L’editoriale di Giuliano Longo
Forse non è il caso di scomodare Plutarco anche perché Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, nonostante i sorrisi, gli abbracci e i bacetti esibiti per i fotografi nel corso dei loro frequenti viaggetti all’estero, hanno ben poco in comune.
Se non la smisurata fede nell’Alleanza Atlantica sotto la guida illuminata degli Stati Uniti che ormai rasenta il fanatismo.
Per il resto Giorgia, goffamente griffata nel suo metro e 60 di altezza, e Ursula, dagli improbabili accostamenti gonna giacca, vengono da mondi politici distanti anni luce.
Giorgia sulle ali dei “gabbiani” di Rampelli e la scuola di Fini, si inventa un partito che nel giro di una tornata elettorale porta i suoi “Fratelli” al governo, quadruplicando i consensi.
Ursula, presunta (indegna?) erede di Angela Merkel (cui la accomuna solo il discutibile gusto nell’abbigliamento), invece sta perdendo quasi un terzo del suo partito, il PPE tedesco, in vista della sua ri-elezione a Presidente della Commissione Europea.
Ma se Giorgia è ormai è convinta del suo sostegno a Ursula, contro di lei si sono già schierati il Pis polacco, i neo-franchisti di Vox, l’ultra destra francese Zemmour, tutti alleati della Meloni nel gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei che lei presiede.
In verità anche l’ungherese Orban con il suo partito Fidesz, vorrebbe entrarci dopo il 9 giugno, ma adesso Giorgia frena per non mettersi in casa un filoputinano (o filorusso che dir si voglia) che fa di tutto (udite udite la bestemmia!), per una svolta negoziata al conflitto ucraino.
In verità non la pensa così solo così Orban, ma anche alcuni camerati europei dei Conservatori e Riformisti, che comunque Ursula non la voteranno, insieme al Partito Identità e Democrazia.
Il partito di “Capian Salvini” rivendica il ruolo di unico sovranista italiano duro e puro, mettendo una zeppa non da poco alla rielezione di Ursula, senza contare Marine Le Pen che ha già attaccato Giorgia dal palco del summit sovranista “Wings of change”, a Roma:
Certo che Marie se lo beve Matteo in termini di voti e di futuro politico. Quanta tristezza nel cuore della leader della destra francese che appena tre anni fa era pappa e ciccia con Giorgia, sempre fra abbracci e bacetti cui l’austera destrona francese, tentava di sottrarsi con imbarazzo.
Ma Giorgia è una dura di parola e Ursula la voterà con i Socialisti e i Popolari europei, sempre che si mettano d’accordo, e non è detto.
Lasciamo che Salvini si incazzi pure poi i conti si faranno dopo le europee. Te voio vède con i “Fratelli” al 27% (dai sondaggi) e uno scarso 8% (sempre dai sondaggi) per la Lega, cannibalizzata dalla Sorellona D’Italia.
Meglio che Salvini se ne stia con la coda fra le gambe e pensi al suo incerto futuro alla guida del suo partito.