Cosa sta succedendo dentro l’Azienda sanitaria Ares 118? La domanda è d’obbligo visto il comunicato del sindacato Fials che ha messo nero su bianco una serie di criticità che, se confermate e suffragate dai fatti, risulterebbero clamorose.
Non è la prima volta che si accendono i fari su questo servizio essenziale di emergenza che, in moltissimi casi, è fondamentale per salvare vite umane.
Ma spesso, dopo aver acceso i riflettori, tutto torna nel dimenticatoio e i problemi, invece di risolversi, addirittura aumentano.
Blocchi delle lettighe, che di fatto costringono al fermo delle ambulanze nei nosocomi e nei pronto soccorso, limite dei mezzi a disposizione, diversamente da quante previste sul territorio, mezzi senza o con scarsa manutenzione, postazioni del 118 nuove e mai utilizzate, organizzazione del personale che, in esubero su altre postazioni, potrebbe consentire di attivare delle centrali h 24 invece che ricorrere ai privati.
Questi in estrema sintesi i problemi evidenziati dalla Fials che ha deciso di rendere pubblico il problema soprattutto, come si legge nella nota sindacale, per migliorare le condizioni lavorative degli operatori del 118 e per l’utenza.
Questo il testo che la Fials ha redatto e reso noto in queste ore.
“In virtù delle difformità e problematiche ingenti al servizio di emergenza sanitaria territoriale Ares 118 del Lazio, questa organizzazione sindacale ritiene indispensabile evidenziare mediante comunicato, le criticità che purtroppo ricadono sul servizio alla cittadinanza. L’obiettivo nobile nasce dalla richiesta dei lavoratori e di questa organizzazione sindacale, affinché si possa rendere efficiente il servizio vista l’importanza dello stesso e la dedizione con la quale gli operatori effettuano il proprio servizio alla comunità.” Si legge nella nota sindacale che poi affronta i problemi più spinosi.
Situazione blocchi lettiga con paziente presso dea e pronto soccorso per svariato tempo per il cui il personale Ares118 rimane fuori all’esterno, senza un luogo dedicato in attesa del recupero della lettiga
Rispetto del numero di ambulanze disposte sul territorio in conformità al numero di abitanti (legge 2/aprile2015 n° 70.), adeguando il fabbisogno all’incremento urbanistico e della popolazione
Conformità dell’equipaggio con tre unità: infermiere autista soccorritore formato, adeguando i profili giuridici ed economici
La richiesta di percorsi procedurali univoci a livello regionale nelle situazioni di fermo mezzo, laddove il dipendente, non potendo spostarsi con il proprio mezzo, deve essere tutelato con i mezzi aziendali h 24.
La carenza di mezzi sostitutivi e le condizioni precarie in cui vertono obbligano il lavoratore a doversi ritrovare a prestare servizio con mezzi obsoleti e in pessime condizioni, sminuendo il nobile servizio prestato dai professionisti, ma se questa azienda è fondata sul servizio territoriale perché ci ritroviamo in questa condizione? .
Riconoscimento formativo professionale dei professionisti della salute, infermieri in ambito Ares118, laddove la formazione con successive procedure assistenziali infermieristiche è indispensabile al fine della buona riuscita del soccorso e della tutela dei professionisti della salute infermieri
Le tempistiche espresse nel processo di pronta risposta è anche correlata allo stress lavoro correlato, visto le lunghe distanze che impegnano i mezzi di soccorso, sia per la mancanza di mezzi disponibili perché bloccati e sia per il cospicuo numero di chiamate dal cittadino.
Postazioni completate e mai aperte nonostante in zone ad alta densità di popolazione. (esempio postazione Cecchignola)
Postazioni che continuano ad essere in regime orario h12 nonostante il personale disponibile inserito in esubero in altre postazioni, che potrebbero essere inseriti in una turnistica h24 laddove occorre.
Un grido di allarme in piena regola quello della Fials che mette in evidenza diverse criticità. Balza agli occhi la richiesta del sindacato di avere nelle ambulanze il personale completo: autista, infermiere e soccorritore, cosa che non accade e che costringerebbe ogni equipaggio ad uscire in strada in misura ridotta assumendosi quindi anche dei rischi professionali; così come non può passare inosservato il problema legato alla manutenzione dei mezzi, che è un altro tema delicato, visto che le ambulanze macinano migliaia di chilometri a settimana e per compiere interventi d’urgenza e di emergenza, gli stessi, dovrebbero essere tenuti al massimo dell’efficienza e della sicurezza possibile.
Ma un’altra criticità richiamata nella nota sindacale è rappresentata dal blocco delle ambulanze negli ospedali della Regione e nei Pronto soccorso, per via della mancanza delle lettighe negli ospedali, costringendo quindi i pazienti a rimanere sulle barelle delle ambulanze, con i rischi che ne conseguono, bloccando di fatto le ambulanze che non possono rispondere alle chiamate della centrale operativa ed effettuare altri interventi.
Se confermato questo sarebbe un paradosso assurdo ed ingiustificabile, visto che tenere le ambulanze ferme, significa aumentare i rischi per i cittadini che si sentono male, che non potendo avere un servizio tempestivo, potrebbero non farcela ad arrivare vivi al pronto soccorso.
Come anche sarà da verificare cosa significa tenere più persone in una postazione del 118, invece di dislocarle in altre sedi dove c’è carenza di organico e prevedere così l’apertura h 24 delle postazioni, evitando così di fare ricorso alle ambulanze private, che svolgono servizi sostitutivi dietro compensi pubblici molto onerosi per la collettività.
In tutto ciò ci verrebbe da chiedere, la dirigenza dell’Ares 118 che fa? E’ al corrente di quanto accade quotidianamente nell’azienda, oppure no? E la regione Lazio, da cui dipende l’Ares 118 cosa fa? Monitora questo servizio?
Il Presidente Rocca che ha la delega alla sanità, intende porre l’attenzione su questo importante e vitale servizio ai cittadini?
Come si controlla la gestione e l’organizzazione del personale, a chi è demandata? Come è possibile che postazioni del 118 nuove, siano ancora chiuse e lasciate in stato di abbandono? Chi si deve preoccupare della pianificazione delle postazioni? La manutenzione dei mezzi come è programmata e da chi dipende?
Sono tutti interrogativi, questi, che andranno sviscerati ed analizzati – cosa che intendiamo fare come quotidiano – soprattutto per capire meglio, come funziona oggi l’Ares 118 e come invece si potrebbe migliorarne l’organizzazione e la tempestività di intervento, permettendo così di avere un servizio migliore per i cittadini.