La Bce prevede che la crescita dell’area euro si avvierà su una ripresa ciclica nel 2024. “In assenza di ulteriori shock”, sarà inizialmente spinta dall’aumento del reddito “che supporta i consumi privati, in presenza del calo dell’inflazione e della robusta crescita salariale. Nel medio periodo, la ripresa sarà sostenuta anche dagli investimenti”, grazie al venir meno della stretta sui tassi. I dati “continuano a segnalare una crescita modesta” nel breve periodo, ma gli indicatori di più lungo periodo mostrano “segnali di ripresa”.
Va detto poi dei tassi d’interesse. Per la Presidente della Bce Lagarde “anche se l’inflazione è rallentata, rimane incertezza sulla sua persistenza”: a giugno, se i dati confermeranno l’inflazione sottostante prevista, la Bce “sarà in grado di rendere la politica monetaria meno restrittiva”, ma da lì in poi “ci sarà un periodo nel quale dovremo continuamente confermare che i dati supportano le prospettive d’inflazione”.
Il Consiglio direttivo della Bce resta “determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Sulla base della valutazione corrente, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo”. Lo afferma la stessa istituzione nel sul ultimo bollettino economico.
Il Bollettino ribadisce che “le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo”.
Ma rileva anche che l’inflazione “dovrebbe mantenere la tendenza al ribasso nei prossimi mesi e ci si attende che, su un orizzonte temporale più lungo, raggiunga l’obiettivo del Consiglio direttivo, a fronte della moderazione del costo del lavoro e dell’attenuarsi dell’impatto degli shock energetici passati, delle strozzature dal lato dell’offerta e della riapertura dell’economia dopo la pandemia”.
In particolare, le decisioni sui tassi di interesse “si baseranno sui risultati della valutazione circa le prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria”, spiega la Bce.
Articolo tratto da Ore12