Ha preso il via martedì 12 marzo, preso il Tribunale di Velletri il processo contro la ditta appaltatrice del taglio dei boschi di Velletri.
Un processo atteso, non solo dagli addetti ai lavori, per quello che è accaduto e che ha visto dopo i risvolti investigativi, il rinvio a giudizio della ditta incaricata.
Di fronte al giudice Tarantino sono comparsi l’ex vigile urbano ed addetto al controllo boschivo Alberto Bartoli, all’epoca dei fatti guadiaboschi, l’ex consigliere di maggioranza Carlo Quaglia autore dell’esposto, che ritornato nel centro destra fece una campagna elettorale feroce contro quanto stava accadendo in nel bosco veliterno.
Presenti anche il collaudatore, agronomo Burchielli, i titolari della ditta Leoni, aggiudicataria dell’appalto decennale, l’agronomo Dezi, il dirigente comunale Paolo Candidi. I testi sono stati chiamati a rispondere alle domande del PM Francesca Fraddosio che ha incalzato più volte i testimoni.
Peculato è l’accusa rivolta a carico della ditta, in quanto, secondo la Procura, avrebbe tagliato molti più alberi rispetto a quelli indicati capitolati “appropriandosi complessivamente di 332 alberi di castagno illecitamente tagliati e prelevati presso le sezioni boschive Costa dei Rossi 28/B, Costa dei Rossi 29/B e Acqua Palomba 24/A” nel periodo tra il 21 aprile 2021 e il 22 febbraio 2022.
Presente anche l’avvocato del comune di Velletri, parte lesa nel procedimento, rappresentato dall’avvocato Loredana Mollica, mentre a difendere la ditta era presente l’avvocato Francesco Caroleo Grimaldi.
Nell’udienza di martedì mattina sono stati sentiti i testimoni presenti, tra cui l’ex consigliere comunale Carlo Quaglia, il quale con il suo esposto denuncia alla Magistratura scoperchiò il vaso di pandora.
Oggi l’ex consigliere Quaglia (all’epoca dei fatti consigliere nella maggioranza di centrosinistra) è l’attuale segretario di Difendere Velletri. Carlo Quaglia non ha risparmiato dovizia di particolari, essendo all’epoca consigliere delegato dal Sindaco ai boschi, ed ha ribadito tutte le accuse contenute anche nei verbali di collaudo. “Dai riscontri sì è appurato che mancavano centinaia di alberi e questo ha dato origine al mio esposto, – ha detto Quaglia – mancanze comprovate dai collaudi effettuati all’epoca e che sono agli atti.”
Oltre a Quaglia presente anche l’ex vigile silvano, Alberto Bartoli, all’epoca dei fatti guardaboschi, con l’incarico di sorvegliare il taglio per conto del Comune di Velletri.
Significativa la testimonianza di Alberto Bartoli, un vero guru del bosco di Velletri e Lariano, che ha ribadito di aver rilevato e trasmesso più volte al comune di Velletri e al dirigente comunale Paolo Candidi, le inadempienze riscontrate in fase di collaudo ed ha precisato come siano stati tagliati “anche alberi diversi dal castagno, tra i quali perfino una quercia”.
Rispondendo ad una domanda da parte dell’avvocato di parte civile, Bartoli ha anche raccontato in che modo sono stati portati via questi alberi. Sempre Bartoli, ha anche illustrato al giudice Tarantino il piano d’assetto forestale del comune di Velletri, della sua peculiarità e della differenza tra le piante messe a dimora e delle differenze di quota.
Rispondendo alle domande del pubblico ministero ha, inoltre, ricordato di essere stato rimosso dalla ditta, dal suo incarico di guardiaboschi, “senza alcuna apparante e plausibile giustificazione” e di essere stato “sostituito per un breve periodo dal commercialista della stessa ditta”
Un particolare curioso che un commercialista diventi guardiaboschi per conto della ditta.
Bartoli ha anche spiegato che il suo ruolo era previsto nel contratto stipulato tra la ditta e il Comune di Velletri e contemplato in fase di concessione, con l’incarico di vigilare – per conto del Comune, ma retribuito dalla ditta aggiudicataria dell’appalto – sulla regolarità del taglio degli alberi.
Il PM ha anche ascoltato gli altri testi, tra cui l’agronomo Burchielli, che in un primo momento ha dato l’impressione di tentennare ma poi, incalzato dal Pm e dall’avvocato Mollica, ha dovuto confermare quanto accertato e sottoscritto dai collaudi.
Il dirigente Paolo Candidi, ha invece affermato di aver seguito con attenzione la vicenda, dopo essere subentrato al precedente dirigente andato in pensione.
La difesa ha chiesto di sentire alcuni nuovi testimoni, chiedendo ed ottenendo il rinvio del processo al 4 febbraio del 2025, ovvero tra quasi un anno. Un tempo troppo lungo, mentre nel frattempo proseguono i tagli sul Monte Artemisio da parte della ditta concessionaria, anche perchè il Comune di Velletri, ad oggi, non ha ritenuto di prendere al riguardo alcun provvedimento, come la sospensione cautelativa a tutela del patrimonio boschivo.
Eppure, vale la pena ricordarlo, era quanto stato affermato in campagna elettorale dall’attuale coalizione di centro destra oggi alla guida della città, dichiarazione rimasta solo, per ora, nelle intenzioni.