Un esposto firmato dal comitato #perlefuturegenerazioni impegnato insieme ad altri, nella salvaguardia dei Laghi di Castel Gandolfo e Nemi è stato depositato presso la Procura della Repubblica di Velletri.
Un esposto che chiede alla Procura della Repubblica di Velletri di accertare le responsabilità di quello che si prefigura diventare un disastro ambientale, tra gli Enti che, in concorso, hanno determinato questa situazione.
Ovvero accertare le responsabilità degli enti preposti alla tutela ambientale, tra cui la Regione Lazio e Acea Ato2, in violazione di normative nazionali e regionali.
“I laghi dei Castelli Romani sono stati feriti a morte proprio da chi dovrebbe proteggerli. Ora basta. Intervenga la magistratura.” E’ quanto ha dichiarato il Comitato #Perlefuturegenerazioni
“È ormai evidente che la crisi dei laghi Albano e Nemi non sia frutto di eventi naturali, ma il risultato di anni di scelte politiche fallimentari, di irresponsabilità amministrative e di interessi privati anteposti al bene comune.” Ha proseguito il Comitato.
“Il disastro ambientale in corso nei laghi vulcanici dei Castelli Romani è un atto d’accusa diretto contro coloro che avrebbero dovuto tutelare questi patrimoni naturali, tra l’altro il lago Albano è sito di interesse comunitario (SIC IT6030038), in estrema sintesi affermiamo che gli Enti preposti alla tutela hanno permesso un lento e inesorabile degrado.” Attacca il Comitato.
“La Regione Lazio e Acea Ato2, con il loro immobilismo e la mancata attuazione di misure preventive, si sono dimostrate incapaci di proteggere un ecosistema unico, trasformandosi da custodi del territorio a complici della sua distruzione.” Specifica il Comitato #perlefuturegenerazioni
“La crescita incontrollata delle concessioni di prelievo idrico, l’incapacità di ridurre le perdite della rete idrica, il mancato rispetto delle normative regionali e nazionali sono il riflesso di una gestione miope e opportunistica, in cui interessi economici e politici hanno prevalso sul dovere di salvaguardare il territorio.” Prosegue nella disamina il Comitato.
“Il progressivo abbassamento dei livelli idrometrici di riferimento, documentato da studi e analisi scientifiche, era un fenomeno prevedibile e prevenibile, infatti gli allarmi a riguardo sono stati lanciati alla fine degli anni ottanta.”
“Tuttavia, le autorità hanno preferito ignorare i segnali d’allarme, scegliendo di favorire l’urbanizzazione e lo sfruttamento delle risorse idriche a scapito della sostenibilità ambientale.” Prosegue la nota
“Le concessioni di emungimento delle acque direttamente dal lago, ancora attive, rappresentano l’emblema di un sistema che sacrifica la natura sull’altare degli interessi particolari. Questa situazione non è solo una questione di incompetenza, ma di responsabilità politica.” Accusa il Comitato.
“La progressiva scomparsa dei laghi non è solo una tragedia ecologica, ma un colpo diretto al diritto delle future generazioni di godere di un patrimonio che dovrebbe essere comune. Tale fenomeno, aggravatosi negli ultimi anni, non è correlato esclusivamente alla scarsezza delle precipitazioni, ma è attribuibile principalmente a un eccessivo sfruttamento delle risorse idriche sotterranee che alimentano i bacini lacustri.” Aggiunge il Comitato
“Si è riscontrato un progressivo depauperamento delle risorse idriche all’intero comprensorio dei Castelli Romani, dove la crescente urbanizzazione e l’aumento delle concessioni per prelievi idrici hanno ulteriormente aggravato la crisi ambientale.”
“Le sorgenti naturali, fondamentali per alimentare i laghi e garantirne un equilibrio ambientale sostenibile, stanno subendo un rapido esaurimento. Numerose pubblicazioni scientifiche e documenti ufficiali evidenziano come l’equilibrio tra ricarica degli acquiferi e prelievi idrici sia stato compromesso.” Puntualizza il Comitato.
L’esposto presentato dai Comitati alla Procura della Repubblica di Velletri, è un grido d’allarme per salvare due dei patrimoni naturali più importanti del Lazio. Gli ecosistemi lacustri non sono solo fonte di biodiversità , ma anche risorse vitali per le comunità locali.
“È indispensabile un intervento immediato per garantire il rispetto dell’articolo 9 della Costituzione Italiana, che tutela il paesaggio e il patrimonio naturale del nostro Paese.” Continua il Comitato #perlefuturegenerazioni che lancia un appello alla Procura della Repubblica.
“Il comitato #perlefuturegenerazioni impegnato insieme ad altri, nella difesa dei bacini lacustri attraverso l’esposto sottoscritto da Tonino D’Annibale, Franco Medici e Milvia Monachesi, invitano la Procura ad accertare le responsabilità degli enti preposti alla tutela ambientale, tra cui la Regione Lazio e Acea Ato2, in violazione di normative nazionali e regionali.”
“Viene inoltre chiesta l’applicazione immediata delle norme esistenti, ignorate da anni. L’adozione di misure urgenti, tra cui il sequestro preventivo degli impianti di captazione dell’acqua e la a revisione delle concessioni idriche in essere, può interrompere l’aggravarsi degli effetti dannosi sul territorio.” Puntualizza il Comitato che invita la magistratura ad agire con fermezza.
“È giunto il momento che la magistratura intervenga con fermezza, imponendo misure drastiche per fermare questo scempio. L’inefficienza e la negligenza degli Enti preposti alla tutela non possono più passare inosservate.” Esorta il Comitato che chiude con un richiamo alla salvaguardia dei Laghi.
“I laghi Albano e di Nemi non devono diventare il simbolo del fallimento delle politiche ambientali italiane. Ora basta.“