La Regione Lazio ha avviato la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per un nuovo impianto di armi ad Anagni destinato alla produzione di nitro gelatina, utilizzata come propellente per polveri da artiglieria.
Il progetto è parte del piano europeo ReArm Europe e presentato dal gruppo KNDS, già attivo con gli stabilimenti di Anagni e Colleferro.
Nonostante la natura pericolosa dell’impianto e la sua ubicazione in una zona classificata come Sito di Interesse Nazionale (SIN) per la bonifica ambientale, alcuni documenti del procedimento VIA sono stati oscurati al pubblico.

Su 63 pagine della richiesta della VIA solo 10 sono leggibili se sommiamo anche le pagine nelle quali si legge solo il titolo, il resto è segretato. Di seguito alleghiamo il file in pdf.
Questa decisione ha suscitato preoccupazione tra i comitati locali, che denunciano una mancanza di trasparenza e chiedono il ripristino dell’accesso completo alla documentazione tecnica.
Secondo la Direttiva Seveso III (DL n.105/2015), gli stabilimenti “a rischio di incidente rilevante” devono garantire la massima trasparenza e la partecipazione pubblica nei processi autorizzativi.
I comitati locali sottolineano che la secretazione parziale dei documenti limita il diritto dei cittadini di esprimere osservazioni informate e di partecipare attivamente alla valutazione del progetto.
Inoltre, l’area della Valle del Sacco, dove sorgerà il nuovo impianto, è già compromessa da anni di inquinamento industriale, con ritardi nelle bonifiche e nella messa in sicurezza dei suoli e delle acque sotterranee.
La costruzione di un ulteriore impianto di Armi ad Anagni in questa zona solleva interrogativi sulla sostenibilità ambientale e sulla sicurezza dei residenti.
I comitati locali, tra cui il Comitato Mamme da Nord a Sud, chiedono alla Regione Lazio di respingere ogni proposta di secretazione e di garantire un processo di valutazione trasparente e partecipativo, affinché i cittadini possano esercitare pienamente il loro diritto di informazione e di partecipazione nelle decisioni che riguardano la loro comunità e l’ambiente circostante.
“Come è possibile esercitare tale diritto se le nostre Istituzioni avessero paura della “trasparenza” e se l’accessibilità all’informazione/documentazione venisse limitata?” Si chiedono i Comitati.
Per ulteriori approfondimenti, è possibile consultare il sito ufficiale della Regione Lazio e le normative europee in materia di sicurezza industriale e trasparenza ambientale.
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