Non abbiamo neanche cominciato ad affrontare i problemi dell’Ares118 che è arrivata la bocciatura dell’Anac contro l’Ares118 e la Regione Lazio per il concorso per l’affidamento del servizio di eliambulanza.
L’autorità anticorruzione ha contestato all’Ares 118 e alla Regione Lazio la gestione dell’appalto per il rinnovo della concessione del servizio di eliambulanza, che scaduto da sei anni è stato continuamente prorogato per un giro di affari di 89 milioni di euro. Un danno, secondo l’Anac, che viola i principi comunitari e della libera concorrenza. Ora la palla passerà alla Procura e alla Corte dei Conti, che dovrà prendere visione della delibera dell’Anac.
Un ulteriore macigno sulla testa dell’Ares 118 del Lazio che deve fare i conti anche i problemi organizzativi interni e con la gestione quotidiana delle emergenze, col personale ridotto e senza qualifica come gli autisti che svolgono anche la funzione di soccorritori, le ambulanze ferme negli ospedali per mancanza di lettighe, i mezzi obsoleti.
Proprio ieri abbiamo parlato della figura dell’autista che per necessità di servizio svolge una mansione ibrida di autista e soccorritore.
Mansione che la Regione Lazio non ha inteso normare, diversamente da quanto ha fatto la Regione Lombardia che ha approvato all’unanimità una legge innovativa che riconosce, promuove e valorizza le figure del soccorritore, dell’autista soccorritore e del tecnico di centrale operativa.
L’Areu lombarda ha inoltre previsto di diventare l’autorità competente per il riconoscimento delle qualifiche professionali conseguite in altri Stati membri dell’Unione Europea o in Paesi terzi che abbiano accordi con l’UE in materia di libera circolazione delle persone.
Questo riconoscimento è essenziale per garantire che le competenze acquisite all’estero siano valide anche in Lombardia. Soprattutto però, sarà AREU a gestire e controllare le certificazioni delle persone che salgono in ambulanza, uniformando i modelli di valutazione delle caratteristiche e delle capacità dei soccorritori.
Come vedete non ci vuole tanto, basta la volontà politica di farlo. Cosa che fino ad oggi è mancata sia all’Ares118 sia alla Regione Lazio.
Infatti la regione Lazio, nel 2015 ha istituito presso la Direzione Regionale Salute ed Integrazione Sociosanitaria, di un gruppo di lavoro per il riordino della normativa regionale in tema di soccorso e trasporto infermi nell’ambito dell’emergenza sanitaria extra ospedaliera. Un gruppo di lavoro che tale è rimasto.
A venire incontro al personale di servizio del 118 è stato il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli che ha scritto al Presidente Rocca e all’Ares118 al riguardo. Il Presidente della Provincia di Viterbo ha sottolineato la preoccupazione per la recente disposizione dell’Ares118 circa la composizione degli equipaggi del 118 privato che da tre persone scendono a 2 dallo scorso settembre, sottolineando come anche nelle postazioni di Ares118 già esiste questa modalità operativa.
“Tale decisione suscita grande preoccupazione poiché compromette la capacità di garantire un servizio sanitario d’emergenza adeguato, soprattutto in aree interne e rurali come quelle della nostra Provincia. La riduzione degli organici, non solo aumenta il carico di lavoro per gli operatori, ma comporta anche un rischio concreto per la salute e la sicurezza dei pazienti durante le operazioni di soccorso e di trasferimento. Le chiedo di rivedere con urgenza tale provvedimento, considerando l’impatto che potrebbe avere sulla qualità della vita della nostra comunità e sull’efficienza del sistema sanitario locale” Ha detto il Presidente della Provincia di Viterbo.
Esattamente come le criticità emerse e rese pubbliche dal sindacato Fials che da tempo, pare, sia l’unica struttura sindacale ad interessarsi di questi problemi.
Intanto gli autisti del 118 sono costretti, loro malgrado. a fare anche i soccorritori per non interrompere il servizio di emergenza, senza tutele contrattuali e professionali, ma con tutti i rischi che questa attività comporta, comprese le denunce penali.