Riceviamo e pubblichiamo una segnalazione di una giovane donna di Velletri e della sua famiglia che per motivi di salute del suo bimbo di 50 giorni è dovuta rimanergli vicino (dopo il ricovero per una grave patologia respiratoria) per circa 10 giorni h24, presso il reparto di reumatologia dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma al quartiere Gianicolo dal 31 dicembre 2024 all’8 gennaio 2025.
“Per quanto riguarda le cure e la professionalità del personale medico non abbiamo nulla da eccepire, dichiarano la mamma e la nonna del neonato. Il mio bambino è stato curato bene e siamo tornati a casa contenti dei trattamenti sanitari ricevuti che hanno permesso di farlo guarire da una brutta e pericolosa bronchiolite” dichiara la mamma.
“Tuttavia quello che desidero segnalare è che con l’arrivo del nuovo anno a causa delle nuove normative emanate dalla direzione generale dell’ospedale ci è stato detto: “non era più possibile passare il vitto ai genitori e dovevamo provvedercelo da soli . Così visto la lunga distanza dell’ospedale dalla nostra residenza abbiamo avuto grossi problemi per reperire il vitto giornalmente con viaggi estenuanti Velletri Roma centro.” ha aggiunto la mamma veliterna.
“Mio marito che è anche lui un infermiere professionale in un ospedale dei Castelli, visto che non potevo lasciare il bambino da solo, è dovuto fare viaggi molto lunghi e uscire prima dal lavoro , chiedere permessi per portarmi qualcosa da mangiare tutti i giorni. Ed anche i miei suoceri si sono prodigati a questo riguardo tra mille difficoltà visto la lunga distanza tra Velletri e la sede dell’ ospedale al quartiere Gianicolo della capitale.” ha fatto notare la neo mamma.
“Abbiamo chiesto spiegazioni al personale è ci è stato solo detto : “che le nuove normative in vigore, non permettevano più né a pagamento né gratuitamente di ricevere un vitto per i genitori. Vicino a me c’era anche una donna straniera con un bimbo molto piccolo ricoverato, e chiaramente non si poteva muovere, anche lei ha vissuto la stessa situazione per molti giorni, con il marito in grosse difficoltà a venire a portare il cibo, visto il lavoro e altri 4 figli a cui badare e venivano da fuori Roma anche loro.” ha proseguito nel racconto la donna.
“Anche io e mio marito abbiamo un altro bambino più grande, a cui hanno badato i nostri genitori , loro nonni, quando non c’era il padre a casa fuori per lavoro o per venire a portarmi il cibo.“
“Ora mi chiedo va bene rispettare le normative, i protocolli, ma credo che con un maggiore spirito cristiano essendo anche un ospedale religioso e un po’ di ragionevolezza questo problema si sarebbe dovuto risolvere . E spero che la direzione generale del Bambin Gesù lo faccia a beneficio delle centinaia di mamme che ogni settimana sono costrette a stare vicino ai loro bimbi h24 per gravi motivi di salute.” Ha detto la mamma che si è rivolta anche al Santo Padre.
“Ci appelliamo anche a Papa Francesco, che spesso parla di aiutare il prossimo in difficoltà e alla Chiesa Cattolica, essendo un ospedale pediatrico di eccellenza sanitaria gestito dal Vaticano, affinché si risolva la situazione capitata alla nostra famiglia a beneficio di tutte le mamme o i papà presenti vicino ai loro bimbi malati “. ha auspicato la donna
“Negli altri ospedali pubblici e privati con reparti di Pediatria Neonatologia e Ginecologia – Ostetricia, come ad esempio all’ospedale dei Castelli di Ariccia, ai genitori di bambini ricoverati, presenti in stanza, viene provveduto il vitto con un piccolo contributo.” Ha concluso la lettera la giovane mamma.
Lettera che è stata inviata al Bambin Gesù da oltre 10 giorni e a cui non è arrivata, ancora nessuna risposta, neanche dall’ufficio stampa dell’Ospedale Pedriatrico romano.