Se qualcuno pensava che le azioni dei Comitati e dei cittadini per salvaguardare i laghi di Castel Gandolfo-Albano e Nemi non servivano, arriva adesso la prima risposta.
Il Comune di Albano si sveglia dal letargo e decide di intervenire sulla delicata situazione dei laghi dei Castelli a cominciare da quello da cui oltre ad emungere l’acqua tramite l’Acea, ha deciso di realizzare un nuovo acquedotto che servirà le abitazioni di Ariccia e Monte Gentile.
Il Presidente della commissione ambiente del Comune, Marco Alteri, ha prodotto un documento per segnalare le criticità del servizio idrico integrato da parte di Acea.
Un documento che squarcia un velo di silenzio da parte della politica, dopo mesi in cui comitati e cittadini hanno ripetutamente sollevato il problema. Una lunga lettera, nella quale il consigliere prende di petto il problema dei rapporti con Acea Ato 2, rispetto alle criticità del servizio.
Ma un documento nel quale però emerge anche la debolezza della politica nel rapporto con Acea che è un gestore e non il proprietario della rete. Un rapporto che andrebbe sicuramente rivisto, anche perché i Comuni, nel confronto con il gestore della rete, avrebbero potuto prevedere investimenti importanti grazie al PNNR per rifare le condotte idriche ridotte, su tutto il territorio non solo ad Albano, ad un colabrodo.
“Visto il drammatico abbassamento continuo del livello dei laghi dei Colli Albani e i distacchi per morosità, in quanto i cittadini non sono più in grado far fronte al pagamento delle bollette, si ritiene necessario un approfondimento sulle cause che hanno prodotto tali risultati fallimentari.” Inizia così la lettera inviata al presidente di Arera Stefano Besseghini, al Presidente dell’Aubac Marco Casini, al presidente dell’AGCM Roberto Rustichelli, alla responsabile della Direzione generale del Mase Silvia Grandi, alle commissioni ambiente di Camera e Senato, alla Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo alla responsabile del Dipartimento III della Città Metropolitana di Roma Rosanna Capone e al responsabile dell’Area Servizio Idrico integrato della Regione, Nicola Marcucci.
Quindi, mentre da una parte il Comune realizza un nuovo acquedotto che porterà la captazione di acqua dal lago di Albano da 2 milioni a 12 milioni di metri cubi l’anno, dall’altra pone il problema dell’abbassamento del livello dello stesso lago per responsabilità di Acea e delle perdite idriche, che di sicuro è un problema vero, ma forse, se si lavorasse seriamente sulle perdite non ci sarebbe bisogno di un nuovo acquedotto.
Nella lettera il Presidente della Commissione Ambiente prosegue rappresentando le criticità del servizio acquedotto gestito da Acea Ato2.
A cominciare dalle consistenti perdite, che secondo il presidente è pari al 45-50% della risorsa idrica immessa in rete. La scarsa trasparenza nei confronti dei cittadini in merito alle scelte manutentive, i relativi costi addebitati in bolletta e il depauperamento delle fonti idriche del territorio.
Il presidente ha analizzato gli interventi di manutenzione sulla rete idrica che, dal 2018 al 2023, sono state ben 2.352, molte delle quali sempre sulle stesse strade forse a seguito del fatto che le tubazioni siano talmente mal ridotte da rompersi in continuazione.
Alteri sostiene che “il piano di sostituzione delle condotte ammalorate avviato di recente appare tardivo e con elevati costi a carico del cittadino”.
E qui una domanda si pone: ma gli assessori preposti come hanno trattato l’argomento? Come hanno pianificato gli interventi? O Acea ha deciso autonomamente di fare da sola?
Sempre secondo il Presidente l’attuale sistema di gestione sembra aver favorito ripetuti interventi di riparazione piuttosto che sostituzioni integrali, “contravvenendo ai principi di economicità ed efficienza, con ripercussioni negative sulla spesa pubblica dell’ente locale che deve far fronte al deterioramento più rapido del manto stradale soggetto a continui rattoppi” si legge nella relazione.
