Le ripercussioni sulla vicenda dell’ampliamento della Fassa e Bortolo, con la costruzione dei due camini che provocheranno un danno ambientale incalcolabile, nella speranza che questo non avvenga grazie ai comitati, già un danno questo progetto l’ha concretizzato.
La via della Transumanza, percorso che da Jenne arriva al mare, rischia di essere cancellato. Qualche anno fa venne inaugurato questo percorso che per secoli veniva usato per la transumanza dei pastori. 250 chilometri di percorso tra valli, monti, fiumi fino ai laghi dei Castelli Romani, potranno non essere più utilizzati dagli amanti del trekking per colpa della Fassa e Bortolo.
Qualche anno fa ci fu l’inaugurazione della prima sede italiana delle Vie di Transumanza a Jenne, un evento che celebrò un patrimonio culturale di oltre 6000 anni con la partecipazione di figure di spicco come il Sindaco di Jenne Giorgio Pacchiarotti e il Vicepresidente Nazionale della Federazione Italiana per l’UNESCO Mauro Macale, un percorso fortemente voluto dalla Regione Lazio con l’attenzione alla tutela ambientale e di tutela del patrimonio.
Una vera incongruenza, se ci pensate. Mentre da un lato si promuove la valorizzazione e la protezione di un bene immateriale riconosciuto dall’UNESCO, dall’altro si autorizza la costruzione di uno stabilimento cementizio ad Artena, ai confini con Giulianello e Lariano, a poche centinaia di metri dal Monumento Naturale Lago di Giulianello.
La transumanza, recentemente certificata come Itinerario Culturale Europeo dal Consiglio d’Europa, rappresenta un patrimonio antichissimo basato sullo spostamento periodico di pastori e greggi. Questo itinerario non solo mantiene l’equilibrio tra uomo e natura, ma promuove anche l’uso sostenibile delle risorse naturali, ma soprattutto lambisce lo stabilimento della Fassa.
La creazione di una piattaforma digitale interattiva per le Vie di Transumanza, che include mappe dei percorsi, luoghi di interesse e servizi utili, testimonia l’impegno collettivo per la sostenibilità ambientale e la protezione del patrimonio culturale.
Tuttavia, l’autorizzazione concessa dalla Regione Lazio per la costruzione di uno stabilimento cementizio con due bruciatori Maerz, noti per il loro alto impatto ambientale, solleva gravi preoccupazioni. Questa decisione appare in netto contrasto con gli sforzi per preservare e valorizzare il patrimonio culturale e naturale della regione.
Il Monumento Naturale Lago di Giulianello, un’area di rilevante interesse ecologico e paesaggistico, rischia di subire danni irreparabili a causa delle emissioni e delle attività industriali dello stabilimento.
È fondamentale sottolineare l’importanza di un impegno coerente e integrato da parte delle istituzioni regionali. La protezione del patrimonio culturale e naturale non può essere sacrificata in nome dello sviluppo industriale, soprattutto quando esistono alternative sostenibili. La decisione di autorizzare uno stabilimento cementizio in una zona di alto valore ambientale e culturale rappresenta una grave mancanza di attenzione e rispetto per i beni immateriali riconosciuti dall’UNESCO.
Proprio su questi aspetti so dovrà disputare la battaglia mettendo di fronte alle proprie responsabilità la Regione Lazio, affinché riveda la sua decisione e adotti misure concrete per garantire la protezione e la valorizzazione del patrimonio culturale e naturale della regione.
Solo attraverso un impegno coerente e responsabile sarà possibile preservare le ricchezze culturali e ambientali per le future generazioni. Non dimenticando però coloro che sul territorio, nell’amministrare Artena, hanno contribuito affinché questo accadesse.