Alla prima di Tudor la Lazio vince e convince. Rivoluzione quasi totale per il tecnico croato, a partire dalla difesa ma con molte varianti tattiche.
Romagnoli è stato chiamato a comandare la difesa con a sinistra Gila e a destra Casale, ma Marusic in fase difensiva scalava dietro, tornando ad una difesa a 4 con, appunto, Gila nel ruolo inedito di esterno di sinistra che diventa terzino anche di spinta in fase offensiva.
In mezzo al campo la vera novità: doppio play maker con Cataldi e Kamada a dettare i ritmi. Il giapponese, in particolare, è sembrato rivitalizzato dalla cura Tudor.
È sempre stato nel vivo del gioco, ha costruito azioni, si è proposto al tiro ed ha anche dato equilibrio all’intera squadra.
In fase offensiva Tudor ha schierato Pedro nel ruolo di trequartista, Anderson a destra, capace di ripiegamenti profondi per contenere Chiesa, e Zaccagni a sinistra che, complice le poche proiezioni offensive del suo dirimpettaio Cambiaso, è rimasto sempre alto per quasi tutto il primo tempo. In attacco il solito volenteroso quanto sprecone Castellanos.
La Juventus è scesa in campo dal primo minuto con un’inedito 4-3-3. Il primo tempo è stato di totale marca biancoceleste con diverse imbucate centrali sprecate da Castellanos, in almeno 3 occasioni, oltre al tiro di Anderson ribattuto da Szczęsny.
La Lazio di Tudor si è vista fin dalla mezz’ora di gioco con un pressing alto, uomo contro uomo, e con gli scambi nel breve soprattutto nella trequarti offensiva.
Nel secondo tempo Allegri è corso ai ripari, riproponendo la classica difesa a 3. All’inizio della ripresa la Juventus è sembrata più compatta sfiorando anche il gol con Cambiaso e Kean, murati prima da Mandas e poi da Casale.
Ma è stato poco più di un fuoco di paglia, perché la Lazio ha ripreso subito le redini del gioco, imponendo il ritmo e chiudendo i bianconeri nella loro metà campo.
La Juventus è sembrata una provinciale in cerca del “punticino” fuori casa.
Girandola di cambi per Tudor. I primi a farne le spese sono stati Castellanos e Pedro sostituiti da Immobile ed Isaksen.
Il danese si è messo a destra facendo scalare Anderson sulla trequarti. Il forcing finale è stato alimentato da altri 3 innesti in pochi minuti: Vecino, Guendouzi e infine Luis Alberto hanno preso il posto rispettivamente di Cataldi, Kamada e Zaccagni.
A questo punto si è visto l’ennesimo cambio di posizione di Anderson che, lasciata la corsia centrale a Luis Alberto, si è posizionato a sinistra.
All’ultima palla della partita Guendounzi azzecca il dribbling sulla sinistra su McKennie e serve un assist al bacio per Marusic che svetta di testa e regala 3 punti pesantissimi alla Lazio.
C’è da sottolineare il solito arbitraggio poco convincente con errori piuttosto gravi. Colombo in due occasioni sbaglia totalmente decisione e non viene supportato dal VAR.
Nel primo tempo Szczęsny, dopo un rinvio sbagliato, frana sui piedi di Pedro, e nel secondo Zaccagni, trattenuto vistosamente da Bremer, cade a terra dentro l’area in un’azione conclusa poi da Marusic. Una stagione per la classe arbitrale veramente da dimenticare.
I tifosi laziali possono dormire sonni tranquilli, la cura Tudor sembra aver portato nuove energie e tanta voglia di riemergere dalle sabbie mobili degli ultimi mesi.