Con la sentenza dell’11 giugno il Consiglio di Stato ribalta la decisione del Tar del Lazio che aveva bloccato la delibera per i lavori di ampliamento dello stabilimento della Fassa e Bortolo di Artena.
Un progetto che ha tenuto banco per diversi mesi in tutta l’area e che aveva messo in allarme comitati di cittadini, associazioni di tutela ambientale e i comuni del circondario, tranne il Comune di Artena.
A schierarsi contro questo progetto come capofila il Comune di Cori che si era il volto al Tar a novembre scorso.
Proprio il Tar aveva dato ragione nel merito alle osservazioni presentate dagli avvocati del Comune di Cori, bloccando di fatto l’avvio dei lavori di ampliamento dello stabilimento.
La proprietà della Fassa e Bortolo si è rivolta al consiglio di Stato, il quale ha dato ragione all’azienda, non nel merito della giustezza del progetto, sul quale ha rilevato manchevolezze da parte del Comune di Artena, ma sul ritardo del ricorso presentato.
Quindi, il Consiglio di Stato annulla la sentenza del Tar perché il ricorso presentato al tribunale amministrativo, da parte del Comune di Cori è stato fatto in ritardo.
Un fulmine a ciel sereno, anche perché nel ricorso venivano evidenziati i problemi di inquinamento ambientali rilevati dall’Arpa e non certo da una associazione ambientalista qualsiasi.
Ma tutto ciò non è stato preso nemmeno in considerazione. Ed ora?
Immediata la reazione della neo sindaco Silvia Carocci che è immediatamente intervenuta a nemmeno 48 ore dalla sua elezione e già alle prese con una grana non indifferente.
“Prendo atto della sentenza del Consiglio di Stato di annullamento della sentenza del TAR la quale aveva dichiarato illegittimo il provvedimento autorizzatorio dell’impianto Fassa. – ha detto il Sindaco di Artena – Così come prendo atto di dichiarazioni a dir poco inappropriate fatte nelle ultime ore da parte di precedenti amministratori del nostro Comune.”
“Pur premettendo di dover approfondire gli atti, essendo appena stata eletta, non posso esimermi dall’esprimere alcune considerazioni.” prosegue la prima cittadina artenese.
“La sentenza del Consiglio di Stato non è intervenuta nel merito della vicenda, affrontando le questioni relative alla alla tutela ambientale e alla salute dei cittadini ma ha semplicemente ritenuto tardivo il ricorso fatto dal Comune di Cori sulla VIA e sull’ AIA.”
“Il Consiglio di Stato ha in realtà reso ancora più evidenti le gravi responsabilità del Comune di Artena, che non ha vigilato, quale primo soggetto responsabile, sulle gravi lacune del procedimento autorizzatorio, eventualmente impugnando all’epoca gli atti relativi.” precisa Silvia Carocci.
“Se questo fosse stato fatto, forse oggi non saremmo arrivati a questo punto. Sarà mia cura analizzare in profondità ogni atto e vigilare affinché in alcun modo sia leso il diritto alla salute dei cittadini. Chiederò subito un incontro al Presidente della Regione Lazio per discutere degli aspetti di questa vicenda.”