Nel tardo pomeriggio di Lunedì 27 Gennaio, con la celebrazione della Santa Messa presieduta da Don Teodoro Beccia nella Basilica di San Clemente a Velletri, in suffragio delle nove vittime dei due gravi incidenti ferroviari accaduti il 4 Maggio 1978 e il 27 Gennaio 1992 sulla tratta Roma – Velletri è iniziata la giornata del ricordo organizzata ormai da anni dalla Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola con la sezione di Velletri del Dopo Lavoro Ferroviario “Castrucci Andreozzi”.
Presenti i familiari che dopo la Messa si sono ritrovati presso il Giardino del Ricordo, realizzato da Sandro Spallotta nei pressi della stazione ferroviaria, dove da parte del presidente della Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola Alessandro Filippi e dal presidente della sezione di Velletri del Dopo lavoro Ferroviario il capostazione titolare emerito Ermanno Pastina sono stati commemorati i due tragici eventi.
Presente anche Michele Consilio delegato dalla Sindaco di Ciampino Emanuela Colella che alle 15.00 si era recata alla stazione di Casabianca per porre nel luogo dell’incidente ferroviario del 1992 una corona di fiori.
Tutti hanno sottolineato come il valore della memoria sia fondamentale nella società odierna affinché col passare degli anni quei nomi incisi sulle lastre poste a Casabianca e dal 2023 anche a Velletri non rimangano sempre più anonimi, parlare dei fatti del 1978 e del 1992 è sempre più importante perché i giovani sappiano.
Il presidente della Fondazione “Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola” Alessandro Filippi durante il suo intervento alla cerimonia commemorativa ha reso noto l’avvio dell’iter burocratico per proporre al presidente della Repubblica una decorazione al valor civile alla memoria del macchinista Tommaso Cocuzzoli che era alla guida del treno diretto Roma – Velletri partito da Roma Termini alle 17.28 la sera dell’incidente di Casabianca.
Con lui in cabina c’era un giovane del genio ferrovieri, Tommaso capito che di lì a poco ci sarebbe stato l’impatto frontale con il treno partito da Velletri e condotto da Romeo D’Antimi con una forza d’animo da fare invidia lo spinse indietro salvandogli la vita.
Quel giovane ci ha raccontato che gli disse: “se esci da quest’inferno digli che ci sono anche io”. Estratto ferito cercò di indirizzare i soccorsi verso il suo collega ma non ci fu nulla da fare.
Un gesto che merita un riconoscimento per il quale lavoreremo entro questo 2005 con la speranza di poterlo ottenere per la commemorazione del 2026 ha concluso Alessandro Filippi.