Lunedì scorso, ad Anzio, si è verificato un episodio che ha sollevato interrogativi sull’applicazione delle normative relative alla libertà di stampa e al diritto di cronaca. Una giovane aspirante fotoreporter, presente in un seggio per documentare le elezioni a scopo giornalistico, è stata fermata da un carabiniere in servizio.
Nonostante avesse avvisato il presidente di seggio e i presenti, rispettando le normative sulla privacy e le procedure elettorali, le è stato chiesto di cancellare tutte le foto scattate.
Il carabiniere, appellandosi a disposizioni che riteneva inderogabili, ha proceduto all’identificazione della giovane e ha imposto la cancellazione non solo delle immagini scattate in quel seggio, ma anche di quelle realizzate in altri seggi, dove la fotoreporter aveva ottenuto regolari autorizzazioni dai presidenti.
Spaventata e inesperta in materia, la giovane ha acconsentito, sebbene tale richiesta non fosse legittima. Come confermano fonti della Procura, la cancellazione di immagini può essere eventualmente disposta solo da un magistrato, in fase processuale, dopo il sequestro del dispositivo, qualora venisse ravvisato un reato.
Questo episodio evidenzia la necessità di fare chiarezza sul tema, per evitare il ripetersi di situazioni simili. Infatti, secondo le normative vigenti e come ribadito dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e dall’Associazione Stampa Subalpina, le riprese fotografiche e video nei seggi elettorali sono consentite, purché autorizzate dal presidente di seggio. È vietato esclusivamente fotografare o riprendere all’interno della cabina elettorale, per tutelare la segretezza del voto.
Una pratica consolidata
Quanto accaduto ad Anzio, dunque, sembra in contrasto con queste disposizioni. Da sempre, infatti, le immagini di elettori e candidati ripresi nei seggi sono una prassi consolidata nell’ambito della cronaca elettorale, nel rispetto delle normative. L’articolo 21 della Costituzione italiana sancisce chiaramente il diritto di cronaca e la libertà di stampa, principi fondamentali della democrazia.
Un caso analogo si è verificato in provincia di Alessandria, dove un fotoreporter ha segnalato un episodio simile. In quella circostanza, l’Ordine dei Giornalisti e l’Associazione Stampa hanno ribadito che i giornalisti possono accedere ai seggi per brevi momenti, previa autorizzazione del presidente e consenso dei soggetti ripresi.
Allegando immagini scattate in altri contesti elettorali, come ai Castelli Romani e in varie province italiane, è evidente come la documentazione fotografica legittima rappresenti una pratica consolidata per illustrare le elezioni su giornali, siti web e televisioni.
Per casi di presunte intimidazioni ai danni di giornalisti, si ricorda che è possibile rivolgersi a:
- Ordine dei Giornalisti regionale competente
- Associazione Stampa Romana (o altra associazione di riferimento regionale)
- Associazione Ossigeno per l’Informazione
- Articolo 21
L’episodio di Anzio invita a riflettere sull’importanza di garantire il rispetto del diritto di cronaca, evitando comportamenti che possano minare la libertà di stampa e il corretto svolgimento delle operazioni giornalistiche.