E’ durata poco più di un’ora la replica del PM Giovanni Musarò nell’ambito del processo Tritone in svolgimento presso il Tribunale di Velletri.
Il Procuratore ha centrato la sua replica soprattutto sulla figura del carabiniere Rillo Elia e del reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Il Pm ha evidenziato le lacune presentate dagli avvocati difensori, riformulando gli interrogatori e i passaggi delle intercettazioni nelle quali si evidenza, sempre secondo la Procura, come Rillo Elia si rapportava con la ‘ndrina di Anzio fornendo informazioni e ricevendo informazioni.
Il tutto con il solo fine di salvaguardare il sistema malavitoso, secondo Musarò. Al centro il rapporto tra Rillo Elia e Lorenzo Fabrizio che era il tramite con i vertici dell’organizzazione malavitosa.
Per il Pm, Rillo Elia avrebbe partecipato attivamente soggettivamente ed oggettivamente a comportamenti tali da configurare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Secondo Musarò l’azione del carabiniere era percepita dai vertici malavitosi. “Quando Rillo Elia finisce nel mirino di un esponente della cosca, indicato come una persona che faceva sparire i soldi, non si rivolge ai carabinieri ma direttamente alla ndrangheta” ha detto il Procuratore Musarò. Il Procuratore ha anche riportato intercettazioni nelle quali viene asserito che chi parlava male di Rillo e Fabrizio venivano malmenati.
Al termine della replica del Procuratore il giudice Silvia Artuso ha aggiornato le udienze al 29 novembre e al 2 dicembre per le controrepliche della difesa degli imputati e il ritiro della Corte in camera di consiglio per le decisioni finali del Processo Tritone.