In una settimana sono state più di duemila le visualizzazioni del primo filmato di PILLOLE DI DIALETTO con commenti davvero entusiastici degli utenti. Questo risultato, insperato vista la particolarità dei temi trattati, è stato motivo di grande orgoglio e di grande soddisfazione da parte di tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto culturale.
Da oggi, 27 febbraio, è in onda sui canali YouTube di Sistema Castelli Romani (https://youtu.be/mWR1NwckpPE) e del Comune di Albano Laziale (https://www.youtube.com/watch?v=NTN3lkpU90o) o (https://youtu.be/5WqDwCCz8N8) il secondo filmato sui dialetti dei Castelli Romani, a cura del poeta e scrittore Aldo Onorati, coordinato dal giornalista Maurizio Bocci e realizzato dal videomaker Leonardo Mascioli.

In questo video Aldo Onorati analizza principali differenze esistenti tra i dialetti dei sedici paesi dei Castelli Romani. Differenze sostanziali, tanto che già nell’Ottocento il poeta Giuseppe Gioachino Belli, nel sonetto Le lingue der monno, commentava umoristicamente le distanze dialettali del romanesco dalla parlata di alcuni paesi dei Castelli Romani.

Sempre ho sentito a dì che li paesi hanno ognuno una lingua indifferente,
che da ciuchi l’impareno a l’ammente, e la parleno poi per èsse intesi.
Sta lingua che dich ‘io l’hanno uguarmente Turchi, Spagnoli,
Moscoviti, Ingresi, Burrini, Ricciaroli, Marinesi, e Frascatani, e tutte l’antre gente.
E in effetti, visti da fuori i Castelli Romani, sono sempre apparsi agli occhi dei romani come un insieme di realtà distinte, ognuna con un idioma diverso. Ogni paese aveva la sua parlata e dobbiamo basarci sui ricordi degli anziani, perché non disponiamo di documenti linguistici.
Fino a pochi anni fa a Marino, Genzano e Rocca di Papa si poteva ascoltare tante persone, magari della fascia alta di età, che parlavano in dialetto.
Per Albano, come per Frascati, vale il discorso della distanza da Roma e quindi il dialetto è ormai scomparso da parecchi decenni.
Marino è molto particolare per le sue forme dialettali. Le uscite sono quasi tutte in “u”, come Genzano. In fondo, è un latinismo che tronca la finale in esse, come lupus che diviene lupu, mentre ad Albano si diceva lope; a Genzano uomo si dice ome, onesto onestu; ad Albano si dice ‘o celo, a Marino ‘u celu.
Grandi differenze, quasi inspiegabili tenendo conto della vicinanza tra le diverse città. Ma perché ci sono così tante differenze tra i dialetti delle località castellane? Sicuramente dipendono dall’ubicazione geografica dei vari paesi e, in particolare, dalla loro distanza da Roma, ma anche, e soprattutto, dal secolare isolamento delle comunità locali castellane, governate da famiglie baronali, in alcuni casi provenienti da altre regioni italiane.
Un “isolamento” che è stato progressivamente superato soltanto a partire dai primi anni del Novecento con la diffusione della rete tranviaria. E, infine, le differenze dipendono dall’influenza degli idiomi dei tanti lavoratori, provenienti da altre località del Lazio e da altre regioni, durante i secoli dello Stato Pontificio.
Anche in questo video, più complesso del precedente in quanto è davvero difficile spiegare in un filmato di pochi minuti la complessità dei dialetti dei Castelli Romani, il nostro Maestro, Aldo Onorati, ci accompagna per mano nel dedalo delle varie sfumature dei diversi dialetti e, con aneddoti e storie di paese, rende piacevole l’ascolto del video.