Si è tenuta oggi la prima udienza del nuovo processo in Corte d’Assise d’Appello, dopo la richiesta della Cassazione di riformulare le pene a Marco e Gabriele Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte.
La Procura Generale ha sollecitato la condanna all’ergastolo per i fratelli Gabriele e Marco Bianchi, escludendo per loro l’applicazione delle attenuanti generiche.
I giudici della Suprema Corte di Cassazione avevano confermato le pene per i due imputati Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, condannati in via definitiva a 21 e 23 anni di carcere.
Per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi invece la Cassazione aveva chiesto un nuovo processo solo per le attenuanti generiche e per valutare la pena sul presunto dolo volontario. In primo grado i fratelli Bianchi erano stati condannati all’ergastolo, pena poi ridotta in secondo grado a 24 anni.
Il processo verrà aggiornato per gli ultimi interventi al 10 febbraio. Si avvicina quindi la parola fine su questo caso che tanto ha scosso la popolazione locale.
La Vicenda
La notte tra il 5 e il 6 settembre 2020 Willy Monteiro Duarte, a soli 21 anni diventa la vittima della furia senza precedenti di quattro balordi, molto ben conosciuti dalle forze dell’ordine e in città .
Massacrato di botte, calci, fino a morire da quattro picchiatori che forse neanche conosceva. Una rissa per futili motivi in pieno centro cittadino a Colleferro.
Willy Monteiro Duarte è quello contro cui si sono accaniti di più. Imputati con l’accusa di omicidio volontario sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Pincarelli e Belleggia sono stati condannati dalla Suprema Corte di Cassazione in via definitiva rispettivamente a 21 e 23 anni di carcere.
Willy, la sera del pestaggio, era uscito con gli amici dopo aver staccato dal lavoro. Erano andati in un locale a Colleferro, per passare insieme la serata. Poi sarebbero tornati a casa, come ogni fine settimana.
Quella sera però, era uscito anche il gruppetto composto dai fratelli Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Nomi conosciuti agli inquirenti, ma soprattutto dai ragazzi che abitano ad Artena e nei comuni limitrofi e che più di una volta avevano avuto a che fare con la prepotenza del branco.
All’interno del locale Belleggia e Pincarelli iniziano a litigare con un gruppo di ragazzi. Pincarelli, infatti, importuna una giovane e il fidanzato interviene per difenderla. Ne nasce una discussione che poi fuori dal locale si trasforma in rissa.
A quel punto i fratelli Bianchi vengono chiamati per dare manforte agli amici in difficoltà . Arrivano a bordo di un Suv a tutta velocità , si gettano in mezzo alle persone e iniziano a colpire chiunque con calci e pugni.
Sono lottatori di MMA, sanno dove colpire e sanno come fare male. Lo hanno già fatto in passato, picchiando altri giovani solo per mostrare la loro forza. E faranno la stessa cosa anche la notte del 6 settembre.
Quando Willy vede la scena davanti al locale, si accorge che il ragazzo che viene picchiato mentre è a terra è un suo amico, Samuele. E fa ciò che gli viene più naturale: si avvicina per aiutarlo e tirarlo via da quella rissa senza senso.
Willy però non fa in tempo ad aiutare Samuele e viene pestato ininterrottamente per non meno di venti secondi. Botte talmente forti che lo lasciano esanime a terra.
Il gruppetto composto da Marco e Gabriele Bianchi, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia nel frattempo si dilegua a bordo del suv. Sul posto arrivano i carabinieri, con il maresciallo Antonio Carella tra i primi a soccorrere il ragazzo.
I ragazzi mostrano al maresciallo foto e video della macchina su cui gli aggressori sono fuggiti. La targa corrispondeva all’auto del maggiore dei fratelli Bianchi che risulterà successivamente estraneo alla rissa.
I carabinieri raggiungono i quattro nel ristorante del fratello di Marco e Gabriele: hanno preso un caffè con loro per distendere la situazione, e poi gli hanno chiesto di andare in caserma. Nel mentre arriva la notizia della morte di Willy.
I quattro autori del pestaggio vengono accusati prima di omicidio preterintenzionale, poi di omicidio volontario. Tra loro, solo Francesco Belleggia ottiene i domiciliari: è il primo a parlare e a dare una versione credibile dell’accaduto. I fratelli Bianchi e Pincarelli vengono portati in carcere.
Il processo per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte è cominciato a giugno 2021. Da una parte i fratelli Bianchi, dall’altra Belleggia e Pincarelli. Quelli che un tempo erano amici si accusano a vicenda.
Numerose le testimonianze degli amici di Willy, che hanno puntato il dito contro i due lottatori di Mma, accusati di essere gli autori di pestaggi ad Artena e comuni limitrofi. L’accusa chiede per loro l’ergastolo, mentre per Belleggia e Pincarelli vengono chiesti ventiquattro anni di reclusione.
La sentenza di primo grado
Lunedì 4 luglio 2022 viene messa la sentenza di primo grado nei confronti dei fratelli Bianchi, Belleggia e Pincarelli. I primi due sono stati condannati all’ergastolo, Belleggia a ventitré anni di reclusione e Pincarelli a ventuno.
La sentenza di secondo grado
I giudici della Corte d’Assise d’Appello fanno cadere l’ergastolo per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, per tutti e due in secondo grado sono stati stabiliti ventiquattro anni di reclusione. Confermate le condanne a ventitré anni per Belleggia e a ventuno per Pincarelli. Si va in Cassazione.
La Cassazione conferma le pene per Pincarelli e Belleggia, i fratelli Bianchi nuovamente a processo.
I giudici della Suprema Corte di Cassazione confermano le pene per i due imputati Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, condannati in via definitiva a 21 e 23 anni di carcere.
I fratelli Marco e Gabriele Bianchi vengono invece rinviati a nuovo processo in appello solo per le attenuanti generiche e per valutare la pena sul presunto dolo volontario. In primo grado i fratelli Bianchi erano stati condannati all’ergastolo, pena poi ridotta in secondo grado a 24 anni. La parola fine su questo processo sarà prevista nel mese di febbraio.