Dopo mesi di tentativi di avere risposte sulla regolarità dell’edificio che ospita i ragazzi della Marone, su via dei Castelli Romani, i genitori hanno deciso di scioperare. L’istituto comprensivo ha svolto le lezioni a singhiozzo, molti ragazzi sono rimasti a casa. Almeno 130 famiglie hanno aderito allo sciopero. Senza riscaldamenti non è possibile fare lezione.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso il mancato funzionamento dei riscaldamenti, che con l’inizio dell’inverno, dovrebbero riscaldare le aule. Invece nel plesso riadattato a scuola questo non accade. Più volte i genitori e la scuola stessa ha chiesto un intervento dell’amministrazione comunale ma ad oggi il problema non è risolto così i genitori hanno deciso, insieme al comitato nato spontaneamente mesi fa, di scioperare.
Oltre ai riscaldamenti sono diverse le questioni irrisolte come il mancato collaudo della struttura stessa che doveva essere fatto entro la fine di settembre, poi per le intervenute prescrizioni, si doveva fare nelle settimane successive, invece ad oggi il collaudo non è stato fatto e non si capisce se i luoghi sono sicuri oppure no, anche perché manca il nulla osta dei Vigili del Fuoco, atto di non poco conto.
Così come, dal punto di vista burocratico, il rogito tra il Comune e la società proprietaria dell’immobile ancora non è stato effettuato. Il preliminare prevede penali in caso di mancato rogito entro la fine di settembre scorso a seconda di chi sia la responsabilità del mancato rogito. Se le responsabilità del mancato rogito dipendessero dal Comune, sarà il comune a rifondere la società.
Una vicenda controversa che non accenna a placare anche il dibattito politico tra maggioranza ed opposizione. Tra l’altro i cittadini e le famiglie in questo caso, chiedono solo di sapere come stanno le cose, al di la dei giri di parole e dei post social degli amministratori comunali, Sindaco Felici in testa.
Infatti lo scorso 27 novembre i genitori avevano scritto al Comune e al Dirigente scolastico, all’assessore regionale alla politiche scolastiche e al Ministero della Pubblica Istruzione chiedendo un sollecito intervento.
Nella lettera i genitori hanno fatto un breve cronistoria della situazione tra cui la richiesta di visitare i locali scolastici, in un primo momento accordata dal dirigente scolastico e poi annullata. Nella richiesta si chiedeva un intervento per ripristinare, revisionare e fare manutenzione sull’impianto di riscaldamento ad oggi spento, di essere informati ma soprattutto di sapere se i ragazzi che frequentano la struttura riadattata a scuola siano assicurati, visto che la stessa non è proprietà del Comune.
Una lettera che è rimasta inevasa. Da qui la decisione dello sciopero.