Per il Presidente Marco Alteri in presenza di perdite superiori al 10-15% il gestore dovrebbe destinare i profitti al risanamento della rete, al fine di evitare “l’azzardo morale generato dal trasferimento del costo sui cittadino come utente se caricato in tariffa o come contribuente se a carico della fiscalità generale, per cui più perdite ci sono, più investimenti sono necessari, maggiori sono i profitti” Indicando una proposta sulla quale però sarebbe necessaria una decisione unanime dei comuni a cominciare da quello di Roma, azionista di riferimento di Acea.
La lettera chiede all’Arera maggiori strumenti di controllo tra i quali la pubblicazione dei dati sulla gestione della rete e una relativa informativa annuale trasmessa ai cittadini e ai consiglieri comunali; criteri di regolazione più stringenti a tutela della risorsa idrica, prevedendo che le riparazioni della rete non siano addebitate in bolletta, restando a carico del gestore e poi “dare la possibilità ai Comuni di ricorrere in qualsiasi momento all’autoproduzione per la propria comunità, quale protezione dalle inefficienze e dai mancati investimenti del gestore monopolista”, proponendo il trasferimento di alcuni costi della componente tariffaria fissa a quella al consumo, in particolare sulle eccedenze in modo da incentivare il risparmio idrico.
Dopo la panoramica sul territorio il presidente della Commissione Ambiente del Comune di Albano, riporta i dati relativi ai laghi a cominciare dal lago di Albano la quale l’altezza idrometrica si è ridotta in tre mesi di altri 20 centimetri mentre a Nemi in un anno ha perso 56 centimetri.
“Si richiede all’Autorità di bacino distrettuale dell’appennino centrale un parere in merito alla fattibilità dell’eliminazione di alcuni emungimenti delle acque sotterranee quale conseguenza della riduzione delle perdite idriche, a cominciare da quelli più prossimi dei laghi di Albano e Nemi soggetti negli ultimi anni di un drammatico abbassamento di oltre sei metri. Nello specifico si chiede di ridurre le perdite nell’Ato2 per permettere così la chiusura dei pozzi nelle aree maggiormente colpite dalla crisi idrica, come quelli all’interno del lago di Albano” Prosegue la relazione del presidente della Commissione.
L’obiettivo è la riduzione delle perdite della rete idrica a tutela delle fonti di approvvigionamento a partire dai laghi di Albano e Nemi e se già si facesse questo sarebbe già qualcosa.
Evidenziato anche il tema dell’inceneritore di Santa Palomba. Il Presidente della Commissione chiede all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, di verificare la legittimità di eventuali privilegi del comune di Roma nei processi decisionali che interessano la gestione della risorsa idrica, essendo il comune di Roma controllore di Acea stessa, in qualità di azionista.
Nello specifico si chiede di “verificare la legittimità della fornitura d’acqua all’impianto di incenerimento con recupero di energia come proposto da Acea, a Santa Palomba visto che la stessa Acea ha rifiutato a più riprese l’allaccio alla rete idrica alle case limitrofe”.
Mentre al Ministero per l’ambiente si richiede la revisione anticipata del Programma Nazionale di gestione dei rifiuti al fine di individuare soluzioni alternative agli inceneritori.
Alle Commissioni parlamentari si chiede una riforma del settore, seguendo le indicazioni del referendum del 2011, chiedendo di destinare gli utili dei gestori fino alla riduzione di perdite idriche non superiori tra il 10 e 15%.
In ultimo il Presidente chiede che si proceda alla creazione di un gestore pubblico nazionale della rete idrica che subentri a scadenza nelle concessioni anche per colmare i divari esistenti tra regioni.
Finalmente si comincia a guardare in faccia alla realtà. Un atto anche importate quello di Alteri a cui dovrebbero seguire anche quelli di altri comuni a cominciare da quello di Nemi.
Oltre alla lettera servirà fare sistema tra istituzioni, cittadini e comitati, per produrre un primo passo verso la salvaguardia e la sostenibilità delle fonti di acqua tenuto conto che basterebbe, per esempio, limitare la cementificazione del territorio, ma sarà capace la politica di frenare gli “appetiti” del partito del cemento?