“Interruzione immediata di ogni captazione dai laghi Albano e di Nemi, consumo suolo zero e una seria politica di salvaguardia ambientale intesa come protezione di ecosistemi, di biodiversità e ovviamente di acqua.” E’ quanto affermato nell’iniziativa “Salviamo i nostri laghi” che si è svolta ad Albano.
“La deriva pericolosa, ormai visibile a occhio nudo, dei laghi dei Castelli Romani non ha altre soluzioni che un’inversione drastica di prospettiva, dove si smetta di speculare sull’acqua e sui territori e si inizi un percorso virtuoso di ripristino della tutela del bene pubblico come investimento necessario per il futuro.” Hanno sostenuto dal Comitato #perlefuturegenerazioni.
Nella partecipata assemblea che si è tenuta ieri pomeriggio nella sede di FabricAlbano e che ha visto il comitato #perlefuturegenerazioni presentare il proprio esposto alla magistratura sulla situazione dei laghi, si è avuta occasione di approfondire in maniera esaustiva le tantissime problematiche che riguardano non solo i laghi ma l’intero territorio dei Castelli.
Se infatti lo stato di malessere dei laghi è ormai innegabile, quello rappresenta purtroppo solo la punta di un iceberg che è fatto da un continuo depauperamento della falda acquifera e con essa di acqua potabile, di acqua necessaria all’agricoltura e ai bisogni primari delle persone, alla perdita di zone umide e di biodiversità.
Regione Lazio e ACEA Ato2, assieme a una politica locale che continua a consumare suolo e togliere così anche la possibilità all’acqua di penetrare nel terreno, sono le dirette responsabili. perché da una parte non tutelano un bene come l’acqua che è sotto la loro diretta responsabilità e dall’altra speculano su un bisogno primario e necessario per ognuno.
Il dato inequivocabile che ne è uscito, infatti, non è solo di un abbassamento continuo della falda e dei laghi ma di una perdita di oltre il 50% lungo la rete, come la stessa ACEA dichiara, e di una serie di interventi previsti dalla Regione che andrebbero ad aggravare ulteriormente la situazione perché non centrati sul problema.
Perché se è vero che il cambiamento climatico incide e inciderà inevitabilmente sui laghi, oggi la situazione che scontiamo è quella di una politica edilizia scellerata, che non si preoccupa del recupero dell’esistente contribuendo così al depauperamento dei centri storici, e di un’assenza totale di controlli che affonda le sue radici ad almeno trent’anni fa.
A questo quadro già nefasto si aggiunge il progetto dell’inceneritore dei Castelli Romani che aumenterebbe in maniera esponenziale il consumo di acqua. E in una schizofrenia totale, dovrebbe essere la stessa ACEA a gestirlo, quella che d’estate raccomanda ai sindaci del territorio di emettere ordinanze per non far sprecare acqua a costruirlo.
“Questo è il tempo di agire, come singoli e come comunità. È il tempo di pretendere rispetto per questi luoghi, per chi li abita e per le sue peculiarità naturali. Agire assieme affinché si ponga fine a scelte che vanno contro ogni evidenza di sviluppo sostenibile, per le generazioni future.” Ha concluso #perlefuturegenerazioni.