Si sono dati appuntamento nella sala parrocchiale di Santa Maria Intemerata a Lariano, per oggi pomeriggio dalle 17,30 per discutere della vicenda, perché ormai di questo si tratta, dell’ampliamento della Fassa e Bortolo.
Il Comitato cittadini di Lariano, in collaborazione con i Comitati cittadini di Rocca Massima, Colleferro e Giulianello faranno il punto della situazione sulla vicenda.
Dopo la relazione tecnica e la perizia legale fatta fare dal Sindaco di Artena, sulla Fassa sembra essere calato il silenzio, mentre l’azienda prosegue i lavori.
Lavori che sono stati oggetto anche di un sopralluogo da parte degli uffici e dei vigili urbani di Artena i quali, sembra, non abbiano riscontrato violazioni.
Ma ad ascoltare il Comitato cittadino di Artena e alcuni tecnici che collaborano attivamente col Comitato, ci sarebbero delle violazioni nei lavori che la Fassa sta facendo.
Da come stanno facendo i lavori, infatti, sembrerebbe proprio che l’azienda stia facendo lavori riguardanti la variante sulla quale è stata richiesta l’autorizzazione e sulla quale la Regione ha chiesto ulteriori chiarimenti dopo le note depositate proprio dai comitati.
Ma al di là di questo, sarebbe interessante capire cosa abbiano verificato tecnici e polizia locale di Artena, se esiste un verbale di questo sopralluogo.
Manca però un pezzo ed è quello relativo alle azioni che la Sindaca di Artena dovrebbe fare. “Non lasceremo nulla di intentato” aveva dichiarato non troppo tempo fa la Sindaca, ma ad oggi, non si comprende per quale motivo l’amministrazione comunale non abbia voluto ancora procedere alla asseverazione delle relazioni tecniche e legali.
L’asseverazione delle due relazioni, andrebbe fatta, con le perizie giurate del tecnico e dell’avvocato e fatte proprie dal Comune. Questo tipo di azione metterebbe nella condizione l’amministrazione di procedere alle sospensioni e alla revoca delle concessioni.
Certo il rischio potrebbe essere la richiesta di risarcimento milionario da parte della Fassa, ma se questo significasse salvare vite umane e salvaguardare un territorio, potrebbe essere un rischio da correre.
Ma ci sarebbe anche da valutare l’eventuale sospensione dei lavori attuali, visto che è in corso una ulteriore valutazione sulla richiesta di variante ai forni.
La Fassa infatti ha presentato una nuova variante per modificare i forni, che erano già stati oggetto di una prima variante, per potere bruciare non solamente legno ma anche altri tipi di combustibili fino ad alcune categorie rifiuti, come sarebbero indicati nei codici, del tipo ecoballe.
I Comitati quindi ripartono alla carica. Quella di oggi è il quinto convegno intercomunale con i quali i Comitati vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica.
I due forni Cim potranno bruciare, se autorizzati, fino a 750.000 tonnellate di materiale necessario ad alimentare le turbine per la frantumazione della pietra.
Lapidei che arriverebbero dalle cave intorno alla Fassa e da altri territori. Il rischio vero è delle polveri sottili, del cambiamento del microclima, del rischio idrogeologico e del danno ambientale che porterebbe ad un mutamento dell’ecosistema, ma soprattutto il rischio di compromettere per sempre una delle aree agricole di maggior pregio della zona, tra cui il lago di Giulianello.
Nocumento ne avrebbero anche Ninfa, Torrecchia vecchia, i laghi di Nemi e Albano, già particolarmente provati dall’abbassamento costante delle falde acquifere
Ed anche qui non si capisce perché l’amministrazione comunale, di concerto con quelle dei comuni limitrofi, non chiedano ad Arpa rilevamenti puntuali sulle emissioni di polveri e fumi in atmosfera.
Da alcuni studi eseguiti, l’impatto delle polveri sottili andrebbe a colpire l’area di 42 comuni intorno ad Artena coinvolgendo oltre 600 mila abitanti, con il rischio dell’aumento smisurato di malattie cardiovascolari e respiratorie.
Da qui l’esigenza di informare, dati alla mano, i cittadini e continuare l’opera di sensibilizzazione delle amministrazioni comunali.