Sono arrivati di buon mattino e si sono posizionati con i loro cartelli all’esterno del Paolo Colombo di Velletri, i cittadini e i rappresentanti del Comitato per la Riapertura del Punto nascite dell’ospedale Riuniti di Anzio e Nettuno.
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Cartelli e slogan per chiedere alla Regione Lazio e alla Asl Rm6 la stessa attenzione rivolta a Velletri.
Hanno atteso che la cerimonia di inaugurazione del punto nascite di Velletri terminasse per essere ricevuti, come avevano chiesto dal Presidente Rocca e dall’assessore Righini. Con loro anche i sindaci di Anzio e Nettuno, Aurelio Lo Fazio e Nicola Burrini, che avevano avuto modo però, di parlare separatamente con l’assessore Righini nell’attesa dell’arrivo del Presidente della Regione.
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Un duplice confronto con l’assessore al bilancio, centrato sulla presa di posizione condivisa dall’intero consiglio regionale sulla questione del Riuniti e del punto nascite.
L’assessore Righini nella chiacchierata fatta nel piazzale del Colombo, con Burrini prima e Lo Fazio poi, ha ribadito che il problema è legato all’atto aziendale votato dai sindaci e deliberato dalla Regione, ma incalzato dai due primi cittadini ha anche affermato che per fare qualcosa bisognerà rimettere mano all’atto aziendale, raccogliendo la disponibilità dei sindaci che si sono detti pronti a dare anche altre idee sull’ospedale.
Il Comitato al termine dell’incontro ha espresso moderata soddisfazione. Particolare attenzione è stata posta dal Presidente Rocca alle affermazioni del Presidente del Comitato, Sergio Mangili che ha illustrato, da ex dirigente della ASL, le criticità e le peculiarità della riapertura del punto nascite sul litorale, che copre una utenza di oltre 150 mila persone.
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Un intervento molto esaustivo ed ascoltato con attenzione “Nei prossimi giorni sarà messo in piedi un tavolo tecnico con il capo di gabinetto della giunta regionale, visto che il Presidente Rocca si è detto disposto a rivedere la delibera regionale per verificare le condizioni per la riapertura del punto nascite” Hanno detto al termine della riunione i rappresentanti del Comitato.
Particolarmente decisi i sindaci di Anzio e Nettuno. Così Aurelio Lo Fazio “Il Presidente della Regione Rocca e l’assessore Righini si sono impegnati a non depotenziare il nostro ospedale”.
Lo Fazio ha proseguito: “Il punto nascita è solo la punta dell’iceberg, in quanto esistono una serie di criticità che la Regione e la Asl conoscono bene e che stanno portando alla paralisi dell’ospedale ‘Riuniti’ di Anzio-Nettuno. Per tali ragioni ho chiesto al presidente Rocca di intervenire immediatamente, ricevendo disponibilità al confronto che ho molto apprezzato”.
Il sindaco ha poi aggiunto: “Non ne faccio una questione di campanile, ma la Regione Lazio e il presidente Rocca devono comprendere che l’ospedale Riuniti è la struttura del litorale sud di Roma che ha un bacino di 160.000 cittadini nei mesi invernali, mentre nella stagione estiva si raggiungono le 300.000 presenze. I servizi presenti sono inadeguati e toglierne altri è impensabile. È per tali ragioni che sulla sanità pubblica nel territorio di Anzio non indietreggerò di un millimetro”.
Oltre al problema del punto nascite i sindaci di Anzio e Nettuno hanno evidenziato una serie di punti sui quali si chiederà il confronto con la Regione.
Riapertura del punto nascita come era stato previsto dal piano integrato di attività e organizzazione della Asl Roma 6 e per il quale sono in corso dei lavori
Va risolto il problema dell’ortopedia dove dal 2 marzo resterà un solo medico in servizio. Ciò significa che il Dea di I livello verrebbe automaticamente chiuso
Potenziamento del pronto soccorso (anche pediatrico) sia dal punto di vista del personale sia da quello strutturale
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Il reperimento di medici, visto che da gennaio la ginecologia ha solo un medico strutturato che opera, gli altri sono libero professionisti o non idonei alla chirurgia, così come la pediatria
L’aumento dei medici per il day hospital di oncologia e quello di Anzio-Nettuno è l’unico day hospital sprovvisto di supporto psicologico dopo il trasferimento dell’unità in servizio all’ospedale dei Castelli. Il day hospital di oncologia è riservato al trattamento solo di alcuni tumori e vede la sua attività ridursi progressivamente con gravissimo nocumento per i pazienti oncologici
Rispettare le previsioni che autorizzano reparti di urologia, nefrologia e neuropsichiatria infantile sono state finora disattese
Riattivazione dell’unità operativa di otorino non è più presente nella programmazione regionale
Rivedere il numero dei radiologi. Il numero dei radiologi è tale che il reparto, fondamentale per tutte le attività ospedaliere, può funzionare solo con il supporto a rotazione di medici dell’ospedale dei castelli e molte attività (mammografia, ecografia) sono ridotte al minimo con lunghe liste di attesa. Il numero limitato di radiologi incide anche sull’aumento dei tempi di attesa in pronto soccorso
L’ampliamento del pronto soccorso, l’incremento dei posti letto, le opere necessarie per la cardiologia, la nefrologia e l’urologia, la riapertura della terapia intensiva.
La necessità di una reale “presa in carico” dei cittadini attraverso il funzionamento della medicina territoriale e la riduzione delle liste d’attesa
La valutazione congiunta per fare in modo che l’hospice pubblico possa essere ospitato nell’area dell’ex ospedale militare grazie all’intesa con Difesa servizi.
Punti che sono l’agenda sanitaria da discutere con la Regione. Per il sindaco di Nettuno, Nicola Burrini la questione è legata alla rivisitazione dei servizi sul territorio.
“Per noi la sanità e complementare e non concorrente. C’è un atto aziendale ma c’è un ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio regionale. Anche se era in campagna elettorale adesso quell’ordine del giorno merita risposta. Le aperture non devono andare a discapito di altre. IL Piano aziendale ha avuto un parere negativo, ad Anzio e Nettuno non c’erano i sindaci, oggi ci sono e quell’atto per noi va rivisto” Ha concluso il Sindaco di Nettuno.”