Diverse migliaia di agricoltori della Coldiretti stanno protestando da ieri mattina sotto la sede della Regione, in via Rosa Raimondi Garibaldi.
Una protesta annunciata quella della Coldiretti, con dichiarazioni molto dure nelle settimane passate.
Da settimane infatti il Presidente della Coldiretti Lazio, Davide Granieri, aveva lanciato strali contro l’assessore Giancarlo Righini, reo, secondo la Coldiretti di non svolgere fino in fondo il suo ruolo, tanto da essere definito da Granieri prima come un assessore a “mezzo servizio” ( per via degli impegni con la delega del bilancio) e poi “inconsapevole della grave crisi che attraversa tutto il comparto.”
Ieri mattina la svolta , con migliaia di agricoltori in protestata che si sono ritrovati sotto la sede della Regione, con Granieri in testa.
Cartelli, slogan, trattori, campanacci, fischietti, tende e addirittura cucine da campo. Una manifestazione pacifica ma ferma. Mai negli ultimi 20 anni la Coldiretti aveva messo in piedi una protesta così vibrante contro un assessore regionale all’agricoltura.
E’ dovuto intervenire il Presidente Rocca in persona, che nel pomeriggio ha convocato una delegazione della Coldiretti, con Davide Granieri. Insieme al presidente Rocca anche il contestato assessore Righini.
“Insieme all’assessore all’Agricoltura Giancarlo Righini abbiamo ricevuto una delegazione di Coldiretti Lazio, guidata dal presidente David Granieri. Un tavolo di confronto che si riunirà periodicamente per ricercare, insieme, le migliori soluzioni per i principali dossier del comparto agricolo. Un confronto intenso e leale nel corso del quale abbiamo raccolto le preoccupazioni dell’organizzazione per la fase così delicata che stiamo vivendo.” Ha detto Rocca.
Parole che dovevano servire a stemperare il clima di protesta e dare un segnale di apertura in grado di far terminare la manifestazione. Ma così non è stato. Gli agricoltori hanno ritenuto le dichiarazioni di Rocca e Righini inadeguate, tanto che la manifestazione non è stata sciolta ed addirittura gli agricoltori si sono accampati per tutta la notte davanti alla sede della Regione.
“Vogliamo risposte concrete non ulteriori chiacchiere” hanno ripetuto in molti agricoltori presenti alla manifestazione ed anche lo stesso Presidente Granieri ha aggiunto “Abbiamo condiviso che avranno modo di riflettere ma nel frattempo noi rimaniamo qui.”
E sono spuntate le tende, le cucine e c’è anche chi ha preparato del vin brulèè. Non sarà dunque una protesta semplice da governare ed arriva da un comparto, quello agricolo che rappresenta molto in termini di Pil regionale.
Ma soprattutto la protesta arriva della Coldiretti, che ha sempre cercato il dialogo con le amministrazioni di turno.
Ma quali sono le cause che hanno portato al Coldiretti a scendere in piazza in maniera così clamorosa? Le spiega direttamente Davide Granieri che non risparmia critiche anche ai dirigenti dell’assessorato all’agricoltura.
Da mesi le nostre proposte restano inascoltate – dichiara il presidente di Coldiretti Lazio David Granieri – e assistiamo all’inconsapevolezza della situazione di crisi e di spossatezza, che investe molte delle principali filiere agricole della nostra regione. L’assessore all’Agricoltura deve riprendere in mano la delega agricola con risposte politiche, perché lasciare in mano tutto alla tecnostruttura, con il direttore generale in testa, ha portato ai risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti.”
Inoltre – aggiunge Granieri – interpellati più volte per le vie brevi sui vari problemi, la struttura e l’assessore si sono rifugiati dietro al ‘non ci sono risorse per il settore agricolo’. Questa cosa non la possiamo accettare, sia per l’importanza strategica che l’agricoltura laziale riveste all’interno della tenuta generale della Regione Lazio e sia dal punto di vista politico ed economico.” Ha proseguito Granieri che ha chiesto un intervento preciso della giunta Rocca sui problemi del comparto agricolo
“Per questo esortiamo il presidente Rocca, l’assessore Righini e l’intera Giunta, ad individuare tutte le possibili soluzioni al fine di trovare risorse per risolvere la crisi che sta investendo l’agricoltura del Lazio. Lo stesso presidente Rocca ha garantito la disponibilità sua e dell’intera giunta a dare risposte e confrontarsi sui problemi degli agricoltori”.
Gli agricoltori hanno denunciato, con slogan, cartelli e striscioni, una crisi in tutte le filiere: da quella del settore ovino, con un calo di 250 mila capi, a quella suinicola, che continua ad essere minacciata dalla Peste suina, fino a quella dell’ortofrutta con la moria dei kiwi e la corilicoltura con un calo del 50% del raccolto di nocciole.
Problemi anche per la filiera bufalina con il calo del prezzo del latte alla stalla del 30%, oltre alla zootecnia, sia per la filiera del latte che della carne, dove è necessaria una profonda riorganizzazione e programmazione. A tutto questo si aggiungono gli inaccettabili ritardi relativi alle misure dello sviluppo rurale con scelte che non coincidono con le reali esigenze del settore, figlie del mancato confronto.
“La crisi che stiamo attraversando e la mancanza di risposte dipendono anche dall’ottusa scelta del direttore generale – prosegue Granieri – e della tecnostruttura di non avere mai voluto un confronto democratico con la vera rappresentanza o, nel miglior dei casi, pensare che rappresentanze non riconosciute valgano con la logica ‘di uno vale uno o di uno vale l’altro’. Da qui la mancanza di risposte efficaci alla crisi di tante filiere agricole nel nostro territorio laziale. Sono questi i motivi che ci portano alla mobilitazione di oggi davanti alla Regione Lazio con i nostri agricoltori”.
Una situazione insostenibile per l’agricoltura, secondo la Coldiretti, che passa anche dai ritardi sulla fauna selvatica, con i cinghiali che continuano a distruggere fino all’80% dei raccolti e un contenimento della Peste suina e della Lingua blu, totalmente inefficaci.
Fino ad arrivare ai lupi che sbranano pecore e capre degli allevamenti, con pastori costretti a dormire in auto per evitare aggressioni e perdite senza ricevere i necessari ristori.
“La nostra è una mobilitazione permanente – ha concluso il presidente di Coldiretti Lazio – Non siamo più disposti a vedere il settore agricolo trattato come la ‘Cenerentola’ degli interessi complessivi della Regione. Non ci fermeremo fino a quando non verrà restituita all’agricoltura del Lazio la giusta centralità che merita. Siamo qui per avere subito risposte al disagio dei nostri coltivatori e per risolvere i problemi degli agricoltori”.