Carburante, prodotti alimentari e promesse di posti di lavoro per propri familiari, costituirebbero, secondo le accuse, da provare in sede processuale, la merce di scambio offerta ad un dirigente della Regione Lazio da parte di alcuni soggetti privati del settore agricolo che richiedevano i contributi europei, per accelerare la definizione delle pratiche o per risolvere problemi burocratici legati ai finanziamenti.
I fatti dovranno essere confermati, ma intanto per il sociologo Marco Omizzolo rappresentano l’ennesima spia a dimostrazione di un sistema poroso su cui pare intervenire solamente la magistratura mentre ci sarebbe bisogno della presenza di una politica attenta.
Partendo dall’analisi di quanto sta emergendo anche da una seconda inchiesta, legata sempre ai fondi pubblici per l’agricoltura, riguardante il territorio di Latina, Omizzolo richiama la necessità impellente di porre attenzione da parte di tutti i soggetti istituzionali per impedire che organizzazioni mafiose, in particolare agromafiose possano mettere le mani nel denaro pubblico come è già accaduto in alcune aree di Campania, Sicilia, in Puglia.
Rifacendosi alle inchieste riguardanti la regione Lazio, si evidenzia come la commistione tra questo genere di pratiche corruttive, il sud pontino e l’area del frusinate, per la storia criminale del territorio, sia particolarmente inquietante.
La violazione delle regole della competizione e della trasparenza, necessarie nei riguardi di altri imprenditori agricoli, così invece messi in difficoltà, sancirebbe una maniera fraudolenta e corruttiva di gestione di ruoli e denaro pubblici che mina libertà e democrazia in un altro settore fondamentale dell’economia del paese quale è l’agricoltura.
Secondo Omizzolo, attento conoscitore del fenomeno del caporalato, questo genere di pratica avrebbe un’incidenza anche nella gestione della manodopera: “le forme di sfruttamento e riduzione in schiavitù stanno dentro questo sistema criminale che vede insieme pezzi della politica, pezzi della pubblica amministrazione, liberi professionisti che agiscono in modo irregolare, illecito, a volte anche violento a danno della democrazia, dei diritti dei lavoratori, dell’ambiente e della dignità degli esseri umani.” Il commento di Marco Omizzolo.
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