto cesareo, guarda caso in concomitanza con la cerimonia di inaugurazione che si terrà alle 10 e che vedrà la presenza di tutti i vertici aziendali, regionali e comunali. Un parto casuale o a favore di telecamere e fotografi?