Il Comitato per la Protezione dei Boschi dei Colli Albani esprime forti perplessità sui contenuti esposti durante la conferenza stampa promossa lo scorso 10 dicembre dall’AUBAC (Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale) e invita la popolazione a tenere alta l’attenzione sulla gestione delle risorse idriche nei Castelli Romani.
Le principali criticità
Nonostante l’emergenza idrica sia nota da decenni, le dichiarazioni dell’AUBAC e degli enti coinvolti non offrono soluzioni concrete, poiché viene affermato da loro stessi che “la domanda di acqua crescerà e diminuirà la sua offerta“, non sappiamo in base a quali dati, e si evidenziano quindi contraddizioni preoccupanti:
Cementificazione e impermeabilizzazione del suolo: l’AUBAC ha ribadito il ruolo dei suoi Piani d’Assetto Idrogeologico (PAI) che sovraintendono i Piani Regolatori dei comuni, ma non sono stati adottati provvedimenti efficaci per bloccare la cementificazione nei 17 comuni castellani, e ciò ha portato a un consumo idrico insostenibile.
Assenza di dati chiave: durante la conferenza, il direttore generale di ACEA ATO2 non ha fornito dettagli sui volumi d’acqua prelevati annualmente dai laghi di Albano e Nemi, né sulla quota di quelli che giungono effettivamente ai rubinetti, visti i tassi di dispersione che oscillano tra il 50% e l’80%.
Inoltre, ACEA sta per attuare il potenziamento di una condotta di prelievo dal lago Albano senza chiarire l’impatto ambientale o fornire dati precisi sui volumi emunti attuali e futuri. Secondo le stime del Comitato, il prelievo dal pozzo “Sforza Cesarini”, oggetto di tale intervento, già oggi provoca l’abbassamento del livello del lago di circa 20 cm all’anno (calcoli basati sui dati di portata pubblicati da ACEA).
Laghi in sofferenza: il lago Albano ha perso 50 cm di livello in un anno (pari a 3 milioni di metri cubi), mentre il lago di Nemi ha perso 37 cm (600 mila metri cubi). Considerata la profondità limitata del lago di Nemi, stimata sotto i 30 metri, il rischio di prosciugamento nei prossimi 10 anni è concreto. Nonostante ciò, la conferenza ha ignorato completamente il lago di Nemi nei 15 interventi proposti.
Progetti poco credibili e mancata trasparenza
I tempi previsti per vedere i primi risultati concreti superano il 2027, nonostante l’urgenza della crisi. Allarmante è anche l’assenza di chiarezza sui consumi idrici del futuro inceneritore di Roma, che aggraverà ulteriormente la situazione, così come le “non-risposte” fornite in merito alla giornalista di “Report” sia da AUBAC che da ACEA ATO2.
Ruolo insufficiente degli enti locali e regionali
L’Ente Parco, pur essendo cruciale per la gestione dei laghi, non ha partecipato alla conferenza.
Anche i sindaci presenti, cioè quelli di Castel Gandolfo e di Nemi, invece di proporre soluzioni incisive, sembrano più interessati a sostenere progetti di sviluppo del turismo di massa e della cementificazione, ignorando le conseguenze idriche ed ecologiche.
In particolare, quello di Nemi ha addirittura chiesto che il comune si approvvigioni anche dall’acquedotto del Peschiera, con le acque provenienti da Rieti, contro le popolazioni locali che sono in lotta da tempo contro l’ipotesi del raddoppio dei prelievi dal loro territorio.
Per il Comitato, non è accettabile che manchi una strategia coordinata per preservare le risorse idriche, mentre gli interessi economici continuano a prevalere.
Le richieste del Comitato
Il Comitato intanto chiede:
Stop immediato al progetto della nuova condotta dal lago Albano a Monte Gentile.
Un’azione decisa dell’AUBAC contro la cementificazione e a tutela delle risorse idriche, inclusa una presa di posizione sul progetto dell’inceneritore.
La pubblicazione dei dati sui volumi di prelievo idrico dai pozzi ACEA autorizzati e quelli effettivi sui due laghi e i dati sugli attuali livelli di dispersione con le loro principali localizzazioni.
Tutto questo non costa né un euro, né una goccia d’acqua in più.
Conclusioni
“Non ci accontentiamo di parole e di slide: l’emergenza richiede azioni immediate e trasparenti.” Dicono dal Comitato protezione Boschi dei Colli Albani.
“Il Comitato continuerà a vigilare, informare e mobilitare i cittadini per difendere un bene vitale come l’acqua, che non può essere sacrificato agli interessi economici. Solo con una mobilitazione collettiva e un impegno concreto delle istituzioni sarà possibile preservare i laghi di Albano e Nemi, nonché la risorsa idrica in generale.” Conclude il Comitato.
Chiunque voglia approfondire, può visionare l’intera conferenza stampa al seguente link: