Ha combattuto da sempre per la Pace e per la causa palestinese, anche quando da giovane venne incarcerato, la sua battaglia è poi proseguita in Italia, come attivista prima e parlamentare poi. E’ stato primo segretario dell’ambasciata Palestinese in Italia.
Stiamo parlando di Alì Rashid, che dopo l’esperienza politica, ha continuato la sua attività in favore degli oppressi del mondo ed ora ha deciso, visto quanto sta accadendo in Europa e in Medio Oriente di tornare in pista.
Lo fa candidandosi convintamente con Pace Terra Dignità, il movimento politico che fa capo a Raniero La Valle e Michele Santoro e che può diventare la novità politica di queste elezioni europee.
Alì Rashid ha scelto di candidarsi al Parlamento Europeo, “perché è necessaria una voce che torni a parlare di Pace, di fermare le guerre in maniera incondizionata”. Ha detto Alì Rashid
C’è un tentativo di piano di pace che l’America ha presentato ad Israele, quale è la tua opinione?
“La prima riflessione è che bisogna convincere le parti. Naturalmente l’augurio è di arrivare al cessate il fuoco e interpreto il sentimento e il bisogno dei palestinesi. Il problema è che il primo ministro israeliano ha detto che la proposta non corrisponde a ciò che vorrebbe Israele”
Hamas ha chiesto il cessate il fuoco e il ritiro dalla striscia di Gaza
“Sono territori palestinesi. Sono loro che devono decidere chi deve insediarsi, né l’America, né Hamas, né Israele, e non sono pretese assurde. Gli americani hanno invaso l’Afghanistan, l’Iraq imponendo e insediando governi voluti da loro e anche a Gaza vogliono fare la stessa cosa. Israele vorrebbe il controllo della striscia, forse agli americani non va bene e vorrebbe essere una amministrazione a gestire la striscia di Gaza ma non si capisce quale”
Questa è una situazione complicata, che hai vissuto fin da ragazzo. Come vivi questa situazione, qui dall’Italia da dove vivi ormai da sempre?
“Sono Italiano a tutti gli effetti ma questo non significa che sono meno Palestinese, in questi casi si aggiunge qualcos’altro, un elemento di ricchezza di crescita. È un problema che viene da lontano, sempre segnato da violenze, polizia etnica, distruzione, sopraffazione.”
“Quello che accade a Gaza non è incidente di percorso, non sono effetti collaterali. Distruggere tutto è già accaduto nel 1948. 530 villaggi e città palestinesi, sono state distrutte per fare spazio agli ebrei, e i palestinesi vivono da 75 anni nei campi profughi.”
“L’obiettivo della destra israeliana è rioccupare Gaza e cacciare palestinesi, oppure accettare le condizioni imposte da Israele.”
Hai sentito esigenza di schierarti e di tornare a candidarti alle europee. Quali argomenti della lista Pace Terra Dignità ti hanno toccato di più?
“Sono motivato due volte, come cittadino italiano in quanto dalla seconda guerra mondiale ad oggi, nella sanità, nell’università ci fu grande movimento che ha contribuito a rendere Italia quello che è: un paese tra i più avanzati al mondo, anche sui diritti, oggi questi diritti sono a rischio.”
“L’Europa, poi, è responsabile della tragedia palestinese e quindi portare la voce della Palestina e attraverso questa voce dare agli altri popoli che hanno subito colonialismo europeo prima e dominio e saccheggio dopo, una speranza sarebbe opportunità importante per far sentire la voce di chi è stato occupato, sfruttato e in questa battaglia persa dare loro la possibilità di raccontare le loro tragedie, le loro storie”
In Europa soffiano venti di guerra da 2 anni e mezzo, tu che vivi in Italia, non ti sembra un film già visto? Qual’è il tuo sentore su Ucraina e Russia, su questa guerra, come la vivi?
“La vivo con angoscia e preoccupazione, i segnali sono chiari. C’è una Europa di destra politica belligerante e spesso il centrosinistra balbetta e non dice parole chiare. Ritornano tempi bui e l’Europa è stata protagonista di molte guerre dentro e fuori l’Europa e mi sembra che viviamo tempi e giorni drammatici che ci avvicinano sempre di più ad una guerra. Serve una svolta, un movimento popolare che parta dal basso e credo, nella lista dove sono presente, di interpretare questa angoscia e questa preoccupazione.”
Per quale motivo secondo te parlare di pace è quasi un tabù?
“Rappresenta la grande vittoria del capitalismo che ha messo a tacere le voci contrarie, dai media, dai telegiornali e la tv pubblica schierati a favore della guerra che poi le guerre di oggi sono diverse dal passato. A me sembra che manchi un ceto politico serio che esprime la volontà del suo popolo, qui invece siamo succubi degli americani e si portano avanti le idee degli americani.”
La sinistra europea è stata timida, pensi che si riesca a trovare una condizione politica che consenta un tavolo di negoziazione in Europa?
“Non vedo questa volontà di soluzione politica. I problemi sono veri. La cosa preoccupante è anche il diritto internazionale, è paralizzato. Serve sempre un compromesso tra le 5 potenze che hanno diritto al veto. Mi fido solo di una grande mobilitazione popolare che possa porre fine o prevenire questo pericolo. È evidente che questa volontà c’è tra la gente, ma invece si stanziano 60 miliardi per le armi e il diritto internazionale rimane bloccato, senza autorevolezza. Solo la mobilitazione popolare può evitare il peggio”
Incontri gente, quale è il sentire delle persone sulla guerra, su quanto sta accadendo?
“La parte più cosciente dell’opinione pubblica si rende conto del pericolo, partecipa con attenzione ed è coinvolta. La gente non è addormentata, ma questa attenzione non è arrivata al livello di una azione politica, anche per la confusione che le forze politiche fanno, parlano di pace ma stanziano soldi per le armi.”
“Chi è per la pace deve essere contro la guerra. Il PD, come diversi partiti socialdemocratici, hanno una responsabilità molto grave perché sono d’accordo sulla guerra. Anche un pezzo dei verdi è schierato a favore della guerra, è preoccupante questa situazione”
Si può cambiare il paradigma di questa narrazione visto che la guerra incide suoi costi e caro vita, di fatto questa guerra la stiamo pagando già a caro prezzo
“Vengono meno servizi essenziali come sanità, il lavoro, aumenta la precarietà, i bassi salari. Sono risorse tolte per fare la guerra. Il costo di queste scelte non riguarda solo il presente, ma avrà anche ricaduta sul futuro di tutti sul piano economico e l’imbarbarimento sul piano umano e culturale.”
“L’Europa non può permettersi questo e la parte migliore deve avere uno slancio per evitare questo. Oggi non è in gioco solo non solo battaglia elettorale, ma una battaglia politica. C’è condivisione comune tra tutti di proseguire la lotta su questo fronte. Sul fronte della Pace. I segnali sono incoraggianti”