Quanto costano 332 alberi abbattuti impropriamente? Chi ci avrebbe guadagnato da questa situazione? Che danno ambientale è stato procurato?
Al di là degli aspetti processuali, quello che più dovrebbe interessare i cittadini e anche chi amministra la città dovrebbero essere queste domande. Domande che il processo per peculato iniziato martedì al Tribunale di Velletri, nei confronti della ditta che si è aggiudicata l’appalto decennale del taglio dei nostri boschi, dovrebbe dare una risposta.
Basterà una risibile sanzione pecuniaria a risarcire i cittadini di Velletri?
Si perché bisogna dirlo chiaramente: il bosco fa parte del patrimonio dei cittadini, non è in uso al politico di turno o della ditta di turno. In questa vicenda, peraltro brutta e che denota scarsa attenzione da parte di chi è stato demandato dal voto elettorale a vigilare, a rimetterci sono i cittadini.
332 alberi sembrerebbe, di secondo o terzo ciclo tagliati impropriamente, hanno di se per se già causato un danno ambientale difficile da sanarsi. Chi pagherà questo danno ambientale?
Alberi che hanno impiegato mezzo secolo e forse più a formarsi e che hanno dato al terreno stabilità e conformazione.
Vedremo come andrà a finire. Di certo una considerazione va fatta subito ed è un ringraziamento a coloro che hanno deciso di scoperchiare la pentola. Soprattutto ad Alberto Bartoli. Dai politici ci aspettavamo il mantenimento della parola data in campagna elettorale, ovvero fermare il taglio dei boschi, istituire una vigilanza cogente e ferma.
Invece non solo tutto ciò non è accaduto, perché in montagna si continua a tagliare, senza nessun apparente controllo e a vedere come, qualche dubbio e forse anche di più rimane, soprattutto se fossero confermate dagli atti alcune voci sul ulteriori danni provocati.
Bene farebbe la magistratura inquirente, attraverso le guardie forestali o i guardia parco ad approfondire. Ma questa sarà un’altra storia che inevitabilmente dovremo affrontare.
Una ultima considerazione va fatta alle associazioni ambientaliste, attive su alcuni fronti, discariche, inceneritori, mega impianti di produzioni, poco attente a quello che succede sul Monte Artemisio. Da loro non abbiamo registrato nessun intervento, nessuna iniziativa, nessuna manifestazione. Forse sarà il caso di rimediare?