Arturo Cavaliere, originario di Cosenza, è stato nominato Direttore Generale della ASL RM 6. La nomina è arrivata ieri in commissione sanità alla Pisana che ha dato il via libera alla nomina, che è stata ufficializzata con la delibera a firma del Presidente Rocca, emessa ieri pomeriggio.
Il nome di Arturo Cavaliere alla guida della ASL Rm6 era già circolato nei mesi scorsi e questa ipotesi aveva suscitato anche dei mal di pancia per via di un ipotetico conflitto di interessi.
Cavaliere è iscritto all’albo nazionale dal 2022, ha ricoperto diversi incarichi di responsabilità ed è attualmente il Presidente della SIFO, acronimo che sta per Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (SIFO), incarico per il quale è stato riconfermato fino al 2028.
Attualmente, Cavaliere, è Direttore UOC Farmacia dell’Azienda Ospedaliera Sant’Andrea di Roma.
Proprio questo incarico avrebbe fatto storcere il naso, visto che la nomina a Direttore Generale potrebbe ingenerare una sorta di conflitto di interessi vestendo contemporaneamente due cariche, quella di Direttore Generale e quella di presidente della SIFO.
Una perplessità anche legittima visto che sono numerosi i manager che avrebbero potuto ricoprire il ruolo di Direttore Generale di una delle ASL più importanti del territorio regionale.
L’ipotesi, fino a poche ore fa, di una ingerenza politica nelle nomine, ora sembra manifestarsi, diversamente dal fatto che, in teoria, la scelta dovrebbe essere basata su criteri di merito e competenza.
Non è un segreto, né una novità, infatti, che la sanità pubblica sia spesso terreno fertile per intromissioni politiche. La nomina di un Direttore Generale, rappresenta una leva significativa non solo a livello politico locale, anche perché è un ruolo che gestisce budget milionari e migliaia di dipendenti.
La Regione Lazio, come altre, non è nuova a polemiche su scelte che privilegiano fedeltà politica o relazioni personali piuttosto che competenze oggettive. Un esempio sono anche le nomine di alcuni primari per esempio.
Cavaliere, tra l’altro, per il suo incarico di Presidente SIFO, ha intessuto relazioni ai massimi livelli con ministero della Sanità e con il ministro Schillaci, che vede nel suo staff anche Marco Mattei, medico di Albano ed ex Sindaco della Città degli Orazi e Curiazi, ex assessore regionale e oggi uno dei collaboratori più stretti del ministro.
La nomina di Cavaliere, quindi, rischia di essere percepita non come quella di un tecnico indipendente, ma come un altro esempio di come il sistema sanitario possa essere piegato a logiche politiche.
C’è anche da dire che Cavaliere è di Cosenza, una provincia importante della Calabria, da dove viene anche l’attuale Direttore Sanitario Vincenzo La Regina, e dove anche lo stesso Marchitelli proveniva avendo ricoperto in Calabria diversi incarichi di responsabilità, prima di andarsene nella fredda Alessandria. Coincidenze ovviamente.
Il nuovo Direttore Generale avrà comunque il suo bel da fare. A cominciare dalla “querelle” sull’apertura del punto nascite di Velletri, che vede i Sindaci di Anzio e Nettuno, insieme al Comitato, ai cittadini e ai partiti, protestare in quanto al Riuniti questo servizio è stato tolto e, nonostante l’impegno di tutto il consiglio regionale, ad oggi non è arrivata nessuna indicazione per la sua riapertura.
Per non parlare poi dei circa 27 milioni di euro stanziati per la ristrutturazione completa e la messa a norma dell’Ospedale Paolo Colombo di Velletri, ristrutturazione di cui si sono perse le tracce.
Appare grottesco immaginare aperture di punti nascite di laboratori diagnostici, di ambulatori, dentro un ospedale che non è a norma dentro al quale in un solo ascensore viaggiano pazienti e morti. Dalla prima presentazione dei progetti, non se ne è saputo più nulla.
Dei problemi del Riuniti di Anzio, alle prese con le carenze croniche d’organico, soprattutto al pronto soccorso, quando in estate la popolazione residente raddoppia per via delle vacanze turistiche ed i problemi sono all’ordine del giorno.
Ai problemi del San Giuseppe di Frascati, Marino, Albano e Genzano, senza considerare Pomezia. Insomma se Cavaliere sarà competente ed non accondiscendente ce lo dirà solo il tempo, ma soprattutto ce lo dirà il modo con cui gestirà la ASL Rm6.